The present study examines the figure of Aion, a central concept in the religious and philosophical culture of the Greco-Roman world, analyzing its linguistic, iconographic, and philosophical evolution. Through a philological, historical, and cultic investigation, this work aims to clarify the nature of Aion and its role in the cultural traditions of antiquity, highlighting its multiple interpretations and the contexts in which the term was employed. The first chapter analyzes the linguistic and textual dimension of the concept of Aion, focusing on its development from archaic literature to late-antique philosophical reflection. Beginning with its Homeric attestations, the term carries a vitalistic connotation in relation to living beings. In the Classical and Hellenistic periods, Aion acquires a broader meaning, becoming synonymous with eternal time, and is eventually adopted as a technical term in Platonic and Neoplatonic speculation. Its distinction from chronos, as articulated in Plato’s Timaeus, marks a turning point in the definition of the concept, attributing to it the meaning of immutable eternity, in opposition to the temporality of the phenomenal world. Simultaneously, it appears in Greek magical papyri, where it assumes a cultic significance linked to initiatory practices, revealing a fusion of philosophical speculation and ritual worship. The second chapter is dedicated to the iconographic study of Aion, through an analysis of its artistic representations. The association with the zodiac wheel, long considered the primary attribute of Aion, has been critically reexamined, demonstrating that it appears only in certain attestations, such as the mosaic of Shahba-Philippopolis, where the zodiacal element seems to fit into a propagandistic context rather than a genuine cultic representation. Particular attention has been paid to the possible iconographic overlap between Aion and other divine figures, particularly the lion-headed god of the Mithraic cult and Phanes. The analysis reveals that these figures belong to distinct cultic and conceptual traditions. The third chapter addresses the philosophical dimension of Aion, with particular reference to the Neoplatonic tradition. Building on the Platonic distinction between Aion and chronos, late-antique thought develops an elaboration of the concept that places it at the center of metaphysical reflection on eternity. The term acquires a key role in Neoplatonic cosmology, configuring itself as the absolute eternity that governs time without being conditioned by it. This philosophical development is accompanied by a transformation of the concept in the context of the initiatory and cultic traditions of late antiquity, where Aion is assimilated into a regulatory force of cosmic order, yet never becomes the object of an autonomous and structured cult. Its identification as a deity remains uncertain, as does the significance of the iconographic elements with which it has been depicted. Its function appears to reside more in a conceptual and cosmological dimension rather than in that of a traditional deity subject to veneration. While in the archaic period the term had a vitalistic and temporal connotation, over the centuries it was progressively reinterpreted in a metaphysical and abstract sense, eventually becoming a central concept in reflections on eternity and the order of the cosmos. The analysis conducted confirms the necessity of a multidisciplinary approach to understanding the nature of Aion, avoiding univocal interpretations and taking into account the plurality of meanings the term has assumed in different cultural and historical contexts. Through a comparison of textual sources, iconographic evidence, and philosophical speculations, the study allows for a delineation of the transformation of this figure in the cultic and philosophical thought of antiquity.
Il presente studio esamina la figura di aion, un concetto centrale nella cultura religiosa e filosofica del mondo greco-romano, analizzandone l’evoluzione linguistica, iconografica e filosofica. Attraverso un'indagine filologica e storica e di culto, il lavoro si propone di chiarire la natura di aion e il suo ruolo nelle tradizioni culturali dell’antichità, evidenziandone le molteplici declinazioni e i contesti in cui il termine è stato impiegato. Nel primo capitolo viene analizzata la dimensione linguistica e testuale del concetto di aion, con attenzione al suo sviluppo dalla letteratura arcaica alla riflessione filosofica tardo-antica. A partire dalle attestazioni omeriche, il termine ha una valenza vitalistica negli esseri viventi. In epoca classica ed ellenistica, aion acquisisce un significato più ampio, divenendo sinonimo di tempo eterno, fino a essere assunto come termine tecnico nella speculazione platonica e neoplatonica. La sua distinzione da chronos, esposta nel Timeo di Platone, segna un punto di svolta nella definizione del concetto, attribuendogli il significato di eternità immutabile, in opposizione alla temporalità del mondo fenomenico. Parallelamente, compare nei papiri magici greci, dove assume una valenza cultuale legata a pratiche iniziatiche, mostrando una commistione tra speculazione filosofica e ritualità di culto. Il secondo capitolo è dedicato allo studio iconografico di Aion, attraverso un’analisi delle sue rappresentazioni artistiche. L’associazione con la ruota dello zodiaco, considerata a lungo il principale attributo di Aion, è stata riesaminata criticamente, evidenziando come compaia solo in alcune attestazioni, tra cui il mosaico di Shahba-Philippopolis, dove l’elemento zodiacale sembra inserirsi in un contesto propagandistico più che in una reale rappresentazione cultuale. Particolare attenzione è stata dedicata alla possibile sovrapposizione iconografica tra Aion e altre figure divine, in particolare il dio leontocefalo del culto di Mithra e Phanes. L’analisi ha mostrato come essi rispondano a tradizioni cultiali e concettuali differenti. Il terzo capitolo affronta la dimensione filosofica di aion, con particolare riferimento alla tradizione neoplatonica. A partire dalla distinzione platonica tra aion e chronos, il pensiero tardo-antico sviluppa un’elaborazione del concetto che lo pone al centro della riflessione metafisica sull’eternità. Il termine acquisisce una funzione chiave nella cosmologia neoplatonica, configurandosi come l’eternità assoluta che governa il tempo senza esserne condizionata. Questo sviluppo filosofico si accompagna a un cambiamento del concetto nel contesto delle tradizioni iniziatiche e di culto dell’età tardo-antica, in cui aion viene assimilato a una forza regolatrice dell’ordine cosmico, pur senza mai essere oggetto di un culto autonomo e strutturato. La sua identificazione come divinità rimane incerta, così come il valore attribuito agli elementi iconografici con cui è stato raffigurato. La sua funzione sembra collocarsi più in una dimensione concettuale e cosmologica, piuttosto che in quella di una divinità tradizionale oggetto di venerazione. Se in epoca arcaica il termine aveva una valenza vitalistica e temporale, nel corso dei secoli è stato progressivamente reinterpretato in chiave metafisica e astratta, fino a divenire un concetto centrale nella riflessione sull’eternità e sull’ordine del cosmo. L’analisi condotta conferma la necessità di un approccio multidisciplinare per comprendere la natura di aion, evitando interpretazioni univoche e tenendo conto della pluralità di significati che il termine ha assunto nei diversi contesti culturali e storici. Attraverso un confronto tra fonti testuali, evidenze iconografiche e speculazioni filosofiche, lo studio permette di delineare il cambiamento di questa figura nel pensiero di culto e filosofico dell’antichità.
Aion e la Sua Concezione nel Mondo Antico tra Testi e Immagini
FURLAN, AMBROGIO
2023/2024
Abstract
Il presente studio esamina la figura di aion, un concetto centrale nella cultura religiosa e filosofica del mondo greco-romano, analizzandone l’evoluzione linguistica, iconografica e filosofica. Attraverso un'indagine filologica e storica e di culto, il lavoro si propone di chiarire la natura di aion e il suo ruolo nelle tradizioni culturali dell’antichità, evidenziandone le molteplici declinazioni e i contesti in cui il termine è stato impiegato. Nel primo capitolo viene analizzata la dimensione linguistica e testuale del concetto di aion, con attenzione al suo sviluppo dalla letteratura arcaica alla riflessione filosofica tardo-antica. A partire dalle attestazioni omeriche, il termine ha una valenza vitalistica negli esseri viventi. In epoca classica ed ellenistica, aion acquisisce un significato più ampio, divenendo sinonimo di tempo eterno, fino a essere assunto come termine tecnico nella speculazione platonica e neoplatonica. La sua distinzione da chronos, esposta nel Timeo di Platone, segna un punto di svolta nella definizione del concetto, attribuendogli il significato di eternità immutabile, in opposizione alla temporalità del mondo fenomenico. Parallelamente, compare nei papiri magici greci, dove assume una valenza cultuale legata a pratiche iniziatiche, mostrando una commistione tra speculazione filosofica e ritualità di culto. Il secondo capitolo è dedicato allo studio iconografico di Aion, attraverso un’analisi delle sue rappresentazioni artistiche. L’associazione con la ruota dello zodiaco, considerata a lungo il principale attributo di Aion, è stata riesaminata criticamente, evidenziando come compaia solo in alcune attestazioni, tra cui il mosaico di Shahba-Philippopolis, dove l’elemento zodiacale sembra inserirsi in un contesto propagandistico più che in una reale rappresentazione cultuale. Particolare attenzione è stata dedicata alla possibile sovrapposizione iconografica tra Aion e altre figure divine, in particolare il dio leontocefalo del culto di Mithra e Phanes. L’analisi ha mostrato come essi rispondano a tradizioni cultiali e concettuali differenti. Il terzo capitolo affronta la dimensione filosofica di aion, con particolare riferimento alla tradizione neoplatonica. A partire dalla distinzione platonica tra aion e chronos, il pensiero tardo-antico sviluppa un’elaborazione del concetto che lo pone al centro della riflessione metafisica sull’eternità. Il termine acquisisce una funzione chiave nella cosmologia neoplatonica, configurandosi come l’eternità assoluta che governa il tempo senza esserne condizionata. Questo sviluppo filosofico si accompagna a un cambiamento del concetto nel contesto delle tradizioni iniziatiche e di culto dell’età tardo-antica, in cui aion viene assimilato a una forza regolatrice dell’ordine cosmico, pur senza mai essere oggetto di un culto autonomo e strutturato. La sua identificazione come divinità rimane incerta, così come il valore attribuito agli elementi iconografici con cui è stato raffigurato. La sua funzione sembra collocarsi più in una dimensione concettuale e cosmologica, piuttosto che in quella di una divinità tradizionale oggetto di venerazione. Se in epoca arcaica il termine aveva una valenza vitalistica e temporale, nel corso dei secoli è stato progressivamente reinterpretato in chiave metafisica e astratta, fino a divenire un concetto centrale nella riflessione sull’eternità e sull’ordine del cosmo. L’analisi condotta conferma la necessità di un approccio multidisciplinare per comprendere la natura di aion, evitando interpretazioni univoche e tenendo conto della pluralità di significati che il termine ha assunto nei diversi contesti culturali e storici. Attraverso un confronto tra fonti testuali, evidenze iconografiche e speculazioni filosofiche, lo studio permette di delineare il cambiamento di questa figura nel pensiero di culto e filosofico dell’antichità.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Tesi di laurea magistrale in Scienze delle Religioni di Ambrogio Furlan; la seguente ricerca indaga la figura di Aion nel mondo antico, attraverso i testi letterari, le rappresentazioni iconografiche e il suo utilizzo nella filosofia antica.
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/165834