Dopo una lunga e travagliata attesa durata più di cento anni, nel novembre 2000 è stata finalmente emanata la legge 328/2000 Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Essa ha segnato una svolta epocale nel sistema italiano di Welfare, poiché si è presentata nel panorama legislativo come lo strumento più idoneo a porre rimedio ad alcuni aspetti di maggiore fragilità del sistema italiano dei servizi sociali. Tuttavia, nonostante i contenuti innovativi e i principi a cui la stessa si ispira, l'attuazione della riforma è stata segnata da uno scarso successo. Il cambiamento della maggioranza di Governo Nazionale, l'approvazione della riforma costituzionale e l'introduzione dell'autonomia regionale in materia di servizi sociali, sono i principali fattori che hanno profondamente inciso sul processo di attuazione della legge che ha così subito l'inerzia e i ritardi del Governo Nazionale e dei Governi regionali. Pertanto, alla luce di tutto ciò, si è considerato interessante valutare come le Regioni abbiano reagito ai vari cambiamenti e come abbiano recepito e attuato i principi della riforma. Nell'ultimo decennio si è assistito ad un aumento costante della fondazione di case di cura private, comunità terapeutiche e residenziali, cooperative di servizio sociale e residenze per anziani; strutture che si sono rivelate necessarie per garantire, di concerto con gli enti pubblici, i servizi socio assistenziali necessari per quella parte di popolazione che necessità di sostegni sanitari, economici e psicologici per poter avere un'esistenza dignitosa. I servizi offerti dallo Stato si sono dimostrati insufficienti e talvolta difficilmente applicabili. Nel primo capitolo ho analizzato gli aspetti storici ed evolutivi dei servizi sociali per poter effettuare una valutazione sulle dinamiche che hanno portato alla situazione attuale. Nella seconda parte si è cercato di illustrare il processo di cambiamento che ha portato dalla creazione delle IPAB (Istituzioni di Pubblica Assistenza e Beneficenza), alle ASP (Aziende di Servizi alla Persona), fino alle cooperative, ancora oggi esistenti. Nella terza parte vengono descritte le attività previste dai piani socio assistenziali e a quali organi compete la responsabilità e la funzione di determinati servizi. Nella quarta parte sono state prese in considerazione tutte le fasi del processo decisionale, dalla creazione dei piani nazionali alla loro attuazione; inoltre sono state analizzate le forme di collaborazione fra enti privati ed enti statali previste dall'ordinamento normativo in vigore. Nella quinta parte vengono trattate le più importanti categorie di prestazioni sociali e i livelli minimi di assistenza da garantire stabiliti dalle norme vigenti.
I servizi sociali: caratteri e profilo giuridico
POGGIO, SIMONE
2010/2011
Abstract
Dopo una lunga e travagliata attesa durata più di cento anni, nel novembre 2000 è stata finalmente emanata la legge 328/2000 Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Essa ha segnato una svolta epocale nel sistema italiano di Welfare, poiché si è presentata nel panorama legislativo come lo strumento più idoneo a porre rimedio ad alcuni aspetti di maggiore fragilità del sistema italiano dei servizi sociali. Tuttavia, nonostante i contenuti innovativi e i principi a cui la stessa si ispira, l'attuazione della riforma è stata segnata da uno scarso successo. Il cambiamento della maggioranza di Governo Nazionale, l'approvazione della riforma costituzionale e l'introduzione dell'autonomia regionale in materia di servizi sociali, sono i principali fattori che hanno profondamente inciso sul processo di attuazione della legge che ha così subito l'inerzia e i ritardi del Governo Nazionale e dei Governi regionali. Pertanto, alla luce di tutto ciò, si è considerato interessante valutare come le Regioni abbiano reagito ai vari cambiamenti e come abbiano recepito e attuato i principi della riforma. Nell'ultimo decennio si è assistito ad un aumento costante della fondazione di case di cura private, comunità terapeutiche e residenziali, cooperative di servizio sociale e residenze per anziani; strutture che si sono rivelate necessarie per garantire, di concerto con gli enti pubblici, i servizi socio assistenziali necessari per quella parte di popolazione che necessità di sostegni sanitari, economici e psicologici per poter avere un'esistenza dignitosa. I servizi offerti dallo Stato si sono dimostrati insufficienti e talvolta difficilmente applicabili. Nel primo capitolo ho analizzato gli aspetti storici ed evolutivi dei servizi sociali per poter effettuare una valutazione sulle dinamiche che hanno portato alla situazione attuale. Nella seconda parte si è cercato di illustrare il processo di cambiamento che ha portato dalla creazione delle IPAB (Istituzioni di Pubblica Assistenza e Beneficenza), alle ASP (Aziende di Servizi alla Persona), fino alle cooperative, ancora oggi esistenti. Nella terza parte vengono descritte le attività previste dai piani socio assistenziali e a quali organi compete la responsabilità e la funzione di determinati servizi. Nella quarta parte sono state prese in considerazione tutte le fasi del processo decisionale, dalla creazione dei piani nazionali alla loro attuazione; inoltre sono state analizzate le forme di collaborazione fra enti privati ed enti statali previste dall'ordinamento normativo in vigore. Nella quinta parte vengono trattate le più importanti categorie di prestazioni sociali e i livelli minimi di assistenza da garantire stabiliti dalle norme vigenti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/16668