Condizioni estreme: potatura conservativa contro le gelate primaverili

As a result of ongoing climate change, there has been a continuous increase in anomalous years in Piedmont, characterized by extremely violent rainfall events, heavy hailstorms, returns of spring cold and strong heat waves with periods of extreme drought during the summer. In addition to causing direct damage to viticulture, these changes lead to a compression of the vegetative cycle of plants, with an advance of the phenological phases, especially the bud burst periods. Among the numerous challenges imposed by climate change, in viticulture there is certainly that of minimizing the damage caused by spring frost, which increasingly determines strong reductions in yield with consequent economic losses. Winters are now characterized by milder temperatures, which cause buds to emerge from dormancy earlier, resulting in more developed shoots that are sensitive to the returns of spring cold. In literature, several preventive methods have been studied and used to mitigate damage from freezing, in the long term such as the choice of late-budding cultivars or in the short term such as anti-frost systems (e.g. overhead irrigation or anti-frost fans). Among the various methods, pruning has been proposed, with which it is possible to induce a delay in budding and allow the vine buds to be less sensitive to the occurrence of frost. Techniques such as double pruning have been proposed, but the vast majority of articles in the literature focus on tests conducted on cordon-pruned vines, and a very small number deal with those pruned as shoots, despite the fact that in recent years even in vineyards with this latter pruning system, considerable damage has been recorded. In this thesis work we evaluated on Cortese vines pruned with long shoots (Guyot pruning) in the Gavi area, a territory in southern Piedmont, whether with two different modified pruning regimes it is possible to influence the budding and the response to the frost that occurred on 19 April 2024. The treatments considered include a control (C) that represents the standard company pruning, T1 that includes a modified pruning with the retention of two reserve shoots and T2 that includes the retention of two reserve shoots and the maintenance of the fruiting shoot in a vertical position. The vines of the T1 and T2 treatments underwent a second pruning intervention when the shoots had 3 to 4 unfolded leaves. The two alternative prunings did not show a variation in the budding time compared to the standard pruning, T2 was the one least impacted by the frost due to the greater development and lower mortality of the fruiting shoot buds and lower emission of secondary shoots following the frost event. Due to an extremely rainy year and difficult health management of the vineyard, it was not possible to perform a careful analysis on the impact of frost on production both at a qualitative and quantitative level. Further studies on techniques and times of both pruning and tying of the fruiting shoot will be necessary to evaluate a possible positive impact on the mitigation of damage caused by spring frosts to the vine, and how these are reflected in the yields and analytical parameters of the grapes.

A seguito dei cambiamenti climatici in atto si registra un continuo aumento di annate anomale in Piemonte, caratterizzate da eventi piovosi estremamente violenti, forti grandinate, ritorni di freddo primaverile e forte ondate di calore con periodi di estrema siccità durante il periodo estivo. Oltre a comportare danni diretti alla viticoltura, questi cambiamenti comportano una compressione del ciclo vegetativo delle piante, con un anticipo delle fasi fenologiche, specialmente le epoche di germogliamento. Tra le numerose sfide imposte dal cambiamento del clima, in viticoltura c’è sicuramente quella di minimizzare i danni causati dal gelo primaverile, che sempre più spesso determinano forti riduzioni di resa con conseguenti perdite economiche. Gli inverni sono caratterizzati ormai da temperature più miti, le quali provocano l’uscita dalla dormienza delle gemme anticipatamente, provocando germogli maggiormente sviluppati e sensibili ai ritorni di freddo primaverili. In letteratura, sono stati studiati e utilizzati diversi metodi preventivi per la mitigazione dei danni da congelamento, a lungo termine come la scelta di cultivar a germogliamento tardivo o a breve termine come sistemi antibrina (e.g. irrigazione sovrachioma o ventilatori antigelo). Tra i vari metodi è stata proposta la potatura, con la quale poter indurre un ritardo nel germogliamento e permettere alle gemme della vite di essere meno sensibili al verificarsi del gelo. Sono state proposte tecniche come quella della doppia potatura, ma la grande maggioranza degli articoli in letteratura verte su prove condotte su viti potate a cordone, e un numero molto ristretto tratta di quelle potate a tralcio, nonostante negli ultimi anni anche in vigneti con quest’ultimo sistema di potatura si sono registrati ingenti danni. Nel presente lavoro di tesi abbiamo valutato su viti di Cortese potate a tralcio lungo (potatura a Guyot) nella zona del Gavi, territorio nel sud del Piemonte, se con due differenti regimi di potatura modificati è possibile influenzare il germogliamento e la risposta alla gelata avvenuta il 19 aprile 2024. I trattamenti considerati comprendono un controllo (C) che rappresenta la potatura aziendale standard, il T1 che prevede una potatura modificata con la ritenzione di due tralci di riserva e il T2 che include la ritenzione di due tralci di riserva e il mantenimento del tralcio a frutto in posizione verticale. Le viti dei trattamenti T1 e T2 hanno subito un secondo intervento di potatura quando i germogli avevano dalle 3 alle 4 foglie spiegate. Le due potature alternative non hanno mostrato una variazione dell’epoca del germogliamento rispetto alla potatura standard, il T2 è risultato quello meno impattato dalla gelata per il maggior sviluppo e minor mortalità delle gemme del tralcio a frutto e minor emissione di germogli secondari a seguito dell’evento di gelo. Per via di un’annata estremamente piovosa e di difficile gestione sanitaria del vigneto, non è stato possibile eseguire un’attenta analisi sull’impatto della gelata sulla produzione sia a livello qualitativo che quantitativo. Saranno necessarie ulteriori studi su tecniche ed epoche sia di potatura che legatura del tralcio a frutto per valutare una possibile incidenza positiva sulla mitigazione dei danni arrecati dalle gelate primaverili alla vite, e di come queste si riflettano sulle rese e parametri analitici delle uve.