BACKGROUND. Psoriasis is a chronic, relapsing inflammatory skin disease with a significant impact on patients' quality of life. Drug survival, defined as the time interval between the initiation and discontinuation of a pharmacological treatment, represents a crucial parameter for assessing its tolerability, efficacy, and safety. Risankizumab, a monoclonal antibody targeting IL-23, is one of the most promising therapeutic options for the long-term management of psoriasis. OBJECTIVES. This retrospective study aimed to evaluate the achievement of PASI100 and PASI90 in patients with severe psoriasis undergoing four years of treatment. Additionally, it sought to identify key predictive factors for treatment discontinuation, including sex, age, disease onset age, and obesity. Therapeutic adherence and reasons for treatment interruption were also assessed to optimize clinical management. PATIENTS AND METHODS. This monocentric, observational, non-interventional retrospective study was conducted at the PSOCARE outpatient clinic of the Dermatology Clinic of San Lazzaro Hospital in Turin, involving 305 patients (182 males, 116 females). The therapeutic protocol included an initial induction phase of 150 mg of Risankizumab, followed by a monthly administration. Drug survival was analyzed using Kaplan-Meier survival curves and Cox proportional regression models, with hazard ratios (HRs) and 95% confidence intervals (CIs) estimated accordingly. RESULTS. Risankizumab demonstrated high tolerability within the studied population, with 89.31% of patients maintaining good therapeutic adherence, attributed to the low incidence of adverse effects and the ease of treatment management. A strong correlation emerged between higher adherence and a favorable therapeutic response. Difficult-to-treat disease sites (hands, feet, and nails) were identified as negative predictive factors for achieving PASI100 in the early treatment phases (OR=0.56; p=0.069), although these differences diminished over time. Obesity was initially associated with a reduced therapeutic response, likely due to a state of chronic systemic inflammation. However, with appropriate weight control and pharmacological management, PASI reduction became significantly evident over time. By week 104, the impact of obesity on treatment response tended to decrease. Bio-naïve patients exhibited a higher likelihood of achieving PASI100 at 28 weeks (OR=1.86; p=0.029), a result that remained consistent in the long term. Furthermore, baseline psoriasis severity was identified as a positive predictor of therapeutic success, with an increased probability of achieving PASI90 at 52 weeks for each incremental rise in initial PASI values (OR=1.1; p=0.006). During the four years of treatment, the findings confirmed sustained clinical disease control. CONCLUSIONS. IL-23 and IL-17 inhibitors constitute first-line biological therapy for moderate-to-severe psoriasis in long-term management. Risankizumab has proven to be an effective and well-tolerated therapeutic option, characterized by high patient adherence and a favorable safety profile. Early patient stratification based on factors such as disease onset age, pre-treatment status, and obesity may enhance therapeutic response prediction and optimize clinical management.
BACKGROUND. La psoriasi è una patologia infiammatoria cronica recidivante della cute, con un significativo impatto sulla qualità di vita dei pazienti. La drug survival, o persistenza al trattamento, definita come l’intervallo di tempo tra l’inizio della somministrazione del farmaco e la sua interruzione, rappresenta un parametro importante per valutarne tollerabilità, efficacia e sicurezza. Risankizumab, anticorpo monoclonale diretto contro IL-23, rappresenta una delle opzioni terapeutiche più promittenti per la gestione della psoriasi nel lungo termine. OBIETTIVI. È stato condotto uno studio retrospettivo, volto a valutare il raggiungimento di PASI100 e PASI90 in pazienti con psoriasi grave in trattamento per quattro anni. Sono stati identificati i principali fattori predittivi di interruzione della terapia, tra cui sesso, età, età di esordio di malattia, obesità. L’aderenza terapeutica e le cause di sospensione del trattamento sono state valutate al fine di ottimizzare la gestione clinica dei pazienti. PAZIENTI E METODI. Lo studio retrospettivo, monocentrico, osservazionale non interventistico è stato condotto presso l’ambulatorio PSOCARE della Clinica Dermatologica dell’Ospedale San Lazzaro di Torino ed ha coinvolto 305 pazienti (182 uomini, 116 donne). Il protocollo terapeutico prevedeva la somministrazione di 150 mg di risankizumab con un’iniziale fase di induzione seguita da una somministrazione mensile. La drug survival è stata calcolata attraverso curve di sopravvivenza Kaplan-Meier e modelli di regressione proporzionale di Cox, con stima degli hazard ratio (HR) ed intervalli di confidenza (IC) al 95%. RISULTATI. Risankizumab ha evidenziato un’elevata tollerabilità nella popolazione in esame, con un’aderenza terapeutica dell’89,31%, attribuibile alla bassa incidenza di effetti collaterali e alla facile gestione del trattamento. Un’alta aderenza è risultata associata ad una risposta terapeutica più favorevole. Le sedi difficili di malattia (mani, piedi e unghie) sono state identificate come fattori predittivi negativi per il raggiungimento di un PASI100 nelle fasi iniziali di trattamento (OR=0,56; p=0,069), sebbene tali differenze si attenuino nel lungo termine. L’obesità ha mostrato un’influenza negativa iniziale sulla risposta terapeutica, correlando con una condizione infiammatoria sistemica cronica. Tuttavia, con un adeguato controllo del peso e del trattamento farmacologico, la riduzione del PASI è risultata evidente nel tempo. Dopo la settimana 104, l’impatto dell’obesità sulla risposta terapeutica tende a ridursi. I pazienti bio-näive hanno dimostrato una maggiore probabilità di raggiungere PASI100 a 28 settimane (OR=1,86, p=0,029), risultato mantenuto anche nel lungo termine. Inoltre, la gravità della psoriasi al baseline si è rivelata un predittore positivo di successo terapeutico, con un incremento della probabilità di raggiungere PASI90 a 52 settimane per ogni aumento del valore PASI iniziale (OR=1,1; p=0,006). A 4 anni di trattamento, i risultati confermano il mantenimento del controllo clinico. CONCLUSIONI. Gli inibitori di IL-23 ed IL-17 costituiscono la terapia di riferimento per la psoriasi moderata-grave nel lungo termine. Risankizumab si è confermato un’opzione terapeutica efficace e ben tollerata, con un’elevata aderenza terapeutica ed un profilo di sicurezza favorevole. La stratificazione precoce dei pazienti in base a fattori quali età di insorgenza, stato di pretrattamento e obesità può migliorare la previsione della risposta terapeutica ed ottimizzare la gestione clinica.
Efficacia e sicurezza di Risankizumab in Long Term: esperienza real life a 4 anni di trattamento
PANDULLO, SOFIA
2024/2025
Abstract
BACKGROUND. La psoriasi è una patologia infiammatoria cronica recidivante della cute, con un significativo impatto sulla qualità di vita dei pazienti. La drug survival, o persistenza al trattamento, definita come l’intervallo di tempo tra l’inizio della somministrazione del farmaco e la sua interruzione, rappresenta un parametro importante per valutarne tollerabilità, efficacia e sicurezza. Risankizumab, anticorpo monoclonale diretto contro IL-23, rappresenta una delle opzioni terapeutiche più promittenti per la gestione della psoriasi nel lungo termine. OBIETTIVI. È stato condotto uno studio retrospettivo, volto a valutare il raggiungimento di PASI100 e PASI90 in pazienti con psoriasi grave in trattamento per quattro anni. Sono stati identificati i principali fattori predittivi di interruzione della terapia, tra cui sesso, età, età di esordio di malattia, obesità. L’aderenza terapeutica e le cause di sospensione del trattamento sono state valutate al fine di ottimizzare la gestione clinica dei pazienti. PAZIENTI E METODI. Lo studio retrospettivo, monocentrico, osservazionale non interventistico è stato condotto presso l’ambulatorio PSOCARE della Clinica Dermatologica dell’Ospedale San Lazzaro di Torino ed ha coinvolto 305 pazienti (182 uomini, 116 donne). Il protocollo terapeutico prevedeva la somministrazione di 150 mg di risankizumab con un’iniziale fase di induzione seguita da una somministrazione mensile. La drug survival è stata calcolata attraverso curve di sopravvivenza Kaplan-Meier e modelli di regressione proporzionale di Cox, con stima degli hazard ratio (HR) ed intervalli di confidenza (IC) al 95%. RISULTATI. Risankizumab ha evidenziato un’elevata tollerabilità nella popolazione in esame, con un’aderenza terapeutica dell’89,31%, attribuibile alla bassa incidenza di effetti collaterali e alla facile gestione del trattamento. Un’alta aderenza è risultata associata ad una risposta terapeutica più favorevole. Le sedi difficili di malattia (mani, piedi e unghie) sono state identificate come fattori predittivi negativi per il raggiungimento di un PASI100 nelle fasi iniziali di trattamento (OR=0,56; p=0,069), sebbene tali differenze si attenuino nel lungo termine. L’obesità ha mostrato un’influenza negativa iniziale sulla risposta terapeutica, correlando con una condizione infiammatoria sistemica cronica. Tuttavia, con un adeguato controllo del peso e del trattamento farmacologico, la riduzione del PASI è risultata evidente nel tempo. Dopo la settimana 104, l’impatto dell’obesità sulla risposta terapeutica tende a ridursi. I pazienti bio-näive hanno dimostrato una maggiore probabilità di raggiungere PASI100 a 28 settimane (OR=1,86, p=0,029), risultato mantenuto anche nel lungo termine. Inoltre, la gravità della psoriasi al baseline si è rivelata un predittore positivo di successo terapeutico, con un incremento della probabilità di raggiungere PASI90 a 52 settimane per ogni aumento del valore PASI iniziale (OR=1,1; p=0,006). A 4 anni di trattamento, i risultati confermano il mantenimento del controllo clinico. CONCLUSIONI. Gli inibitori di IL-23 ed IL-17 costituiscono la terapia di riferimento per la psoriasi moderata-grave nel lungo termine. Risankizumab si è confermato un’opzione terapeutica efficace e ben tollerata, con un’elevata aderenza terapeutica ed un profilo di sicurezza favorevole. La stratificazione precoce dei pazienti in base a fattori quali età di insorgenza, stato di pretrattamento e obesità può migliorare la previsione della risposta terapeutica ed ottimizzare la gestione clinica.File | Dimensione | Formato | |
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