This thesis explores the evolution of videodance, an art form that arises from the fusion of the moving body and cinematic technology. The introduction of audiovisual techniques has transformed dance from a form of physical expression to a practice that explores new visual and immaterial territories. I have framed the various forms of video dance, from the more documentary-like to the more experimental, focusing on the unlimited possibilities that can be achieved and how the dialogue with pre- and post-production techniques fuels the creative, interpretative, and representational possibilities of dance. The dialogue between choreographers and filmmakers throughout the twentieth century gave rise to works in which the dancing body integrates with the image, becoming something other than traditional interpretation and representation. The conception of the moving body has evolved over time, shifting from a physical and narrative vision to a more spiritual and emotional one, influenced by the theories of François Delsarte and German Expressionist schools. These ideas were enhanced by the introduction of cinema, which allowed dance to transcend physical and spatial limits, projecting the body into an abstract dimension. Pioneering filmmakers such as Ed Emshwiller and Richard O. Moore, in collaboration with choreographers like Merce Cunningham and Alwin Nikolais, contributed to creating a synthesis between dance, cinema, and video. I have focused particularly on the artist Maya Deren, a filmmaker who created true video dance works, analyzing the dialogue between the movements of the camera and the movements of the dancers and performers. In conclusion, I framed the figure of the "choreo-director," who merges the directorial and choreographic viewpoints and has come to represent not only a new figure but also a new approach to creation—one that no longer perceives dance and cinema as separate entities, but as a whole. As shown in the works of Angelin Preljocaj and Philippe Decouflé, this experimental approach opens limitless possibilities for dance and the body, which is increasingly capable of moving between the real and the virtual.

Questa tesi esplora l’evoluzione della video-danza, un’arte che nasce dalla fusione tra corpo in movimento e tecnologia cinematografica. L’introduzione delle tecniche audiovisive hanno trasformato la danza da una forma di espressione fisica a una pratica che esplora nuovi territori visivi e immateriali. Ho inquadrato le varie forme di Videodanza, da quella più documentaristica a quella più sperimentale, soffermandomi sulle possibilità illimitate che si possono ottenere e come il dialogo con le tecniche di pre e post produzione alimentano le possibilità creative, interpretative, rappresentative della danza. Il dialogo tra coreografi e cineasti, nel corso del Novecento, ha dato vita a opere in cui il corpo danzante si integra con l’immagine, e diventa altro dall'interpretazione e rappresentazione tradizionale. La concezione del corpo in movimento si è evoluta nel tempo, passando da una visione fisica e narrativa a una più spirituale ed emotiva, influenzata dalle teorie di François Delsarte e dalle scuole espressioniste tedesche. Queste idee sono state potenziate dall’introduzione del cinema, che ha permesso alla danza di oltrepassare i limiti fisici e spaziali, proiettando il corpo in una dimensione astratta. Registi pionieristici come Ed Emshwiller, Richard O.Moore in collaborazione con coreografi come Merce Cunningham, Alwin Nikolais, hanno contribuito a creare una sintesi tra danza, cinema e video. Mi sono soffermata con particolare attenzione sull'artista Maya Deren, regista che ha realizzato vere e proprie opere di Videodanza, analizzando il dialogo tra i movimenti della videocamera e i movimenti dei danzatori, performer. In conclusione ho inquadrato la figura del “coreo-regista”, che tiene insieme lo sguardo registico con quello coreografico e ha rappresentato nel tempo una figura nuova ma soprattutto una nuova modalità di intendere la creazione, di non percepire la danza e il cinema a sé stanti, ma come un insieme; come mostrato nei lavori di Angelin Preljocaj e Philippe Decouflé, un approccio sperimentale che apre possibilità illimitate alla danza e al corpo, che è sempre più in grado di muoversi tra reale e virtuale.

Videodanza: la coreografia per la camera. Il corpo in movimento tra reale e virtuale.

GUERRA, ALESSANDRA
2023/2024

Abstract

Questa tesi esplora l’evoluzione della video-danza, un’arte che nasce dalla fusione tra corpo in movimento e tecnologia cinematografica. L’introduzione delle tecniche audiovisive hanno trasformato la danza da una forma di espressione fisica a una pratica che esplora nuovi territori visivi e immateriali. Ho inquadrato le varie forme di Videodanza, da quella più documentaristica a quella più sperimentale, soffermandomi sulle possibilità illimitate che si possono ottenere e come il dialogo con le tecniche di pre e post produzione alimentano le possibilità creative, interpretative, rappresentative della danza. Il dialogo tra coreografi e cineasti, nel corso del Novecento, ha dato vita a opere in cui il corpo danzante si integra con l’immagine, e diventa altro dall'interpretazione e rappresentazione tradizionale. La concezione del corpo in movimento si è evoluta nel tempo, passando da una visione fisica e narrativa a una più spirituale ed emotiva, influenzata dalle teorie di François Delsarte e dalle scuole espressioniste tedesche. Queste idee sono state potenziate dall’introduzione del cinema, che ha permesso alla danza di oltrepassare i limiti fisici e spaziali, proiettando il corpo in una dimensione astratta. Registi pionieristici come Ed Emshwiller, Richard O.Moore in collaborazione con coreografi come Merce Cunningham, Alwin Nikolais, hanno contribuito a creare una sintesi tra danza, cinema e video. Mi sono soffermata con particolare attenzione sull'artista Maya Deren, regista che ha realizzato vere e proprie opere di Videodanza, analizzando il dialogo tra i movimenti della videocamera e i movimenti dei danzatori, performer. In conclusione ho inquadrato la figura del “coreo-regista”, che tiene insieme lo sguardo registico con quello coreografico e ha rappresentato nel tempo una figura nuova ma soprattutto una nuova modalità di intendere la creazione, di non percepire la danza e il cinema a sé stanti, ma come un insieme; come mostrato nei lavori di Angelin Preljocaj e Philippe Decouflé, un approccio sperimentale che apre possibilità illimitate alla danza e al corpo, che è sempre più in grado di muoversi tra reale e virtuale.
Screendance: coreography for camera. The body in motion between real and virtual.
This thesis explores the evolution of videodance, an art form that arises from the fusion of the moving body and cinematic technology. The introduction of audiovisual techniques has transformed dance from a form of physical expression to a practice that explores new visual and immaterial territories. I have framed the various forms of video dance, from the more documentary-like to the more experimental, focusing on the unlimited possibilities that can be achieved and how the dialogue with pre- and post-production techniques fuels the creative, interpretative, and representational possibilities of dance. The dialogue between choreographers and filmmakers throughout the twentieth century gave rise to works in which the dancing body integrates with the image, becoming something other than traditional interpretation and representation. The conception of the moving body has evolved over time, shifting from a physical and narrative vision to a more spiritual and emotional one, influenced by the theories of François Delsarte and German Expressionist schools. These ideas were enhanced by the introduction of cinema, which allowed dance to transcend physical and spatial limits, projecting the body into an abstract dimension. Pioneering filmmakers such as Ed Emshwiller and Richard O. Moore, in collaboration with choreographers like Merce Cunningham and Alwin Nikolais, contributed to creating a synthesis between dance, cinema, and video. I have focused particularly on the artist Maya Deren, a filmmaker who created true video dance works, analyzing the dialogue between the movements of the camera and the movements of the dancers and performers. In conclusion, I framed the figure of the "choreo-director," who merges the directorial and choreographic viewpoints and has come to represent not only a new figure but also a new approach to creation—one that no longer perceives dance and cinema as separate entities, but as a whole. As shown in the works of Angelin Preljocaj and Philippe Decouflé, this experimental approach opens limitless possibilities for dance and the body, which is increasingly capable of moving between the real and the virtual.
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Descrizione: Che cos'è la Videodanza? Quante possibilità artistico-creative si possono ottenere dall'incontro della danza e del movimento con il mondo del cinema e delle tecniche audiovisive.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/166084