In recent decades, the relationship between humans and technology has become increasingly pervasive, transforming the perception of reality and redefining individual identity. "Videodrome" (1983) by David Cronenberg stands as a visionary work that anticipates many of today’s issues related to digitalization and the media’s influence on collective consciousness. This study aims to analyze the film through three complementary perspectives: the influence of media in shaping reality, the relationship between body and technology, and the impact of the "New Flesh" as an allegory of transhumanism. The first perspective examines how Cronenberg draws inspiration from the theories of Marshall McLuhan and William Burroughs, developing a reflection on the media’s ability to distort and shape human perception. The protagonist, Max Renn, represents the modern individual, trapped in constant exposure to extreme and manipulative content. The concept of "Videodrome" becomes a metaphor for media control, a signal that alters the mind and transforms reality into an illusion generated by the screen. The film foreshadows the rise of hyperconnected society, where the distinction between real and virtual becomes increasingly blurred, predicting contemporary phenomena such as fake news, online radicalization, and social media addiction. The second perspective explores the role of the body as a site of mutation. In "Videodrome", the fusion of flesh and technology manifests through Max's hallucinations, as his body is literally colonized by the television medium. The creation of the "New Flesh" represents the physical extension of the mind, a concept that resonates with modern practices such as biohacking, virtual reality, and neural interfaces. Cronenberg suggests that when we fully rely on media to define our sense of reality, we lose a part of our humanity, becoming mere instruments of cultural and political programming. Finally, the third perspective analyzes "Videodrome" as a prophecy about transhumanism. The film reflects on the ethical implications of human-technology integration, exploring the risk of a total loss of individual identity. Max Renn becomes a "programmable" subject, an avatar controlled by higher forces that redefine his will and perception. This theme directly connects to contemporary debates on human-machine fusion, artificial intelligence, and the concept of "post-humanity." The film’s epilogue, in which Max dissolves into the new flesh, represents the definitive surpassing of human subjectivity in favor of total symbiosis with technology. "Videodrome" thus proves to be a work of extraordinary relevance, capable of anticipating the cultural and technological trends of contemporary society. The television, which in the film assumes an almost mystical role, has today been replaced by the omnipresent smartphone screen and the algorithmic feeds of social media, yet the mechanism of manipulation remains unchanged. Cronenberg warns us that in an era dominated by images and instant information, the boundary between reality and hallucination is more fragile than ever. The unsettling question posed by the film remains unanswered: do we control technology, or does technology control us?
Negli ultimi decenni, il rapporto tra uomo e tecnologia è diventato sempre più pervasivo, trasformando la percezione della realtà e ridefinendo l’identità individuale. "Videodrome" (1983) di David Cronenberg si impone come un’opera visionaria che anticipa molte delle problematiche odierne legate alla digitalizzazione della società e all’influenza dei media sulla coscienza collettiva. Questo studio si propone di analizzare il film attraverso tre prospettive complementari: l’influenza dei media nella costruzione della realtà, il rapporto tra corpo e tecnologia e l’impatto della "Nuova Carne" come allegoria del transumanesimo. Nella prima prospettiva, il lavoro esamina come Cronenberg si ispiri alle teorie di Marshall McLuhan e William Burroughs, sviluppando una riflessione sulla capacità dei media di distorcere e plasmare la percezione umana. Il protagonista, Max Renn, rappresenta l’individuo moderno, intrappolato in una costante esposizione a contenuti estremi e manipolatori. Il concetto di "Videodrome" diventa una metafora del controllo mediatico, un segnale che altera la mente e trasforma la realtà in un’illusione generata dallo schermo. Il film prefigura l’avvento della società iperconnessa, in cui la distinzione tra il reale e il virtuale diventa sempre più sfumata, anticipando fenomeni contemporanei come le fake news, la radicalizzazione online e l’assuefazione ai social media. La seconda prospettiva di lettura esplora il ruolo del corpo come territorio di mutazione. In "Videodrome", la fusione tra carne e tecnologia si manifesta attraverso le allucinazioni di Max, il cui corpo viene letteralmente colonizzato dal mezzo televisivo. La creazione della "Nuova Carne" rappresenta l’estensione fisica della mente, un concetto che trova riscontro nelle moderne pratiche di biohacking, realtà virtuale e interfacce neurali. Cronenberg suggerisce che, nel momento in cui ci affidiamo completamente ai media per definire il nostro senso di realtà, perdiamo una parte della nostra umanità, diventando meri strumenti di programmazione culturale e politica. Infine, la terza prospettiva analizza "Videodrome" come una profezia sul transumanesimo. Il film riflette sulle implicazioni etiche dell’integrazione tra uomo e tecnologia, esplorando il rischio di una perdita totale dell’identità individuale. Max Renn diventa un soggetto "programmabile", un avatar controllato da forze superiori che ne ridefiniscono volontà e percezione. Questo tema si collega direttamente ai dibattiti contemporanei sulla fusione uomo-macchina, sull’intelligenza artificiale e sul concetto di "post-umanità". L’epilogo del film, in cui Max si dissolve nella nuova carne, rappresenta il definitivo superamento della soggettività umana in favore di una simbiosi totale con il mezzo tecnologico. "Videodrome" si rivela dunque un'opera di straordinaria attualità, capace di anticipare le derive culturali e tecnologiche della società contemporanea. La televisione, che nel film assume un ruolo quasi mistico, oggi è stata sostituita dallo schermo onnipresente dello smartphone e dai feed algoritmici dei social media, ma il meccanismo di manipolazione resta invariato. Cronenberg ci avverte che, in un’epoca dominata dall'immagine e dall’informazione istantanea, il confine tra realtà e allucinazione è più labile che mai. L’inquietante domanda che il film pone al suo spettatore rimane ancora irrisolta: siamo noi a controllare la tecnologia, o è la tecnologia a controllare noi?
Videodrome come Visione Profetica della Società Contemporanea
CAPUTI, DAVIDE
2023/2024
Abstract
Negli ultimi decenni, il rapporto tra uomo e tecnologia è diventato sempre più pervasivo, trasformando la percezione della realtà e ridefinendo l’identità individuale. "Videodrome" (1983) di David Cronenberg si impone come un’opera visionaria che anticipa molte delle problematiche odierne legate alla digitalizzazione della società e all’influenza dei media sulla coscienza collettiva. Questo studio si propone di analizzare il film attraverso tre prospettive complementari: l’influenza dei media nella costruzione della realtà, il rapporto tra corpo e tecnologia e l’impatto della "Nuova Carne" come allegoria del transumanesimo. Nella prima prospettiva, il lavoro esamina come Cronenberg si ispiri alle teorie di Marshall McLuhan e William Burroughs, sviluppando una riflessione sulla capacità dei media di distorcere e plasmare la percezione umana. Il protagonista, Max Renn, rappresenta l’individuo moderno, intrappolato in una costante esposizione a contenuti estremi e manipolatori. Il concetto di "Videodrome" diventa una metafora del controllo mediatico, un segnale che altera la mente e trasforma la realtà in un’illusione generata dallo schermo. Il film prefigura l’avvento della società iperconnessa, in cui la distinzione tra il reale e il virtuale diventa sempre più sfumata, anticipando fenomeni contemporanei come le fake news, la radicalizzazione online e l’assuefazione ai social media. La seconda prospettiva di lettura esplora il ruolo del corpo come territorio di mutazione. In "Videodrome", la fusione tra carne e tecnologia si manifesta attraverso le allucinazioni di Max, il cui corpo viene letteralmente colonizzato dal mezzo televisivo. La creazione della "Nuova Carne" rappresenta l’estensione fisica della mente, un concetto che trova riscontro nelle moderne pratiche di biohacking, realtà virtuale e interfacce neurali. Cronenberg suggerisce che, nel momento in cui ci affidiamo completamente ai media per definire il nostro senso di realtà, perdiamo una parte della nostra umanità, diventando meri strumenti di programmazione culturale e politica. Infine, la terza prospettiva analizza "Videodrome" come una profezia sul transumanesimo. Il film riflette sulle implicazioni etiche dell’integrazione tra uomo e tecnologia, esplorando il rischio di una perdita totale dell’identità individuale. Max Renn diventa un soggetto "programmabile", un avatar controllato da forze superiori che ne ridefiniscono volontà e percezione. Questo tema si collega direttamente ai dibattiti contemporanei sulla fusione uomo-macchina, sull’intelligenza artificiale e sul concetto di "post-umanità". L’epilogo del film, in cui Max si dissolve nella nuova carne, rappresenta il definitivo superamento della soggettività umana in favore di una simbiosi totale con il mezzo tecnologico. "Videodrome" si rivela dunque un'opera di straordinaria attualità, capace di anticipare le derive culturali e tecnologiche della società contemporanea. La televisione, che nel film assume un ruolo quasi mistico, oggi è stata sostituita dallo schermo onnipresente dello smartphone e dai feed algoritmici dei social media, ma il meccanismo di manipolazione resta invariato. Cronenberg ci avverte che, in un’epoca dominata dall'immagine e dall’informazione istantanea, il confine tra realtà e allucinazione è più labile che mai. L’inquietante domanda che il film pone al suo spettatore rimane ancora irrisolta: siamo noi a controllare la tecnologia, o è la tecnologia a controllare noi?File | Dimensione | Formato | |
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Videodrome come Visione Profetica della Società Contemporanea I Davide Caputi.pdf
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Descrizione: "Videodrome" (1983) di David Cronenberg si impone come un’opera visionaria che anticipa molte delle problematiche odierne legate alla digitalizzazione della società.
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/166843