Lolita, the novel by Vladimir Nabokov published in 1955, has left an indelible mark on literature and popular culture, inspiring the worlds of cinema and fashion with its controversial story of passion and obsession. The figure of Dolores Haze, the young and elusive protagonist, embodies an aesthetic and symbolic ideal that has evolved over time, transforming into a cultural icon. Cinematically, Lolita has had two famous adaptations: Stanley Kubrick’s (1962) and Adrian Lyne’s (1997). Kubrick adopts a more ironic and allusive language, dictated by the restrictions of the time, while Lyne chooses a more intense and emotional visual approach, emphasizing Dolores' vulnerability. Both films offer different interpretations of the protagonist, reflecting the cultural and social transformations of their respective eras. These adaptations have helped cement a specific visual imagery, characterized by symbolic elements such as heart-shaped sunglasses, short skirts, and ballet flats, which have become integral to a rebellious and seductive youthful aesthetic. Fashion has often reinterpreted the Lolita figure, oscillating between innocence and sensuality: brands like Miu Miu and Heaven by Marc Jacobs have incorporated and reworked these elements, sparking debates about the fine line between provocation and innocence. At the same time, cinema has fueled the femcel-core phenomenon, an aesthetic subculture inspired by problematic and alienated female characters, such as those played by Angelina Jolie and Winona Ryder in Girl, Interrupted (1999) or by Natalie Portman in Black Swan (2010). This trend is reflected in fashion through fragile silhouettes, gothic inspirations, and an aestheticization of melancholy. The intersection between cinema and fashion demonstrates how the aesthetics linked to Lolita and femcel-core continue to evolve, transforming into a visual language that influences contemporary culture and redefines the representation of femininity on the big screen and the runway. Lolita continues to inspire the visual arts, society, and costume, adapting to cultural shifts and generating new reflections on the relationship between desire, power, and female imagery.

Lolita, il romanzo di Vladimir Nabokov pubblicato nel 1955, ha lasciato un segno indelebile nella letteratura e nella cultura popolare, ispirando il mondo del cinema e della moda con la sua controversa storia di passione e ossessione. La figura di Dolores Haze, giovane e sfuggente protagonista, incarna un ideale estetico e simbolico che si è evoluto nel tempo, trasformandosi in un’icona culturale. A livello cinematografico, Lolita ha conosciuto due celebri adattamenti: quello di Stanley Kubrick (1962) e quello di Adrian Lyne (1997). Kubrick adotta un linguaggio più ironico e allusivo, dettato dalle restrizioni dell’epoca, mentre Lyne sceglie un registro visivo più intenso ed emotivo, portando in primo piano la vulnerabilità di Dolores. Entrambi i film offrono una visione diversa della protagonista, riflettendo le trasformazioni culturali e sociali del periodo in cui sono stati realizzati. Questi adattamenti hanno contribuito a fissare un immaginario visivo specifico, caratterizzato da elementi simbolici come gli occhiali a cuore, le gonne corte e le ballerine, che sono diventati parte integrante di un’estetica giovanile ribelle e seducente. La moda ha spesso reinterpretato la figura di Lolita, oscillando tra l’innocenza e la sensualità: brand come Miu Miu e Heaven by Marc Jacobs hanno ripreso e rielaborato questi elementi, generando dibattiti sul confine tra provocazione e innocenza. Parallelamente, il cinema ha alimentato il fenomeno del femcel-core, una sottocultura estetica che si ispira a personaggi femminili problematici e alienati, come quelli interpretati da Angelina Jolie e Winona Ryder Ragazze Interrotte (1999) o da Natalie Portman in Cigno Nero (2010). Questa tendenza si riflette nella moda attraverso silhouette fragili, ispirazioni gotiche e un’estetizzazione della malinconia. L’intersezione tra cinema e moda dimostra come l’estetica legata a Lolita e al femcel-core continui a evolversi, trasformandosi in un linguaggio visivo che influenza la cultura contemporanea e ridefinisce la rappresentazione della femminilità sul grande schermo e nelle passerelle. Lolita continua a ispirare le arti visive, la società e il costume, adattandosi ai mutamenti culturali e generando nuove riflessioni sul rapporto tra desiderio, potere e immagine femminile.

Lolita veste il cinema: moda, estetica e influenze culturali

MANCA, ALYSSA
2023/2024

Abstract

Lolita, il romanzo di Vladimir Nabokov pubblicato nel 1955, ha lasciato un segno indelebile nella letteratura e nella cultura popolare, ispirando il mondo del cinema e della moda con la sua controversa storia di passione e ossessione. La figura di Dolores Haze, giovane e sfuggente protagonista, incarna un ideale estetico e simbolico che si è evoluto nel tempo, trasformandosi in un’icona culturale. A livello cinematografico, Lolita ha conosciuto due celebri adattamenti: quello di Stanley Kubrick (1962) e quello di Adrian Lyne (1997). Kubrick adotta un linguaggio più ironico e allusivo, dettato dalle restrizioni dell’epoca, mentre Lyne sceglie un registro visivo più intenso ed emotivo, portando in primo piano la vulnerabilità di Dolores. Entrambi i film offrono una visione diversa della protagonista, riflettendo le trasformazioni culturali e sociali del periodo in cui sono stati realizzati. Questi adattamenti hanno contribuito a fissare un immaginario visivo specifico, caratterizzato da elementi simbolici come gli occhiali a cuore, le gonne corte e le ballerine, che sono diventati parte integrante di un’estetica giovanile ribelle e seducente. La moda ha spesso reinterpretato la figura di Lolita, oscillando tra l’innocenza e la sensualità: brand come Miu Miu e Heaven by Marc Jacobs hanno ripreso e rielaborato questi elementi, generando dibattiti sul confine tra provocazione e innocenza. Parallelamente, il cinema ha alimentato il fenomeno del femcel-core, una sottocultura estetica che si ispira a personaggi femminili problematici e alienati, come quelli interpretati da Angelina Jolie e Winona Ryder Ragazze Interrotte (1999) o da Natalie Portman in Cigno Nero (2010). Questa tendenza si riflette nella moda attraverso silhouette fragili, ispirazioni gotiche e un’estetizzazione della malinconia. L’intersezione tra cinema e moda dimostra come l’estetica legata a Lolita e al femcel-core continui a evolversi, trasformandosi in un linguaggio visivo che influenza la cultura contemporanea e ridefinisce la rappresentazione della femminilità sul grande schermo e nelle passerelle. Lolita continua a ispirare le arti visive, la società e il costume, adattandosi ai mutamenti culturali e generando nuove riflessioni sul rapporto tra desiderio, potere e immagine femminile.
The cinema wears Lolita: fashion, aesthetics and cultural influences
Lolita, the novel by Vladimir Nabokov published in 1955, has left an indelible mark on literature and popular culture, inspiring the worlds of cinema and fashion with its controversial story of passion and obsession. The figure of Dolores Haze, the young and elusive protagonist, embodies an aesthetic and symbolic ideal that has evolved over time, transforming into a cultural icon. Cinematically, Lolita has had two famous adaptations: Stanley Kubrick’s (1962) and Adrian Lyne’s (1997). Kubrick adopts a more ironic and allusive language, dictated by the restrictions of the time, while Lyne chooses a more intense and emotional visual approach, emphasizing Dolores' vulnerability. Both films offer different interpretations of the protagonist, reflecting the cultural and social transformations of their respective eras. These adaptations have helped cement a specific visual imagery, characterized by symbolic elements such as heart-shaped sunglasses, short skirts, and ballet flats, which have become integral to a rebellious and seductive youthful aesthetic. Fashion has often reinterpreted the Lolita figure, oscillating between innocence and sensuality: brands like Miu Miu and Heaven by Marc Jacobs have incorporated and reworked these elements, sparking debates about the fine line between provocation and innocence. At the same time, cinema has fueled the femcel-core phenomenon, an aesthetic subculture inspired by problematic and alienated female characters, such as those played by Angelina Jolie and Winona Ryder in Girl, Interrupted (1999) or by Natalie Portman in Black Swan (2010). This trend is reflected in fashion through fragile silhouettes, gothic inspirations, and an aestheticization of melancholy. The intersection between cinema and fashion demonstrates how the aesthetics linked to Lolita and femcel-core continue to evolve, transforming into a visual language that influences contemporary culture and redefines the representation of femininity on the big screen and the runway. Lolita continues to inspire the visual arts, society, and costume, adapting to cultural shifts and generating new reflections on the relationship between desire, power, and female imagery.
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Descrizione: Questo elaborato mette in luce come il romanzo Lolita ha influenzato la moda, l'estetica e la società in cui viviamo attraverso varie forme d'arte come la musica, la moda, il cinema, la televisione e i social media.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/166086