The historical period we are currently living through is characterized by a new phase of technological and economic-social transformations; in particular, technological evolution does not only affect production-business aspects but affects the whole of human life. Technological innovation has brought with it the development of new needs and possibilities in the work sphere, new risks to be faced, and is also able to affect how people interact and relate to each other. The Internet has certainly enabled the overcoming of space-time limitations and made possible the creation of networks capable of connecting almost instantaneously both geographically distant people and business realities. At the same time, hyperconnectedness is certainly one of the consequences of digitization, the overuse of technology and the possibility of always having technological instrumentation at one's disposal have meant that at the level it was possible to record an increase in the phenomenon of social isolation and emotional disconnection between individuals. The need to reconcile the hectic pace of work and private life has now become a primary objective of our society, both in terms of regularizing work and in terms of using available human resources by paying attention to the very current issue of environmental sustainability. Departing in part from the former conception of work, in which being always at the employer's disposal made one appear as a better and higher performing worker. Today, on the other hand, people are increasingly seeking workplaces that facilitate the ability to conduct one's private life peacefully and in which the boundaries between the work and private spheres are clearly delineated. The phenomenon of disconnection is slowly emerging as a new-generation right that is the subject of interest of European and national institutions, legislative efforts channeling all their forces in order to curb the possible risk of merging of work and private life and enable the effective exercise of the right to disconnect.
Il periodo storico che attualmente stiamo vivendo è caratterizzato da una nuova fase di trasformazioni tecnologiche ed economico-sociali, in particolare l’evoluzione tecnologica non riguarda solo gli aspetti produttivi-aziendali ma interessa l’intera vita dell’uomo. L’innovazione tecnologica ha portato con sé lo sviluppo di nuove necessità e possibilità in ambito lavorativo, nuovi rischi da dover fronteggiare ed è inoltre in rado di condizionare come le persone interagiscono e si relazionano tra loro. Internet ha certamente permesso il superamento di limiti spazio-temporali e ha reso possibile la creazione di reti capaci di collegare quasi istantaneamente sia persone geograficamente distanti sia realtà imprenditoriali. Allo stesso tempo, l’iperconnessione è certamente una delle conseguenze della digitalizzazione, l’uso eccessivo della tecnologia e la possibilità di avere sempre a disposizione strumentazione tecnologica hanno fatto sì che a livello fosse possibile registrare un aumento del fenomeno dell’isolamento sociale e della disconnessione emotiva tra individui. L’esigenza di conciliare i frenetici ritmi lavorativi e la vita privata è divenuta ormai obiettivo primario della nostra società, sia in termini di regolarizzazione del lavoro sia in termini di utilizzo delle risorse umane disponibili ponendo attenzione all’attualissimo tema della sostenibilità ambientale. Discostandosi in parte dalla previgente concezione del lavoro, in cui essere sempre a disposizione del datore di lavoro faceva apparire come lavoratori migliori e più performanti. Oggi, invece, si va ricercando sempre più luoghi di lavoro che agevolino la possibilità di condurre serenamente la propria vita privata e in cui siano ben delineati i confini tra sfera lavorativa e privata. In assenza di precisi vincoli di tempo possono venire a crearsi situazioni di sovraccarico e intensificazione dei ritmi lavorativi e di conseguenza un aumento del tempo di lavoro stesso. Ciò non significa che il lavoro agile possa essere svolto a qualsiasi ora del giorno e per una durata non definita, poiché occorre sempre il rispetto della disciplina in materia di salute e sicurezza sul lavoro e, in ogni caso, tenere presente che l’art. 36 Cost. che, sebbene indirettamente, impone un orario massimo lavorativo giornaliero. Il fenomeno della disconnessione si sta piano piano affermando come diritto di nuova generazione oggetto di interesse delle istituzioni europee e nazionali, gli sforzi legislativi convogliano tutte le loro forze al fine di arginare il possibile rischio di fusione della vita lavorativa e privata e consentire l’effettivo esercizio del diritto alla disconnessione. L’evoluzione tecnologica a cui stiamo assistendo negli ultimi decenni ha avuto un forte impatto sull’organizzazione del lavoro e la disconnessione è proprio una delle conseguenze di questa evoluzione. Le nuove tecnologiche non devono essere considerate un ostacolo allo sviluppo di nuove modalità di esercizio della prestazione lavorativa ma devono rappresentare un supporto per i lavoratori in grado di migliorare la qualità e l’efficienza delle prestazioni stesse.
La polifunzionalità del diritto alla disconnessione
ROSSATO, EMMA
2023/2024
Abstract
Il periodo storico che attualmente stiamo vivendo è caratterizzato da una nuova fase di trasformazioni tecnologiche ed economico-sociali, in particolare l’evoluzione tecnologica non riguarda solo gli aspetti produttivi-aziendali ma interessa l’intera vita dell’uomo. L’innovazione tecnologica ha portato con sé lo sviluppo di nuove necessità e possibilità in ambito lavorativo, nuovi rischi da dover fronteggiare ed è inoltre in rado di condizionare come le persone interagiscono e si relazionano tra loro. Internet ha certamente permesso il superamento di limiti spazio-temporali e ha reso possibile la creazione di reti capaci di collegare quasi istantaneamente sia persone geograficamente distanti sia realtà imprenditoriali. Allo stesso tempo, l’iperconnessione è certamente una delle conseguenze della digitalizzazione, l’uso eccessivo della tecnologia e la possibilità di avere sempre a disposizione strumentazione tecnologica hanno fatto sì che a livello fosse possibile registrare un aumento del fenomeno dell’isolamento sociale e della disconnessione emotiva tra individui. L’esigenza di conciliare i frenetici ritmi lavorativi e la vita privata è divenuta ormai obiettivo primario della nostra società, sia in termini di regolarizzazione del lavoro sia in termini di utilizzo delle risorse umane disponibili ponendo attenzione all’attualissimo tema della sostenibilità ambientale. Discostandosi in parte dalla previgente concezione del lavoro, in cui essere sempre a disposizione del datore di lavoro faceva apparire come lavoratori migliori e più performanti. Oggi, invece, si va ricercando sempre più luoghi di lavoro che agevolino la possibilità di condurre serenamente la propria vita privata e in cui siano ben delineati i confini tra sfera lavorativa e privata. In assenza di precisi vincoli di tempo possono venire a crearsi situazioni di sovraccarico e intensificazione dei ritmi lavorativi e di conseguenza un aumento del tempo di lavoro stesso. Ciò non significa che il lavoro agile possa essere svolto a qualsiasi ora del giorno e per una durata non definita, poiché occorre sempre il rispetto della disciplina in materia di salute e sicurezza sul lavoro e, in ogni caso, tenere presente che l’art. 36 Cost. che, sebbene indirettamente, impone un orario massimo lavorativo giornaliero. Il fenomeno della disconnessione si sta piano piano affermando come diritto di nuova generazione oggetto di interesse delle istituzioni europee e nazionali, gli sforzi legislativi convogliano tutte le loro forze al fine di arginare il possibile rischio di fusione della vita lavorativa e privata e consentire l’effettivo esercizio del diritto alla disconnessione. L’evoluzione tecnologica a cui stiamo assistendo negli ultimi decenni ha avuto un forte impatto sull’organizzazione del lavoro e la disconnessione è proprio una delle conseguenze di questa evoluzione. Le nuove tecnologiche non devono essere considerate un ostacolo allo sviluppo di nuove modalità di esercizio della prestazione lavorativa ma devono rappresentare un supporto per i lavoratori in grado di migliorare la qualità e l’efficienza delle prestazioni stesse.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/166180