I pazienti in doppia diagnosi sono pazienti difficili dal punto di vista relazionale e richiedono un trattamento intenso strutturato da diverse figure professionali che integrano saperi e competenze al fine di migliorare il tenore di vita dello stesso. Nel corso dell'elaborato si partirà dal definire cosa è una doppia diagnosi per arrivare alla necessità di caratteristiche come la multidimensionalità e la multidisciplinarità del trattamento affinché si garantisca a questi pazienti un trattamento consono. Verranno descritte le origini del moderno trattamento comunitario dei pazienti in doppia diagnosi. Si parlerà anche di quelli che sono i problemi che caratterizzano il rapporto tra assistenza sociale/sanitaria ed il disagio psichiatrico, nonché esistenziale, evidenziando il grande vuoto che c'è dopo il percorso comunitario per i pazienti. Molte comunità terapeutiche, come Il Porto o altre due statunitensi descritte nel quarto capitolo, prevedono all'interno delle loro strutture delle unità di reinserimento in cui si lavora al fine di rendere sempre più autonomo il paziente accompagnandolo nel nuovo ingresso nella vita sociale, lavorativa e relazionale al di fuori del contesto comunitario. Nella maggioranza dei casi, essendo la retta per l'alloggio e le cure del paziente interamente od in parte a carico dell'assistenza pubblica, è facilmente intuibile quanto la permanenza in tali strutture avanzate possa essere limitata nel tempo. Non tutti i progetti prevedono la fase nelle unità avanzate; anche qualora prevista, tale fase è relativamente breve. Cosa accade dopo? Dopo c'è il vuoto menzionato prima che si traduce operativamente troppo spesso in una forma di nomadismo tra ricoveri e assistenza ambulatoriale; servizi di Salute Mentale e Ser.t. Nell'ultimo capitolo viene descritto un punto di vista critico rispetto alle lacune che tale sistema assistenziale classico presenta. Lo psichiatra statunitense Robert E.Drake elabora il trattamento integrato per la Doppia Diagnosi che si propone come un approccio globale in quanto vengono coinvolti nel trattamento tutti gli aspetti della vita del paziente: dalle relazioni sociali alle competenze professionali. Solo un trattamento integrato associato ad un lavoro terapeutico ed assistenziale nel lungo periodo può, dal punto di vista dello psichiatra, determinare cambiamenti significativi nello stile di vita del paziente in doppia diagnosi; viene inoltre evidenziata l'efficacia delle cure domiciliari da parte del team clinico in alternativa al più classico percorso terapeutico comunitario. Il vuoto rappresentato dalle numerose lacune del nostro sistema sanitario ed assistenziale potrebbe essere colmato da una politica di assistenza sociale e sanitaria radicalmente diversa e con lo sforzo dei professionisti del settore ad integrare sempre più saperi e conoscenze. Inoltre un'evoluzione culturale tesa a voler prendersi cura del disagio psichiatrico e tossicomanico anziché a far prevalere il bisogno di controllo sociale sui pazienti difficili, costituisce uno step indispensabile al cambiamento.
Doppia diagnosi e modelli di trattamento
MUSARELLA, SARA
2010/2011
Abstract
I pazienti in doppia diagnosi sono pazienti difficili dal punto di vista relazionale e richiedono un trattamento intenso strutturato da diverse figure professionali che integrano saperi e competenze al fine di migliorare il tenore di vita dello stesso. Nel corso dell'elaborato si partirà dal definire cosa è una doppia diagnosi per arrivare alla necessità di caratteristiche come la multidimensionalità e la multidisciplinarità del trattamento affinché si garantisca a questi pazienti un trattamento consono. Verranno descritte le origini del moderno trattamento comunitario dei pazienti in doppia diagnosi. Si parlerà anche di quelli che sono i problemi che caratterizzano il rapporto tra assistenza sociale/sanitaria ed il disagio psichiatrico, nonché esistenziale, evidenziando il grande vuoto che c'è dopo il percorso comunitario per i pazienti. Molte comunità terapeutiche, come Il Porto o altre due statunitensi descritte nel quarto capitolo, prevedono all'interno delle loro strutture delle unità di reinserimento in cui si lavora al fine di rendere sempre più autonomo il paziente accompagnandolo nel nuovo ingresso nella vita sociale, lavorativa e relazionale al di fuori del contesto comunitario. Nella maggioranza dei casi, essendo la retta per l'alloggio e le cure del paziente interamente od in parte a carico dell'assistenza pubblica, è facilmente intuibile quanto la permanenza in tali strutture avanzate possa essere limitata nel tempo. Non tutti i progetti prevedono la fase nelle unità avanzate; anche qualora prevista, tale fase è relativamente breve. Cosa accade dopo? Dopo c'è il vuoto menzionato prima che si traduce operativamente troppo spesso in una forma di nomadismo tra ricoveri e assistenza ambulatoriale; servizi di Salute Mentale e Ser.t. Nell'ultimo capitolo viene descritto un punto di vista critico rispetto alle lacune che tale sistema assistenziale classico presenta. Lo psichiatra statunitense Robert E.Drake elabora il trattamento integrato per la Doppia Diagnosi che si propone come un approccio globale in quanto vengono coinvolti nel trattamento tutti gli aspetti della vita del paziente: dalle relazioni sociali alle competenze professionali. Solo un trattamento integrato associato ad un lavoro terapeutico ed assistenziale nel lungo periodo può, dal punto di vista dello psichiatra, determinare cambiamenti significativi nello stile di vita del paziente in doppia diagnosi; viene inoltre evidenziata l'efficacia delle cure domiciliari da parte del team clinico in alternativa al più classico percorso terapeutico comunitario. Il vuoto rappresentato dalle numerose lacune del nostro sistema sanitario ed assistenziale potrebbe essere colmato da una politica di assistenza sociale e sanitaria radicalmente diversa e con lo sforzo dei professionisti del settore ad integrare sempre più saperi e conoscenze. Inoltre un'evoluzione culturale tesa a voler prendersi cura del disagio psichiatrico e tossicomanico anziché a far prevalere il bisogno di controllo sociale sui pazienti difficili, costituisce uno step indispensabile al cambiamento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/16688