L’estetica della nevrosi in un opera profetica: analisi stilistica de La classe operaia va in paradiso di Elio Petri.

The thesis analyzes Elio Petri's film La classe operaia va in paradiso and is divided into three main interpretations. The first perspective highlights the cinematographic language used through the study of aesthetic elements and formal characteristics, particularly in the screenplay and direction. The second prospect focuses on the political and social aspect of the work, the criticisms made towards a film ahead of its time, in an era too close to the years of great social protests. Finally, Petri's prophetic vision is defined, his poetics, the staging of personal and generational dramas and the neuroses of ordinary people. The thesis focuses on the importance of having brought to the big screen topical themes and places treated from a new point of view. The factory was brought to the big screen for the first time in Italy. The female figures in the film represent more than what may appear at first sight, a real criticism of the patriarchal society of the time but also new emerging forms of feminism. Through the study of specific sequences, we want to highlight Elio Petri's stylistic figure, the topicality and universality of the themes treated. In conclusion, we examine with a critical eye what worked best and what instead remained under the surface, trying to maintain an organic and choral vision of the work and the era.

La tesi analizza la pellicola di Elio Petri La classe operaia va in paradiso e si articola attraverso tre principali chiavi di lettura. La prima prospettiva mette in luce il linguaggio cinematografico utilizzato attraverso l’approfondimento degli elementi estetici e dei caratteri formali in particolare nella sceneggiatura e nella regia. La seconda prospettiva si concentra sull’aspetto politico e sociale dell’opera, le critiche mosse verso un film in anticipo sui tempi, in un epoca troppo vicina agli anni delle grandi contestazioni sociali. Infine si definisce la visione profetica di Petri, la sua poetica, la messa in scena di drammi personali e generazionali e le nevrosi di persone comuni. L’elaborato si concentra sull’importanza dell’aver portato sul grande schermo temi e luoghi topici trattati da un punto di vista nuovo. La fabbrica per la prima volta in Italia venne portata sul grande schermo. Le figure femminili nella pellicola rappresentano più di quello che può apparire in un primo momento, una vera e propria critica alla società patriarcale dell’epoca ma anche nuove nascenti forme di femminismo. Attraverso l’approfondimento di precise sequenze si vuole mettere in luce la cifra stilistica di Elio Petri, l’attualità e l’universalità dei temi trattati. In conclusione si esamina con occhio critico cosa ha funzionato meglio e cosa invece è rimasto sotto traccia, cercando di mantenere una visione organica e corale dell’opera e dell’epoca.