European semi-natural grasslands, shaped by centuries or millennia of extensive human management, represent key ecosystems for biodiversity and agricultural sustainability, but are currently threatened by climate change and land-use transformations. This thesis analyses the climatic and vegetation changes that occurred between 2003 and 2024 in the grasslands of the Protected Areas of the Maritime Alps (1300–2400 m a.s.l.), within the framework of the Interreg project “Aclimo”. The research is based on the resampling of 58 phytopastoral surveys conducted in the same locations in 2003, assessing changes in floristic composition through statistical analyses (tb-PCA on all recorded species, combined with paired t-tests on 26 vegetation variables). Climatic data show an increase in mean annual temperature and total annual precipitation, along with high interannual variability in rainfall and several summer drought events, which may have caused stress to the vegetation. An overall increase in biodiversity was observed, particularly in thermophilous grasslands and in montane and subalpine Nardus grasslands (a priority habitat under the Natura 2000 network), while xerophilous and acidic mesotrophic grasslands appeared more stable. A general expansion of species typical of fertile environments was detected, along with species characteristic of xeric grasslands and ruderal communities, accompanied by an increase in the nitrogen indicator value (N), suggesting soil enrichment likely due to atmospheric nitrogen deposition or shifts in land management. The temperature indicator value (T) does not reveal a clear upward shift of species along the altitudinal gradient, implying that floristic changes are more likely linked to land-use modifications rather than to a direct thermal effect. It is hypothesized that uneven grazing management – intensification in accessible areas and abandonment in economically marginal zones – has led to an increasingly heterogeneous vegetation mosaic. These findings highlight the urgent need to deepen the understanding of management practices and to implement long-term vegetation monitoring systems, in order to adopt management strategies that ensure the conservation of these fragile yet ecologically crucial alpine ecosystems.
Le praterie seminaturali europee, modellate da secoli o millenni di gestione antropica estensiva, rappresentano ecosistemi chiave per la biodiversità e la sostenibilità agricola, ma sono attualmente minacciate dai cambiamenti climatici e d’uso del suolo. Questa tesi analizza le variazioni climatiche e vegetazionali avvenute tra il 2003 e il 2024 nelle praterie delle Aree Protette delle Alpi Marittime (1300–2400 m s.l.m.), all'interno del progetto Interreg “Aclimo”. L’indagine si basa sul ricampionamento di 58 rilievi fitopastorali condotti nei medesimi punti nel 2003, con valutazione dei cambiamenti della composizione floristica per mezzo di analisi statistiche (tb-PCA di tutte le specie rilevate abbinate a t-test per dati appaiati su 26 variabili vegetazionali). I dati climatici evidenziano un incremento delle precipitazioni cumulate e della temperatura media annuali, con una forte variabilità interannuale delle piogge e diversi episodi di siccità estiva, causa di possibili stress. La vegetazione ha mostrato un aumento complessivo della biodiversità, in particolare nelle praterie termofile e nei nardeti montani e subalpini (habitat prioritario della Rete Natura 2000), mentre le praterie xerofile e quelle mesotrofiche acide sono risultate più stabili. Si osserva una generale espansione di specie tipiche di ambienti fertili, ma anche di praterie xeriche e comunità ruderali, insieme ad un aumento dell’indice di nitrofilia (N) che denota un arricchimento dei suoli, possibilmente legato alle deposizioni atmosferiche di azoto o a cambiamenti gestionali. L’indice di temperatura (T) non rivela una chiara risalita altitudinale delle specie, suggerendo che le variazioni floristiche siano attribuibili più a modifiche nell’uso del suolo che ad un diretto effetto termico. Si ipotizza che una gestione irrazionale del pascolo, con intensificazione nelle aree più accessibili e abbandono in quelle economicamente marginali, abbia generato questo mosaico vegetazionale sempre più eterogeneo. I risultati mettono in luce l’urgenza di approfondire gli aspetti gestionali e attuare sistemi di monitoraggio della vegetazione a lungo termine, al fine di adottare opportune strategie di gestione che garantiscano la conservazione di questi ecosistemi alpini fragili ma di fondamentale importanza ecologica.
Variazioni ventennali (2003-2024) della vegetazione di pascolo nelle Aree Protette delle Alpi Marittime in un contesto di cambiamento climatico
BIANCHI, VANESSA
2023/2024
Abstract
Le praterie seminaturali europee, modellate da secoli o millenni di gestione antropica estensiva, rappresentano ecosistemi chiave per la biodiversità e la sostenibilità agricola, ma sono attualmente minacciate dai cambiamenti climatici e d’uso del suolo. Questa tesi analizza le variazioni climatiche e vegetazionali avvenute tra il 2003 e il 2024 nelle praterie delle Aree Protette delle Alpi Marittime (1300–2400 m s.l.m.), all'interno del progetto Interreg “Aclimo”. L’indagine si basa sul ricampionamento di 58 rilievi fitopastorali condotti nei medesimi punti nel 2003, con valutazione dei cambiamenti della composizione floristica per mezzo di analisi statistiche (tb-PCA di tutte le specie rilevate abbinate a t-test per dati appaiati su 26 variabili vegetazionali). I dati climatici evidenziano un incremento delle precipitazioni cumulate e della temperatura media annuali, con una forte variabilità interannuale delle piogge e diversi episodi di siccità estiva, causa di possibili stress. La vegetazione ha mostrato un aumento complessivo della biodiversità, in particolare nelle praterie termofile e nei nardeti montani e subalpini (habitat prioritario della Rete Natura 2000), mentre le praterie xerofile e quelle mesotrofiche acide sono risultate più stabili. Si osserva una generale espansione di specie tipiche di ambienti fertili, ma anche di praterie xeriche e comunità ruderali, insieme ad un aumento dell’indice di nitrofilia (N) che denota un arricchimento dei suoli, possibilmente legato alle deposizioni atmosferiche di azoto o a cambiamenti gestionali. L’indice di temperatura (T) non rivela una chiara risalita altitudinale delle specie, suggerendo che le variazioni floristiche siano attribuibili più a modifiche nell’uso del suolo che ad un diretto effetto termico. Si ipotizza che una gestione irrazionale del pascolo, con intensificazione nelle aree più accessibili e abbandono in quelle economicamente marginali, abbia generato questo mosaico vegetazionale sempre più eterogeneo. I risultati mettono in luce l’urgenza di approfondire gli aspetti gestionali e attuare sistemi di monitoraggio della vegetazione a lungo termine, al fine di adottare opportune strategie di gestione che garantiscano la conservazione di questi ecosistemi alpini fragili ma di fondamentale importanza ecologica.File | Dimensione | Formato | |
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