This thesis deals with theatre and disability and explores the mutual enrichment and benefits of their relationship. The aim of this research is to try to answer the following questions: can theatre be a concrete means to re-affirm identity for actors with disabilities? And how can their presence on stage represent a significant change in society’s perspective? The speech will begin with the analysis of the evolution of the concept of disability during history, from the mythological and strongly stigmatizing vision of the ancient Greeks until the arrival of new laws and inclusion proposals adopted from the Sixties to the contemporary world, characterized by a growing sensitivity. Special attention will be given to the entry into force of the UN Convention in 2008, which represents a decisive step towards a more equitable and accessible society for all. The first chapter will end with a reflection on the importance of learning to define your own identity by developing self-consciousness by autonarrativity, in order to be able to understand your own life path and find your place in society and in the world. The second chapter will focus on theatre and its practices aimed at self-representation. From its origins to the latest experimentations, theatre has proved to be an extremely versatile art able to assume different meanings and functions depending on the historical, cultural and social context. This thesis will examine the social theatre, through the analysis of origins, characteristics and most significant benefits of this phenomenon. The importance of theatre practices in inclusion and personal and group growth will be demonstrated. In addition to this, the delicate theme of the transition from the laboratory to the stage will be discussed by focusing on the arising concerns born from this novelty and audience's reactions in front of the view of the disabled body on stage. In the next chapter, the speech will divided into three different points of view around the phenomenon of social theatre related to disability. The analyisis will begin from the theatre of Chiara Bersani, activist and performer affected by imperfect osteogenesis who uses her body on stage to challenge traditional aesthetic canons, celebrate diversity and restore equal dignity to any actor and worker, without thinking about their physical condition. A part of the speech will be dedicated to her most famous show: Gentle Unicorn, the manifesto of her ideals and the show with which she wins the prestigious 2018 Ubu Award for best new actress or performer under 35. Afterwards, the discussion will move on to Antonio Viganò and his experience with the Ribalta Theatre Company, a group of actors and dancers with disabilities founded in Bolzano in 2013. From here, a reflection on the relationship of deep exchange between theatre and disease will begin, and its outcome will be exemplified in the analysis of the show Il Ballo. Finally, the relationship of Paolo Ruffini with down syndrome will be examinated and, in particular, his work with Mayor Von Frinzius company, in activity since 1997 with the aim of representing disability by comedy and self-irony. In conclusion of the thesis I will tell the story of Fondazione Apri Le Braccia Onlus of Galliate, thanks to the founder's contribution (Benedetta Sereno). Finally, I will talk about my own experience in civil service and my theatre lab at the Foundation.
Il presente elaborato riguarda il teatro e la disabilità ed esplora i reciproci arricchimenti e benefici scaturiti dal loro rapporto. Lo scopo di questa ricerca è quello di tentare di rispondere ai seguenti quesiti: può il teatro essere un concreto strumento di riaffermazione identitaria per l’attore con disabilità? E come può la presenza in scena di quest’ultimo rappresentare un cambiamento di sguardo significativo per la società? Il discorso inizierà con l'analisi dell’evoluzione del concetto di disabilità nel corso della storia, a partire dalla visione mitologica e fortemente stigmatizzante degli antichi Greci fino all’arrivo di nuove leggi e propositi di inclusione adottati dagli anni Sessanta fino alla contemporaneità, caratterizzata da una sensibilità in continua crescita. Particolare attenzione verrà riservata all’entrata in vigore della Convenzione ONU nel 2008, passo decisivo verso una società più equa e accessibile a tutti. Il primo capitolo si concluderà, poi, con un’ampia riflessione sull’importanza di imparare a definire la propria identità sviluppando un'autonarrazione consapevole di sé per riuscire a comprendere il proprio percorso di vita e a trovare il proprio posto nella società e nel mondo. Il secondo capitolo verterà sul teatro e le sue pratiche come strumenti di autorappresentazione. Dalle sue origini fino alle forme di sperimentazione contemporanee, il teatro ha dimostrato di essere un’arte estremamente versatile capace di assumere significati e funzioni diverse a seconda del contesto storico, culturale e sociale. All'interno di questa tesi verrà preso in esame il teatro sociale, attraverso l'analisi delle origini, delle caratteristiche e dei benefici più significativi di questo fenomeno. Verrà dimostrata l'importanza delle pratiche del laboratorio teatrale nell'inclusione e per la crescita personale e di gruppo. Inoltre, si tratterà il delicato tema del passaggio dal laboratorio alle scene dibattendo sulle preoccupazioni insorte a seguito di questa novità e sulle reazioni del pubblico di fronte al corpo disabile in scena. Nel capitolo successivo il discorso si ramificherà in tre percorsi capaci di restituire diversi punti di vista intorno al fenomeno teatrale legato alla disabilità. Per primo, verrà preso in analisi il teatro di Chiara Bersani, attivista e performer affetta da osteogenesi imperfetta che utilizza il suo corpo in scena per sfidare i canoni estetici tradizionali, celebrare la diversità e rivendicare un pensiero che restituisca pari dignità a qualsiasi attore e lavoratore, a prescindere dalla sua condizione fisica. Una parte del discorso verrà dedicata alla sua opera più famosa: Gentle Unicorn, manifesto dei suoi ideali e spettacolo con il quale si aggiudica il prestigioso Premio Ubu 2018 come miglior nuova attrice o performer under 35. In seguito, si passerà a trattare l'esperienza teatrale del regista Antonio Viganò con la Compagnia del Teatro La Ribalta, gruppo di attori e danzatori con disabilità fondato a Bolzano nel 2013. Da qui si aprirà una riflessione sul rapporto di profondo scambio tra il teatro e la malattia, il cui esito verrà esemplificato nell'analisi dello spettacolo Il Ballo. Infine, ad essere esaminato sarà il rapporto di Paolo Ruffini con la sindrome di down e, in particolare, il suo lavoro teatrale con la compagnia livornese Mayor Von Frinzius, attiva dal 1997 con l'obiettivo di mettere in scena l’handicap mediante le chiavi del comico e dell’autoironia. In conclusione della tesi racconterò la storia della Fondazione Apri Le Braccia Onlus di Galliate, grazie al prezioso contributo della fondatrice Benedetta Sereno. Parlerò, infine, della mia esperienza da servizio civilista presso la Fondazione e del laboratorio teatrale da me svolto.
Il teatro e la disabilità
MESITI, LAURA
2023/2024
Abstract
Il presente elaborato riguarda il teatro e la disabilità ed esplora i reciproci arricchimenti e benefici scaturiti dal loro rapporto. Lo scopo di questa ricerca è quello di tentare di rispondere ai seguenti quesiti: può il teatro essere un concreto strumento di riaffermazione identitaria per l’attore con disabilità? E come può la presenza in scena di quest’ultimo rappresentare un cambiamento di sguardo significativo per la società? Il discorso inizierà con l'analisi dell’evoluzione del concetto di disabilità nel corso della storia, a partire dalla visione mitologica e fortemente stigmatizzante degli antichi Greci fino all’arrivo di nuove leggi e propositi di inclusione adottati dagli anni Sessanta fino alla contemporaneità, caratterizzata da una sensibilità in continua crescita. Particolare attenzione verrà riservata all’entrata in vigore della Convenzione ONU nel 2008, passo decisivo verso una società più equa e accessibile a tutti. Il primo capitolo si concluderà, poi, con un’ampia riflessione sull’importanza di imparare a definire la propria identità sviluppando un'autonarrazione consapevole di sé per riuscire a comprendere il proprio percorso di vita e a trovare il proprio posto nella società e nel mondo. Il secondo capitolo verterà sul teatro e le sue pratiche come strumenti di autorappresentazione. Dalle sue origini fino alle forme di sperimentazione contemporanee, il teatro ha dimostrato di essere un’arte estremamente versatile capace di assumere significati e funzioni diverse a seconda del contesto storico, culturale e sociale. All'interno di questa tesi verrà preso in esame il teatro sociale, attraverso l'analisi delle origini, delle caratteristiche e dei benefici più significativi di questo fenomeno. Verrà dimostrata l'importanza delle pratiche del laboratorio teatrale nell'inclusione e per la crescita personale e di gruppo. Inoltre, si tratterà il delicato tema del passaggio dal laboratorio alle scene dibattendo sulle preoccupazioni insorte a seguito di questa novità e sulle reazioni del pubblico di fronte al corpo disabile in scena. Nel capitolo successivo il discorso si ramificherà in tre percorsi capaci di restituire diversi punti di vista intorno al fenomeno teatrale legato alla disabilità. Per primo, verrà preso in analisi il teatro di Chiara Bersani, attivista e performer affetta da osteogenesi imperfetta che utilizza il suo corpo in scena per sfidare i canoni estetici tradizionali, celebrare la diversità e rivendicare un pensiero che restituisca pari dignità a qualsiasi attore e lavoratore, a prescindere dalla sua condizione fisica. Una parte del discorso verrà dedicata alla sua opera più famosa: Gentle Unicorn, manifesto dei suoi ideali e spettacolo con il quale si aggiudica il prestigioso Premio Ubu 2018 come miglior nuova attrice o performer under 35. In seguito, si passerà a trattare l'esperienza teatrale del regista Antonio Viganò con la Compagnia del Teatro La Ribalta, gruppo di attori e danzatori con disabilità fondato a Bolzano nel 2013. Da qui si aprirà una riflessione sul rapporto di profondo scambio tra il teatro e la malattia, il cui esito verrà esemplificato nell'analisi dello spettacolo Il Ballo. Infine, ad essere esaminato sarà il rapporto di Paolo Ruffini con la sindrome di down e, in particolare, il suo lavoro teatrale con la compagnia livornese Mayor Von Frinzius, attiva dal 1997 con l'obiettivo di mettere in scena l’handicap mediante le chiavi del comico e dell’autoironia. In conclusione della tesi racconterò la storia della Fondazione Apri Le Braccia Onlus di Galliate, grazie al prezioso contributo della fondatrice Benedetta Sereno. Parlerò, infine, della mia esperienza da servizio civilista presso la Fondazione e del laboratorio teatrale da me svolto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/166107