Starting from the value, which I found necessary in my undergraduate and graduate thesis, residing in the use of speech and language, I decided to focus my investigation on the historical and cultural aspect of language. Understood as a meaning-fixing technique, language is capable of exercising a fundamental function, responsible for a key to understanding the world. In this sense, definitions play utility in operating as an index role of assumed positions in the social and exist to be exercised, criticized, rejected and even subverted. The aim of my research is to reflect on meaning in the use of language, not as a literal explanation but aimed at analyzing how and especially whether the assumption of a given lexicon was acquired and exercised over time, contextualized to the fascist period in 1930s Italy. A crucial historical moment for linguistic recodification, having as an instrument of union and strength of the people the word. A language that will become unique, as the only one shared, because of its dictatorial influence and that will see its allies the oppression and repression of other forms of communication, recognized as invalidating for the implementation of the regime's promotional strategy. We must therefore start from this scenario to understand in cinematic transfiguration what was the meaning conveyed by the filmic contents of the period. Italian cinema will undergo the influence of fascist propaganda, through censorship and dissent against foreign products, creating cinematic and consequently social myths, thanks to the educational production of feature films and documentaries of the national Italian language. Sound cinema will witness a new representation of Italian culture and man, between modernization and tradition. Social phenomena, such as modernization and tradition, which undoubtedly condition the consolidation of the myths I speak of in reference to fascism, that is, symbolic images that burst into collective memory and are firmly fixed. In addition to the visual aspect, it is on the linguistic one that I place my research, because it is characteristic in lending voice to gestures, enhancing their communicative impact. All this was made possible thanks to the birth of sound, in the same years, its relationship with silent cinema, antecedent, and its relationship with post-production, subsequent. Dubbing, that is, the operation of adaptation and translation, does not exist except in reference to foreign production: the question naturally arises here as to whether we can actually speak of censorship, understood as an absolute ban on circulation. Issues related to dubbing are extremely sensitive, among the most important in the field of communication, as dubbing lends itself in dealing with the relationship between image and direct language problem with the audience. The translation of languages, from foreign to Italian, responds not to a rejection by Italian cinema but to a reference, according to its own customs and habits, to other cinematographies. This cohesion of multiple languages, despite the apparent denial dictated by the regime, helps me to introduce the research focus: the cohesion of lexical aspects that feed off each other and in turn generate statements, repetitions, narratives and finally expressions. The production of language that can be enjoyed and learned from at the same time.
Partendo dal valore, che ho riscontrato necessario nel mio percorso universitario e di tesi, residente nell’utilizzo della parola e del linguaggio, ho deciso di concentrare la mia indagine sull’aspetto storico e culturale della lingua. Intesa come tecnica fissante di significati, la lingua è in grado di esercitare una funzione fondamentale, responsabile di una chiave di lettura sul mondo. In questo senso le definizioni svolgono utilità nell'operare come ruolo indice di posizioni assunte nel sociale ed esistono per essere esercitate, criticate, rifiutate ed anche sovvertite. La mia ricerca si pone come obiettivo la riflessione sul significato nell’utilizzo del linguaggio, non come spiegazione letterale ma finalizzata ad analizzare in che modo e soprattutto se l’assunzione di un determinato lessico sia stato acquisito ed esercitato nel tempo, contestualizzato al periodo fascista nell’Italia degli anni Trenta. Un momento storico cruciale per la ricodificazione linguistica, avente come strumento di unione e forza del popolo la parola. Una lingua che diverrà unica, in quanto la sola condivisa, per via della sua influenza dittatoriale e che vedrà sue alleate l’oppressione e la repressione di altre forme di comunicazione, riconosciute invalidanti per la messa in opera della strategia promozionale del regime. Bisogna dunque partire da questo scenario per comprendere nella trasfigurazione cinematografica quale fosse il significato veicolato dai contenuti filmici del periodo. Il cinema italiano subirà l’influenza della propaganda fascista, mediante la censura e il dissenso nei confronti di prodotti stranieri, creando miti cinematografici e di conseguenza sociali, grazie alla produzione educativa di lungometraggi e documentari di lingua italiana nazionale. Il cinema sonoro assisterà ad una nuova rappresentazione della cultura e dell’uomo italiano, tra modernizzazione e tradizione. Fenomeni sociali, quali modernizzazione e tradizione, che condizionano indubbiamente il consolidarsi dei miti di cui parlo in riferimento al fascismo, ovvero di immagini simboliche che irrompono nella memoria collettiva e vengono fissate saldamente. Oltre all’aspetto visivo, è su quello linguistico che pongo la mia ricerca, perché caratterizzante nel prestare voce alla gestualità, potenziandone l'impatto comunicativo. Tutto questo è stato reso possibile grazie alla nascita del sonoro, negli stessi anni, alla sua relazione con il cinema muto, antecedente, ed al rapporto con la post- produzione, successiva. Il doppiaggio, ovvero l’operazione di adattamento e traduzione, non esiste se non in riferimento alla produzione straniera: sorge qui naturale il domandarsi se si possa parlare effettivamente di censura, intesa come assoluto divieto di circolazione. Le problematiche relative al doppiaggio sono estremamente delicate, tra le più importanti nel settore della comunicazione, in quanto il doppiaggio si presta nel trattare il rapporto tra immagine e problema di linguaggio diretto con il pubblico. La traduzione di linguaggi, da quello straniero a quello italiano, risponde non ad un rifiuto da parte del cinema italiano bensì a un riferimento, secondo propri costumi e usi, ad altre cinematografie. Questa coesione di più lingue, nonostante l’apparente negazione dettata dal regime, mi aiuta a introdurre il focus di ricerca: la coesione di aspetti lessicali che si nutrono reciprocamente e che generano a loro volta affermazioni, ripetizioni, racconti e infine espressioni. La produzione di un linguaggio del quale poter godere e dal quale poter imparare allo stesso tempo.
Il linguaggio inclusivo e il doppiaggio
OTTAVIANO, FIAMMA
2023/2024
Abstract
Partendo dal valore, che ho riscontrato necessario nel mio percorso universitario e di tesi, residente nell’utilizzo della parola e del linguaggio, ho deciso di concentrare la mia indagine sull’aspetto storico e culturale della lingua. Intesa come tecnica fissante di significati, la lingua è in grado di esercitare una funzione fondamentale, responsabile di una chiave di lettura sul mondo. In questo senso le definizioni svolgono utilità nell'operare come ruolo indice di posizioni assunte nel sociale ed esistono per essere esercitate, criticate, rifiutate ed anche sovvertite. La mia ricerca si pone come obiettivo la riflessione sul significato nell’utilizzo del linguaggio, non come spiegazione letterale ma finalizzata ad analizzare in che modo e soprattutto se l’assunzione di un determinato lessico sia stato acquisito ed esercitato nel tempo, contestualizzato al periodo fascista nell’Italia degli anni Trenta. Un momento storico cruciale per la ricodificazione linguistica, avente come strumento di unione e forza del popolo la parola. Una lingua che diverrà unica, in quanto la sola condivisa, per via della sua influenza dittatoriale e che vedrà sue alleate l’oppressione e la repressione di altre forme di comunicazione, riconosciute invalidanti per la messa in opera della strategia promozionale del regime. Bisogna dunque partire da questo scenario per comprendere nella trasfigurazione cinematografica quale fosse il significato veicolato dai contenuti filmici del periodo. Il cinema italiano subirà l’influenza della propaganda fascista, mediante la censura e il dissenso nei confronti di prodotti stranieri, creando miti cinematografici e di conseguenza sociali, grazie alla produzione educativa di lungometraggi e documentari di lingua italiana nazionale. Il cinema sonoro assisterà ad una nuova rappresentazione della cultura e dell’uomo italiano, tra modernizzazione e tradizione. Fenomeni sociali, quali modernizzazione e tradizione, che condizionano indubbiamente il consolidarsi dei miti di cui parlo in riferimento al fascismo, ovvero di immagini simboliche che irrompono nella memoria collettiva e vengono fissate saldamente. Oltre all’aspetto visivo, è su quello linguistico che pongo la mia ricerca, perché caratterizzante nel prestare voce alla gestualità, potenziandone l'impatto comunicativo. Tutto questo è stato reso possibile grazie alla nascita del sonoro, negli stessi anni, alla sua relazione con il cinema muto, antecedente, ed al rapporto con la post- produzione, successiva. Il doppiaggio, ovvero l’operazione di adattamento e traduzione, non esiste se non in riferimento alla produzione straniera: sorge qui naturale il domandarsi se si possa parlare effettivamente di censura, intesa come assoluto divieto di circolazione. Le problematiche relative al doppiaggio sono estremamente delicate, tra le più importanti nel settore della comunicazione, in quanto il doppiaggio si presta nel trattare il rapporto tra immagine e problema di linguaggio diretto con il pubblico. La traduzione di linguaggi, da quello straniero a quello italiano, risponde non ad un rifiuto da parte del cinema italiano bensì a un riferimento, secondo propri costumi e usi, ad altre cinematografie. Questa coesione di più lingue, nonostante l’apparente negazione dettata dal regime, mi aiuta a introdurre il focus di ricerca: la coesione di aspetti lessicali che si nutrono reciprocamente e che generano a loro volta affermazioni, ripetizioni, racconti e infine espressioni. La produzione di un linguaggio del quale poter godere e dal quale poter imparare allo stesso tempo.File | Dimensione | Formato | |
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Il Linguaggio iclusivo e il Doppiaggio- Tesi Triennale D.A.M.S.-Candidata Fiamma Ottaviano..pdf
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Descrizione: Analisi del percorso storico linguistico nel cinema degli anni Trenta
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/166077