In 1668, John Wilkins, a versatile member of the Royal Society of London, published his Essay Towards a Real Character and a Philosophical Language, an ambitious work aimed at creating a universal and philosophical language. The language outlined in the work was intended not only to facilitate international communication but also to represent the structure and organization of reality more precisely, surpassing natural languages, which were considered opaque and corrupted. A fundamental role in the development of this project was played by John Ray, a botanist and natural philosopher, who was also a member of the Royal Society. He contributed to the elaboration of the work in its early stages and later to its revision and translation over the course of several years. This thesis aims to reconstruct their collaboration in detail through the analysis of their works and, most importantly, Ray’s correspondence, in which his evaluation of Wilkins’s work recurs repeatedly. This case study allows for the identification of some of the main philosophical and cultural themes of seventeenth-century England, including the religious issue related to materialism and the fear of atheism—central concerns for both authors—the legitimization of the emerging new science, and, above all, the question of the order of nature. One of Wilkins’s key objectives was to systematically organize human knowledge in all its domains, including that of the natural world. As will be demonstrated in this thesis, it is precisely on this point that the issue takes on a deeply philosophical significance, ultimately leading to a division between Wilkins and Ray.
Nel 1668, John Wilkins, poliedrico membro della Royal Society di Londra, pubblica il suo "Essay Towards a Real Character and a Philosophical Language", un'opera ambiziosa che mira a creare una lingua universale e filosofica. Il linguaggio delineato nell'opera, oltre a facilitare la comunicazione internazionale, dovrebbe consentire di rappresentare con maggiore precisione la struttura e l’organizzazione della realtà, superando le lingue naturali, considerate opache e corrotte. Un ruolo fondamentale nella realizzazione di questo progetto è ricoperto da John Ray, botanico e filosofo naturale, anch’egli membro della Royal Society, che contribuirà per anni all'elaborazione, in un primo momento, e poi alla revisione e alla traduzione dell'opera di Wilkins. La tesi si propone di ricostruire nel dettaglio la loro collaborazione, attraverso l’analisi delle loro opere e, soprattutto, della corrispondenza di Ray, in cui la valutazione dell'opera di Wilkins torna a più riprese. Questo caso di studio permette di individuare alcuni dei principali temi filosofici e culturali dell'Inghilterra del Seicento, tra cui il problema religioso legato al materialismo e al timore dell’ateismo, centrale per entrambi gli autori, la legittimazione della nuova scienza e, soprattutto, la questione dell’ordine della natura. Uno degli obiettivi chiave di Wilkins è infatti quello di organizzare in modo sistematico la conoscenza umana in tutti i suoi ambiti, compreso quello del mondo naturale. Come si mostrerà nella tesi, è proprio su questo punto che il problema assume una valenza profondamente filosofica, portando a una frattura tra Wilkins e Ray.
"Non essendo liberi di seguire la natura": la collaborazione di Wilkins e Ray al progetto per una lingua universale
PARODI, LUIGI
2023/2024
Abstract
Nel 1668, John Wilkins, poliedrico membro della Royal Society di Londra, pubblica il suo "Essay Towards a Real Character and a Philosophical Language", un'opera ambiziosa che mira a creare una lingua universale e filosofica. Il linguaggio delineato nell'opera, oltre a facilitare la comunicazione internazionale, dovrebbe consentire di rappresentare con maggiore precisione la struttura e l’organizzazione della realtà, superando le lingue naturali, considerate opache e corrotte. Un ruolo fondamentale nella realizzazione di questo progetto è ricoperto da John Ray, botanico e filosofo naturale, anch’egli membro della Royal Society, che contribuirà per anni all'elaborazione, in un primo momento, e poi alla revisione e alla traduzione dell'opera di Wilkins. La tesi si propone di ricostruire nel dettaglio la loro collaborazione, attraverso l’analisi delle loro opere e, soprattutto, della corrispondenza di Ray, in cui la valutazione dell'opera di Wilkins torna a più riprese. Questo caso di studio permette di individuare alcuni dei principali temi filosofici e culturali dell'Inghilterra del Seicento, tra cui il problema religioso legato al materialismo e al timore dell’ateismo, centrale per entrambi gli autori, la legittimazione della nuova scienza e, soprattutto, la questione dell’ordine della natura. Uno degli obiettivi chiave di Wilkins è infatti quello di organizzare in modo sistematico la conoscenza umana in tutti i suoi ambiti, compreso quello del mondo naturale. Come si mostrerà nella tesi, è proprio su questo punto che il problema assume una valenza profondamente filosofica, portando a una frattura tra Wilkins e Ray.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/166541