This study aims to analyse the narration of the Istrian exodus offered by three newspapers, each an expression of a different ideology and political formation. The pages of ‘l'Unità’, the organ of the Italian Communist Party, ‘Il Popolo’, the voice of the Christian Democrats, and ‘Il Secolo d'Italia’, an area publication of the Italian Social Movement, are examined. The research is introduced by a historical reconstruction of the main events that led to the exodus, starting with the rise of nationalisms along the eastern border of the Kingdom of Italy, which came into conflict during the Great War and led, on the Italian side, to the birth of border fascism. The tensions generated by the twenty years of fascism between the Italian community and the Slovenian and Croatian ones are described, with a strong repression of the latter and the adoption of policies aimed at progressively erasing their language and culture. Next, the Italian occupation of the Yugoslav areas annexed thanks to the wartime successes of the German army is analysed, with the subsequent repression of the resistance movement led by the Slovenian communists. With the capitulation of the fascist State on 8 September 1943, the Royal Army withdrew from the border lands, leaving a power vacuum filled, for little more than a month, by the Yugoslav popular liberation movement: the violent political scenario leading to the phenomenon of the Istrian foibe, interrupted by the arrival of the Nazi army, is then outlined. It then goes on to analyse the complex season of the Julian foibe, which developed at the same time as the liberation of Trieste from Nazi-fascism by the Tito army in the spring of 1945. Other fundamental events that frame the historical context of the Istrian exodus are treated in parallel with the Treaty of Paris of 1947, the Memorandum of Understanding of 1954 and the Treaty of Osimo of 1975. The study then focuses on the Julian-Dalmatian exodus, starting from a historical reconstruction divided into several phases and geographical areas. The analysis is then carried out on the narrative of the exodus from Pola through the pages of ‘l'Unità’ and ‘Il Popolo’ in the months between 1946 and 1947, and then moves on to the analysis of the 1954 editions, including ‘Il Secolo d'Italia’, in relation to the narrative of the forced migrations during the final stages of the Free Territory of Trieste. The analysis of the newspapers concludes with a reflection on the representation of the exiles, highlighting how it can be distorted by ideologies and political aims, compromising the foundations of collective memory and historical justice.
Il presente studio si propone di analizzare la narrazione dell’esodo istriano offerta da tre quotidiani, ciascuno espressione di una diversa ideologia e formazione politica. Vengono prese in esame le pagine de “l’Unità”, organo del Partito comunista italiano, de “Il Popolo”, voce della Democrazia cristiana, e de “Il Secolo d’Italia”, pubblicazione d’area del Movimento sociale italiano. La ricerca è introdotta da una ricostruzione storica degli eventi principali che portarono all’esodo, a partire dalla nascita dei nazionalismi lungo il confine orientale del Regno d’Italia, i quali entrano in conflitto durante la Grande guerra e portano, sul versante italiano, alla nascita del fascismo di confine. Vengono descritte le tensioni generate dal ventennio fascista tra la comunità italiana e quelle slovene e croate, con una forte repressione di queste ultime e l’adozione di politiche mirate a cancellarne progressivamente lingua e cultura. Successivamente, si analizza l’occupazione italiana delle zone jugoslave annesse grazie ai successi bellici dell’esercito tedesco, con il conseguente tentativo di repressione del movimento di resistenza guidato dai comunisti sloveni. Con la capitolazione dello Stato fascista l’8 settembre 1943, il Regio Esercito si ritira dalle terre di confine, lasciando un vuoto di potere colmato, per poco più di un mese, dal movimento popolare di liberazione jugoslavo: viene quindi delineato il violento scenario politico che conduce al fenomeno delle foibe istriane, interrotto dall’arrivo dell’esercito nazista. Si passa poi ad analizzare la complessa stagione delle foibe giuliane, che si sviluppa contestualmente alla liberazione di Trieste dal nazifascismo da parte dell’esercito titino nella primavera del 1945. Altri eventi fondamentali che inquadrano il contesto storico dell’esodo istriano vengono trattati parallelamente al Trattato di Parigi del 1947, al Memorandum d’Intesa del 1954 e al Trattato di Osimo del 1975. Lo studio si focalizza quindi sull’esodo giuliano-dalmata, partendo da una ricostruzione storica articolata in più fasi e aree geografiche. L’analisi viene poi condotta sulla narrazione dell’esodo da Pola attraverso le pagine de “l’Unità” e de “Il Popolo” nei mesi a cavallo tra il 1946 e il 1947, per poi passare all’analisi delle edizioni del 1954, includendo anche “Il Secolo d’Italia”, in relazione al racconto delle migrazioni forzate durante le fasi finali del Territorio Libero di Trieste. L’analisi delle testate si conclude con una riflessione sulla rappresentazione degli esuli, evidenziando come essa possa essere distorta da ideologie e finalità politiche, compromettendo le basi della memoria collettiva e della giustizia storica.
Rappresentare l'esodo. La diaspora istriana nelle pagine de "l'Unità", "Il Popolo" e "Il Secolo d'Italia"
CONTESSI, LUCA
2023/2024
Abstract
Il presente studio si propone di analizzare la narrazione dell’esodo istriano offerta da tre quotidiani, ciascuno espressione di una diversa ideologia e formazione politica. Vengono prese in esame le pagine de “l’Unità”, organo del Partito comunista italiano, de “Il Popolo”, voce della Democrazia cristiana, e de “Il Secolo d’Italia”, pubblicazione d’area del Movimento sociale italiano. La ricerca è introdotta da una ricostruzione storica degli eventi principali che portarono all’esodo, a partire dalla nascita dei nazionalismi lungo il confine orientale del Regno d’Italia, i quali entrano in conflitto durante la Grande guerra e portano, sul versante italiano, alla nascita del fascismo di confine. Vengono descritte le tensioni generate dal ventennio fascista tra la comunità italiana e quelle slovene e croate, con una forte repressione di queste ultime e l’adozione di politiche mirate a cancellarne progressivamente lingua e cultura. Successivamente, si analizza l’occupazione italiana delle zone jugoslave annesse grazie ai successi bellici dell’esercito tedesco, con il conseguente tentativo di repressione del movimento di resistenza guidato dai comunisti sloveni. Con la capitolazione dello Stato fascista l’8 settembre 1943, il Regio Esercito si ritira dalle terre di confine, lasciando un vuoto di potere colmato, per poco più di un mese, dal movimento popolare di liberazione jugoslavo: viene quindi delineato il violento scenario politico che conduce al fenomeno delle foibe istriane, interrotto dall’arrivo dell’esercito nazista. Si passa poi ad analizzare la complessa stagione delle foibe giuliane, che si sviluppa contestualmente alla liberazione di Trieste dal nazifascismo da parte dell’esercito titino nella primavera del 1945. Altri eventi fondamentali che inquadrano il contesto storico dell’esodo istriano vengono trattati parallelamente al Trattato di Parigi del 1947, al Memorandum d’Intesa del 1954 e al Trattato di Osimo del 1975. Lo studio si focalizza quindi sull’esodo giuliano-dalmata, partendo da una ricostruzione storica articolata in più fasi e aree geografiche. L’analisi viene poi condotta sulla narrazione dell’esodo da Pola attraverso le pagine de “l’Unità” e de “Il Popolo” nei mesi a cavallo tra il 1946 e il 1947, per poi passare all’analisi delle edizioni del 1954, includendo anche “Il Secolo d’Italia”, in relazione al racconto delle migrazioni forzate durante le fasi finali del Territorio Libero di Trieste. L’analisi delle testate si conclude con una riflessione sulla rappresentazione degli esuli, evidenziando come essa possa essere distorta da ideologie e finalità politiche, compromettendo le basi della memoria collettiva e della giustizia storica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/166165