This study addresses the paradox of fiction, a philosophical debate that questions the nature and rationality of emotions experienced toward fictional events and characters. The work begins with the classic formulation of the paradox proposed by Colin Radford and analyzes the main theoretical solutions advanced to explain the phenomenon, including suspension of disbelief, the surrogate object theory, surrogate belief, and make-believe. At the same time, the research introduces and examines a therapeutic experience called the "Family Exercise," an integral part of the personal growth course One. This exercise is based on a simulation in which participants interact with symbolic figures represented by staff members, projecting onto them their emotions and family experiences. Through interviews with participants and insights from psychotherapist Lisa Volontieri, the study explores the emotional and transformative effects of the exercise, comparing them with theoretical solutions to the paradox of fiction. The investigation highlights significant points of contact between emotional responses to fictional works and those elicited by the Family Exercise, while also emphasizing key differences. Whereas in engaging with a narrative work the reader is a passive observer, in the therapeutic exercise they take on an active and interactive role, generating concrete changes in their emotional and relational sphere. The research suggests that emotions experienced in fiction can have an authentic experiential and transformative value, demonstrating that the paradox is not merely a theoretical issue but a phenomenon with practical and therapeutic implications. By comparing different philosophical theories with the collected testimonies, the study offers a reflection on how fiction can serve as a tool for emotional processing and personal growth, going beyond mere entertainment. In doing so, it contributes to the understanding of the relationship between imagination, emotions, and reality, offering a new perspective on the function and value of fiction in human experience.
Il presente studio affronta il paradosso della finzione, un dibattito filosofico che interroga la natura e la razionalità delle emozioni provate nei confronti di eventi e personaggi fittizi. Il lavoro prende avvio dalla formulazione classica del paradosso proposta da Colin Radford e analizza le principali soluzioni teoriche avanzate per spiegare il fenomeno, tra cui la sospensione della credenza, la teoria dell’oggetto surrogato, la credenza surrogata e il make-believe. Parallelamente, la ricerca introduce e analizza un’esperienza terapeutica denominata “Esercizio della Famiglia”, parte integrante del corso di crescita personale One. Questo esercizio si basa su una simulazione in cui i partecipanti interagiscono con figure simboliche rappresentate da membri dello staff, proiettando su di essi le proprie emozioni e vissuti familiari. Attraverso interviste ai partecipanti e il contributo della psicoterapeuta Lisa Volontieri, il lavoro esamina gli effetti emotivi e trasformativi dell’esercizio, confrontandoli con le soluzioni teoriche al paradosso della finzione. L’indagine evidenzia significativi punti di contatto tra la risposta emotiva alle opere di finzione e quella suscitata dall’Esercizio della Famiglia, pur sottolineando alcune differenze sostanziali. Mentre nella fruizione di un’opera narrativa il lettore è un osservatore passivo, nell’esercizio terapeutico egli assume un ruolo attivo e interattivo, generando cambiamenti concreti nella propria sfera emotiva e relazionale. La ricerca suggerisce che le emozioni provate nella finzione possano avere un valore esperienziale autentico e trasformativo, dimostrando che il paradosso non è solo una questione teorica, ma un fenomeno con implicazioni pratiche e terapeutiche. Attraverso un confronto tra le diverse teorie filosofiche e le testimonianze raccolte, si propone una riflessione su come la finzione possa diventare uno strumento di elaborazione emotiva e crescita personale, andando oltre il semplice intrattenimento. Lo studio contribuisce così alla comprensione del rapporto tra immaginazione, emozioni e realtà, offrendo una nuova prospettiva sulla funzione e il valore della finzione nell’esperienza umana.
Ipotesi di confronto tra il Paradosso della Finzione e l' "Esercizio della Famiglia"
ELLENA, GIOVANNA
2023/2024
Abstract
Il presente studio affronta il paradosso della finzione, un dibattito filosofico che interroga la natura e la razionalità delle emozioni provate nei confronti di eventi e personaggi fittizi. Il lavoro prende avvio dalla formulazione classica del paradosso proposta da Colin Radford e analizza le principali soluzioni teoriche avanzate per spiegare il fenomeno, tra cui la sospensione della credenza, la teoria dell’oggetto surrogato, la credenza surrogata e il make-believe. Parallelamente, la ricerca introduce e analizza un’esperienza terapeutica denominata “Esercizio della Famiglia”, parte integrante del corso di crescita personale One. Questo esercizio si basa su una simulazione in cui i partecipanti interagiscono con figure simboliche rappresentate da membri dello staff, proiettando su di essi le proprie emozioni e vissuti familiari. Attraverso interviste ai partecipanti e il contributo della psicoterapeuta Lisa Volontieri, il lavoro esamina gli effetti emotivi e trasformativi dell’esercizio, confrontandoli con le soluzioni teoriche al paradosso della finzione. L’indagine evidenzia significativi punti di contatto tra la risposta emotiva alle opere di finzione e quella suscitata dall’Esercizio della Famiglia, pur sottolineando alcune differenze sostanziali. Mentre nella fruizione di un’opera narrativa il lettore è un osservatore passivo, nell’esercizio terapeutico egli assume un ruolo attivo e interattivo, generando cambiamenti concreti nella propria sfera emotiva e relazionale. La ricerca suggerisce che le emozioni provate nella finzione possano avere un valore esperienziale autentico e trasformativo, dimostrando che il paradosso non è solo una questione teorica, ma un fenomeno con implicazioni pratiche e terapeutiche. Attraverso un confronto tra le diverse teorie filosofiche e le testimonianze raccolte, si propone una riflessione su come la finzione possa diventare uno strumento di elaborazione emotiva e crescita personale, andando oltre il semplice intrattenimento. Lo studio contribuisce così alla comprensione del rapporto tra immaginazione, emozioni e realtà, offrendo una nuova prospettiva sulla funzione e il valore della finzione nell’esperienza umana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/166661