This thesis takes as its object of research the social relations in today's debt crisis, in an attempt to offer a broader conceptuality with which to rethink human relations, in order not to reduce them to those between creditors and debtors, and debt as a polysemantic social phenomenon from a historical-factual point of view. The bibliography summarises the anthropological-philosophical character of the proposed analysis: starting from the way in which Maurizio Lazzarato develops the creditor-debtor relationship, described by Friedrich Nietzsche in the Second Dissertation of the Genealogy, we have problematised the processes of subjectivation through the anthropological work of David Graeber, who shows the multiple ways in which the social-political device of debt has been able to shape relations between people for at least five thousand years. The habit of thinking of the latter as affairs in which one owes something to each other, and such that an exact equivalence is sought, has ideologically legitimised the idea that debts must be repaid and honoured, with the consequence of reducing the social relationship to a debt balance. The perspective opened up by ethnographic practices has allowed us to assess the implications of indebted social living, and to thematise not only debt as a factor of social cohesion, capable of recalibrating relationships between people without the persuasion of having to settle the bill, but above all the possibility of experiencing meaningful relationships that are divorced from the logic of equivalence. By re-signifying debts as bonds that have nothing sinful in their persistence as such, because they are also synonymous with sociality, we illustrated the absurdity of feeling guilty for what is perceived as a ‘life debt’ in today's society, due to the constant injunction to self-valorisation, typical of neo-liberalism. Starting from the obvious indignation of our time, we have attempted to open up a space for theoretical reflection, in which to experience interdependence, our being indebted to one another, as a strictly social value.

La presente tesi assume come suo oggetto di ricerca le relazioni sociali nella odierna crisi del debito, nel tentativo di offrire una concettualità più ampia con cui ripensare i rapporti umani, al fine di non ridurli a quelli tra creditori e debitori, e il debito, come fenomeno sociale polisemantico da un punto di vista storico-fattuale. La bibliografia riassume il carattere antropologico-filosofico dell'analisi che si è proposta: a partire dal modo in cui Maurizio Lazzarato sviluppa la relazione creditore-debitore, descritta da Friedrich Nietzsche nella Seconda dissertazione della Genealogia, abbiamo problematizzato i processi di soggettivazione attraverso il lavoro antropologico di David Graeber, che mostra le molteplici maniere con cui il dispositivo politico-sociale del debito ha saputo plasmare da almeno cinquemila anni le relazioni tra persone. L'abitudine a pensare queste ultime come affari in cui ci si deve qualcosa, e tali per cui si tende alla realizzazione di un'equivalenza esatta, ha legittimato ideologicamente l'idea per cui i debiti devono essere ripagati e onorati, con la conseguenza di ridurre la relazione sociale a un saldo del debito. La prospettiva dischiusa dalle pratiche etnografiche ci ha permesso di valutare le implicazioni di un vivere sociale indebitante, e di tematizzare non solo il debito come fattore di coesione sociale, in grado di ricalibrare i rapporti tra le persone senza la persuasione di dover saldare il conto, ma soprattutto la possibilità di vivere relazioni significative che siano avulse dalla logica dell'equivalenza. Risignificando i debiti come vincoli che non hanno alcunché di peccaminoso nel loro persistere come tali, perché sono anche sinonimo di socialità, abbiamo illustrato l'assurdità di sentirsi colpevoli per ciò che viene percepito come un "debito di vita" nella società odierna, a causa dell'ingiunzione costante all'auto-valorizzazione, tipica del neoliberismo. A partire dall'indignazione per nulla taciuta del nostro tempo, abbiamo tentato di aprire uno spazio di riflessione teoretica, in cui sperimentare l'interdipendenza, il nostro essere debitori gli uni degli altri, come un valore strettamente sociale.

Relazioni sociali nella crisi del debito: una prospettiva antropologico-filosofica

FANELLI, SARA
2023/2024

Abstract

La presente tesi assume come suo oggetto di ricerca le relazioni sociali nella odierna crisi del debito, nel tentativo di offrire una concettualità più ampia con cui ripensare i rapporti umani, al fine di non ridurli a quelli tra creditori e debitori, e il debito, come fenomeno sociale polisemantico da un punto di vista storico-fattuale. La bibliografia riassume il carattere antropologico-filosofico dell'analisi che si è proposta: a partire dal modo in cui Maurizio Lazzarato sviluppa la relazione creditore-debitore, descritta da Friedrich Nietzsche nella Seconda dissertazione della Genealogia, abbiamo problematizzato i processi di soggettivazione attraverso il lavoro antropologico di David Graeber, che mostra le molteplici maniere con cui il dispositivo politico-sociale del debito ha saputo plasmare da almeno cinquemila anni le relazioni tra persone. L'abitudine a pensare queste ultime come affari in cui ci si deve qualcosa, e tali per cui si tende alla realizzazione di un'equivalenza esatta, ha legittimato ideologicamente l'idea per cui i debiti devono essere ripagati e onorati, con la conseguenza di ridurre la relazione sociale a un saldo del debito. La prospettiva dischiusa dalle pratiche etnografiche ci ha permesso di valutare le implicazioni di un vivere sociale indebitante, e di tematizzare non solo il debito come fattore di coesione sociale, in grado di ricalibrare i rapporti tra le persone senza la persuasione di dover saldare il conto, ma soprattutto la possibilità di vivere relazioni significative che siano avulse dalla logica dell'equivalenza. Risignificando i debiti come vincoli che non hanno alcunché di peccaminoso nel loro persistere come tali, perché sono anche sinonimo di socialità, abbiamo illustrato l'assurdità di sentirsi colpevoli per ciò che viene percepito come un "debito di vita" nella società odierna, a causa dell'ingiunzione costante all'auto-valorizzazione, tipica del neoliberismo. A partire dall'indignazione per nulla taciuta del nostro tempo, abbiamo tentato di aprire uno spazio di riflessione teoretica, in cui sperimentare l'interdipendenza, il nostro essere debitori gli uni degli altri, come un valore strettamente sociale.
Social relations in the debt crisis: an anthropological-philosophical perspective
This thesis takes as its object of research the social relations in today's debt crisis, in an attempt to offer a broader conceptuality with which to rethink human relations, in order not to reduce them to those between creditors and debtors, and debt as a polysemantic social phenomenon from a historical-factual point of view. The bibliography summarises the anthropological-philosophical character of the proposed analysis: starting from the way in which Maurizio Lazzarato develops the creditor-debtor relationship, described by Friedrich Nietzsche in the Second Dissertation of the Genealogy, we have problematised the processes of subjectivation through the anthropological work of David Graeber, who shows the multiple ways in which the social-political device of debt has been able to shape relations between people for at least five thousand years. The habit of thinking of the latter as affairs in which one owes something to each other, and such that an exact equivalence is sought, has ideologically legitimised the idea that debts must be repaid and honoured, with the consequence of reducing the social relationship to a debt balance. The perspective opened up by ethnographic practices has allowed us to assess the implications of indebted social living, and to thematise not only debt as a factor of social cohesion, capable of recalibrating relationships between people without the persuasion of having to settle the bill, but above all the possibility of experiencing meaningful relationships that are divorced from the logic of equivalence. By re-signifying debts as bonds that have nothing sinful in their persistence as such, because they are also synonymous with sociality, we illustrated the absurdity of feeling guilty for what is perceived as a ‘life debt’ in today's society, due to the constant injunction to self-valorisation, typical of neo-liberalism. Starting from the obvious indignation of our time, we have attempted to open up a space for theoretical reflection, in which to experience interdependence, our being indebted to one another, as a strictly social value.
Autorizzo consultazione esterna dell'elaborato
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi Fanelli definitivo.pdf

non disponibili

Descrizione: Questo progetto, dimostrando la polisemia storico-fattuale del debito, attraverso una prospettiva antropologico-filosofica, problematizza le relazioni sociali odierne, irriducibili a saldi del debito e a meri calcoli in cui ci si deve qualcosa.
Dimensione 1.6 MB
Formato Adobe PDF
1.6 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/165874