The aim of this work is to reconstruct Giovanni Sartori’s democratic theory, paying particular attention to the main turning points of his thought. Begun in the 1950s, his reflection on democracy constitutes the theoretical prism through which Sartori examines the evolution of Western politics. Reluctant to the call to arms of the Republic of Salò, Sartori found consolation in reading some important philosophers, of whom he avidly nourished himself to the point of distancing himself in the name of a more reasoned adherence to political science. The watershed of Sartori’s biography is identified in his visiting to America in 1949, which exposed him for the first time to the behaviorist revolution of the social sciences, which in Italy was still to come. After a series of astute and innovative articles on the need to investigate the political phenomenon from an empirical perspective, Sartori carved his most memorable pages in the classic Democracy and Definitions. It contains the core of his democratic theory, which, inspired by the lessons of Schumpeter and Dahl, can be considered one of the most lucid apologies of democratic elitism. Highlighting the competitive and pluralistic nature of democratic leadership, Sartori highlights the fundamental role reserved for ruling minorities, the only ones to vertically exercise power only after being selected by the demos through free and open elections. An important place in Sartori's reflection is occupied by the enemies of the liberal-democratic vision, the so-called "democratic perfectionists", yearning for a model of rationalistic democracy that has never found application in history. It is precisely the criterion of historicity that positively distinguishes Sartori's analyses, attentive to reconstructing the concrete ways in which the democratic project has been implemented in Europe and America from the end of the 18th century onwards. An entire chapter of the thesis examines another direction of Sartori's work, the theory of parties. Closely linked to democracy, parties and the party system constitute a line of investigation to which Sartori dedicated one of the volumes that earned him fame in the world academic panorama: Parties and party systems. Contesting the analyses of Michels, Ostrogorski and Duverger, Sartori elaborates a general theory of parties based on the notion of “system”, explored and explained through a comparative analysis of the main political systems throughout the world. The thesis then tried to highlight the unknowns that according to Sartori make the future of democracy more uncertain and precarious than ever. Particular space was dedicated to the crisis of the left following the collapse of the communist regimes. Another theme on which we focused was the advent of videocracy, which led Sartori to find in television a powerful instrument of mass manipulation aimed at diminishing the abstract and critical capacity of the human being.

L’intento da cui prende le mosse il presente lavoro è quello di ricostruire la teoria democratica di Giovanni Sartori, ponendo particolare attenzione agli snodi principali del suo pensiero. Iniziata negli anni ’50 del XX secolo, la riflessione sulla democrazia costituisce il prisma teorico attraverso il quale Sartori esamina le evoluzioni della politica occidentale. Renitente alla chiamata alle armi della Repubblica di Salò, Sartori trovò consolazione nella lettura di alcuni grandi filosofi, di cui si nutrì avidamente fino a distanziarsene in nome della più ragionata adesione alla scienza politica. Lo spartiacque della biografia sartoriana viene individuato nel soggiorno americano del 1949, il quale lo espose per la prima volta alla rivoluzione behaviorista delle scienze sociali, in Italia ancora di là da venire. Dopo una serie di articoli innovativi sulla necessità d’indagare il fenomeno politico in una prospettiva empirica, purtuttavia consapevoli della teoria ereditata da secoli di filosofia europea, Sartori scolpì le sue pagine più memorabili nel classico Democrazia e definizioni. In esso si trova il nocciolo della sua teoria democratica, la quale, ispirandosi alla lezione di Schumpeter e Dahl, può annoverarsi come una delle più lucide apologie dell’elitismo democratico. Mettendo in rilievo la natura competitiva e pluralistica della leadership democratica, Sartori evidenzia il fondamentale ruolo riservato alle minoranze dirigenti, le uniche ad esercitare verticalmente il potere soltanto dopo essere state selezionate dal demos mediante libere e aperte elezioni. Un posto rilevante nella riflessione di Sartori è occupato dai nemici della visione liberal-democratica, i cosiddetti “perfezionisti democratici”, anelanti a un modello di democrazia razionalistica che in sede storica non ha mai trovato applicazione. È proprio il criterio della storicità che contraddistingue in positivo le analisi di Sartori, attente a ricostruire le modalità concrete con cui il progetto democratico è andato attuandosi in Europa e in America dalle dalla fine del ‘700 in avanti. Un intero capitolo della tesi prende in esame un’altra direttrice dell’opera di Sartori, la teoria dei partiti. Strettamente legati alla democrazia, i partiti e il sistema dei partiti costituiscono un filone d’indagine a cui Sartori dedicò uno dei volumi che gli valsero notorietà nel panorama accademico mondiale: Parties and party systems. Contestate le analisi di Michels, Ostrogorski e Duverger, Sartori elabora una teoria generale dei partiti fondata sulla nozione di “sistema”, approfondita e spiegata attraverso un’analisi comparata dei principali sistemi politici di tutto il mondo. La tesi ha poi cercato di mettere in evidenza le incognite che secondo Sartori rendono il futuro della democrazia più che mai incerto e precario. Particolare spazio è stato dedicato alla crisi della sinistra in seguito al crollo dei regimi comunisti. Un altro tema sul quale ci si è concentrati riguarda l’avvento della videocrazia, che porterà Sartori a rinvenire nella televisione un potente strumento di manipolazione di massa volto a diminuire la capacità astraente e critica dell’essere umano.

La teoria della democrazia di Giovanni Sartori

DELPERO, DARIO
2023/2024

Abstract

L’intento da cui prende le mosse il presente lavoro è quello di ricostruire la teoria democratica di Giovanni Sartori, ponendo particolare attenzione agli snodi principali del suo pensiero. Iniziata negli anni ’50 del XX secolo, la riflessione sulla democrazia costituisce il prisma teorico attraverso il quale Sartori esamina le evoluzioni della politica occidentale. Renitente alla chiamata alle armi della Repubblica di Salò, Sartori trovò consolazione nella lettura di alcuni grandi filosofi, di cui si nutrì avidamente fino a distanziarsene in nome della più ragionata adesione alla scienza politica. Lo spartiacque della biografia sartoriana viene individuato nel soggiorno americano del 1949, il quale lo espose per la prima volta alla rivoluzione behaviorista delle scienze sociali, in Italia ancora di là da venire. Dopo una serie di articoli innovativi sulla necessità d’indagare il fenomeno politico in una prospettiva empirica, purtuttavia consapevoli della teoria ereditata da secoli di filosofia europea, Sartori scolpì le sue pagine più memorabili nel classico Democrazia e definizioni. In esso si trova il nocciolo della sua teoria democratica, la quale, ispirandosi alla lezione di Schumpeter e Dahl, può annoverarsi come una delle più lucide apologie dell’elitismo democratico. Mettendo in rilievo la natura competitiva e pluralistica della leadership democratica, Sartori evidenzia il fondamentale ruolo riservato alle minoranze dirigenti, le uniche ad esercitare verticalmente il potere soltanto dopo essere state selezionate dal demos mediante libere e aperte elezioni. Un posto rilevante nella riflessione di Sartori è occupato dai nemici della visione liberal-democratica, i cosiddetti “perfezionisti democratici”, anelanti a un modello di democrazia razionalistica che in sede storica non ha mai trovato applicazione. È proprio il criterio della storicità che contraddistingue in positivo le analisi di Sartori, attente a ricostruire le modalità concrete con cui il progetto democratico è andato attuandosi in Europa e in America dalle dalla fine del ‘700 in avanti. Un intero capitolo della tesi prende in esame un’altra direttrice dell’opera di Sartori, la teoria dei partiti. Strettamente legati alla democrazia, i partiti e il sistema dei partiti costituiscono un filone d’indagine a cui Sartori dedicò uno dei volumi che gli valsero notorietà nel panorama accademico mondiale: Parties and party systems. Contestate le analisi di Michels, Ostrogorski e Duverger, Sartori elabora una teoria generale dei partiti fondata sulla nozione di “sistema”, approfondita e spiegata attraverso un’analisi comparata dei principali sistemi politici di tutto il mondo. La tesi ha poi cercato di mettere in evidenza le incognite che secondo Sartori rendono il futuro della democrazia più che mai incerto e precario. Particolare spazio è stato dedicato alla crisi della sinistra in seguito al crollo dei regimi comunisti. Un altro tema sul quale ci si è concentrati riguarda l’avvento della videocrazia, che porterà Sartori a rinvenire nella televisione un potente strumento di manipolazione di massa volto a diminuire la capacità astraente e critica dell’essere umano.
Giovanni Sartori's theory of democracy
The aim of this work is to reconstruct Giovanni Sartori’s democratic theory, paying particular attention to the main turning points of his thought. Begun in the 1950s, his reflection on democracy constitutes the theoretical prism through which Sartori examines the evolution of Western politics. Reluctant to the call to arms of the Republic of Salò, Sartori found consolation in reading some important philosophers, of whom he avidly nourished himself to the point of distancing himself in the name of a more reasoned adherence to political science. The watershed of Sartori’s biography is identified in his visiting to America in 1949, which exposed him for the first time to the behaviorist revolution of the social sciences, which in Italy was still to come. After a series of astute and innovative articles on the need to investigate the political phenomenon from an empirical perspective, Sartori carved his most memorable pages in the classic Democracy and Definitions. It contains the core of his democratic theory, which, inspired by the lessons of Schumpeter and Dahl, can be considered one of the most lucid apologies of democratic elitism. Highlighting the competitive and pluralistic nature of democratic leadership, Sartori highlights the fundamental role reserved for ruling minorities, the only ones to vertically exercise power only after being selected by the demos through free and open elections. An important place in Sartori's reflection is occupied by the enemies of the liberal-democratic vision, the so-called "democratic perfectionists", yearning for a model of rationalistic democracy that has never found application in history. It is precisely the criterion of historicity that positively distinguishes Sartori's analyses, attentive to reconstructing the concrete ways in which the democratic project has been implemented in Europe and America from the end of the 18th century onwards. An entire chapter of the thesis examines another direction of Sartori's work, the theory of parties. Closely linked to democracy, parties and the party system constitute a line of investigation to which Sartori dedicated one of the volumes that earned him fame in the world academic panorama: Parties and party systems. Contesting the analyses of Michels, Ostrogorski and Duverger, Sartori elaborates a general theory of parties based on the notion of “system”, explored and explained through a comparative analysis of the main political systems throughout the world. The thesis then tried to highlight the unknowns that according to Sartori make the future of democracy more uncertain and precarious than ever. Particular space was dedicated to the crisis of the left following the collapse of the communist regimes. Another theme on which we focused was the advent of videocracy, which led Sartori to find in television a powerful instrument of mass manipulation aimed at diminishing the abstract and critical capacity of the human being.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/166189