The issue of end-of-life in Italy. The most common way to end one's life is suicide, which represents an indicator of the victim's distress related to psychological, social and cultural factors. By taking their own life, an individual forfeits the right to life, that is guaranteed by Art. 2 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union. According to the World Health Organization, over 700,000 people commit suicide each year, and the goal is to reduce the number of voluntary deaths by one-third through initiatives aimed at suicide prevention and developing mental well-being policies. Regarding Italian legislation, suicide was once considered a crime, with the last episode of criminalizing suicide being in the 1839 Penal Code (Art. 585). From the Zanardelli Code (1889) attention was first given to aiding suicide. In 1930 (Rocco Code) suicide was no longer considered a crime, but the killing of a consenting person, as well as assisting and encouraging an individual, became criminal offenses. In relation to the subject, the Italian Constitution addresses it through Arts. 13 and 32, which respectively protect an individual's full control over their body and physical integrity, as well as the right to health. The right to life is also addressed by the Universal Declaration of Human Rights in Art. 3, Art. 6 of the International Covenant, and the Charter of Nice. The paper then examines the relationship between doctor and patient and how it has evolved over the years. In the past, the doctor enjoyed full decision-making autonomy regarding the patient's health, as they were considered the ultimate authority. However, starting in the 20th century, the idea developed that the patient was fully capable of self-determination. Consequently, the importance of consent given by the patient to the doctor to undergo a particular medical treatment became more significant, as well as the ways in which this consent could be given. The patient is not obliged to undergo treatment and can withdraw their consent at any time, even if the treatment is already underway. This is known as the right to refuse or renounce treatment, as outlined in Law No. 219 of 2017. The last major topic is active euthanasia and how it differs from assisted suicide and direct active euthanasia. The latter is addressed in Art. 579 of the Penal Code and refers to the act where a third party intentionally causes the death of a person, with prior consent. Assisted suicide (Art. 580 of the Penal Code) is different, where the individual who intends to end their life does so autonomously but with the help and supervision of a third party. An important case related to this is that of Dj Fabo, which led the Court, with ruling No. 242 of 2019, to declare part of Article 580 of the Penal Code unconstitutional and fully acquit Marco Cappato for helping Fabiano Antoniani to die. Regarding assisted suicide, Italian regions are also addressing the matter. Specifically, in February 2025, the Regional Council of Tuscany approved the popular initiative law "Liberi Subito" on end-of-life issues, becoming the first Italian region to have a law on assisted suicide.

L'elaborato in questione si occupa del tema del fine vita in Italia. Il modo più comune per togliersi la vita è il suicidio, che rappresenta l'indicatore di disagio della vittima rispetto a fattori psicologici, sociali e culturali. Dandosi la morte, un soggetto fa venire meno il diritto alla vita che viene garantito dall'Art. 2 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno si suicidano più di 700.000 persone e l'obiettivo è di ridurre di un terzo il numero di morti volontarie, attraverso iniziative volte a prevenire il suicidio e sviluppare politiche per il benessere mentale. Per quanto riguarda la legislazione italiana, il suicidio veniva considerato reato e l'ultimo episodio di criminalizzazione del suicidio si ha con il Codice penale del 1839 (Art. 585) e a partire dal Codice Zanardelli (1889) si pone l'attenzione per la prima volta dell'aiuto al suicidio. Nel 1930 con l'entrata in vigore del Codice Rocco il suicidio non è previsto come delitto, ma entrano in reato l'uccisione del consenziente e l'aiuto e la determinazione del singolo. Importante rispetto al tema, nella Costituzione italiana sono gli Artt. 13 e 32, che tutelano rispettivamente la piena disposizione di un soggetto del proprio corpo e della propria integrità fisica e del diritto alla salute. Del diritto alla vita se ne occupa anche la Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo all'Art. 3, l'Art. 6 del Patto internazionale e la Carta di Nizza. Successivamente si analizzato il rapporto tra medico e paziente e di come questo sia cambiato negli anni. In passato il medico godeva di piena autonomia decisionale rispetto alla salute del paziente in quanto era considerato, ma a partire dal XX secolo si è sviluppata l'idea secondo cui il paziente fosse pienamente in grado di autodeterminarsi. Di conseguenza ha assunto importanza il consenso che viene espresso dal paziente al medico per essere sottoposto ad un determinato trattamento sanitario e le modalità attraverso cui questo può essere rilasciato. In capo al paziente non vi è l'obbligo di cura e, dunque, può in qualsiasi momento far venire meno il consenso anche qualora il trattamento sanitario sia già in corso. Si tratta del diritto di rifiuto o di rinuncia alle cure di cui se ne occupa la legge n. 219 del 2017. L'ultimo grande tema è l'eutanasia attiva e di come si differenzia tra suicidio assistito e eutanasia attiva diretta. Di quest'ultima se ne occupa l'Art. 579 del Codice penale e rappresenta l'azione secondo cui un terzo provoca intenzionalmente la morte di un soggetto, previo consenso. Differente è il suicidio assistito (Art. 580 c.p.) in cui è lo stesso soggetto che intende procurarsi la morte che, autonomamente, ma con l'aiuto e la supervisione di un terzo si provoca la morte. Un importante caso al riguardo è quello di Dj Fabo che ha portato la Corte, con la sentenza n. 242 del 2019, a dichiarare incostituzionale una parte dell'Art. 580 c.p. e di assolvere pienamente Marco Cappato per aver aiutato Fabiano Antoniani a morire. Rispetto al suicidio assistito in Italia se ne stanno occupando anche le regioni. In particolare, il Consiglio regionale della Toscana, nel febbraio 2025, ha approvato la proposta di legge di iniziativa popolare "Liberi Subito" sul fine vita, diventando la prima regione italiana con una legge sul suicidio assistito.

Il fine vita in Italia

GAIDO, MARTA
2023/2024

Abstract

L'elaborato in questione si occupa del tema del fine vita in Italia. Il modo più comune per togliersi la vita è il suicidio, che rappresenta l'indicatore di disagio della vittima rispetto a fattori psicologici, sociali e culturali. Dandosi la morte, un soggetto fa venire meno il diritto alla vita che viene garantito dall'Art. 2 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno si suicidano più di 700.000 persone e l'obiettivo è di ridurre di un terzo il numero di morti volontarie, attraverso iniziative volte a prevenire il suicidio e sviluppare politiche per il benessere mentale. Per quanto riguarda la legislazione italiana, il suicidio veniva considerato reato e l'ultimo episodio di criminalizzazione del suicidio si ha con il Codice penale del 1839 (Art. 585) e a partire dal Codice Zanardelli (1889) si pone l'attenzione per la prima volta dell'aiuto al suicidio. Nel 1930 con l'entrata in vigore del Codice Rocco il suicidio non è previsto come delitto, ma entrano in reato l'uccisione del consenziente e l'aiuto e la determinazione del singolo. Importante rispetto al tema, nella Costituzione italiana sono gli Artt. 13 e 32, che tutelano rispettivamente la piena disposizione di un soggetto del proprio corpo e della propria integrità fisica e del diritto alla salute. Del diritto alla vita se ne occupa anche la Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo all'Art. 3, l'Art. 6 del Patto internazionale e la Carta di Nizza. Successivamente si analizzato il rapporto tra medico e paziente e di come questo sia cambiato negli anni. In passato il medico godeva di piena autonomia decisionale rispetto alla salute del paziente in quanto era considerato, ma a partire dal XX secolo si è sviluppata l'idea secondo cui il paziente fosse pienamente in grado di autodeterminarsi. Di conseguenza ha assunto importanza il consenso che viene espresso dal paziente al medico per essere sottoposto ad un determinato trattamento sanitario e le modalità attraverso cui questo può essere rilasciato. In capo al paziente non vi è l'obbligo di cura e, dunque, può in qualsiasi momento far venire meno il consenso anche qualora il trattamento sanitario sia già in corso. Si tratta del diritto di rifiuto o di rinuncia alle cure di cui se ne occupa la legge n. 219 del 2017. L'ultimo grande tema è l'eutanasia attiva e di come si differenzia tra suicidio assistito e eutanasia attiva diretta. Di quest'ultima se ne occupa l'Art. 579 del Codice penale e rappresenta l'azione secondo cui un terzo provoca intenzionalmente la morte di un soggetto, previo consenso. Differente è il suicidio assistito (Art. 580 c.p.) in cui è lo stesso soggetto che intende procurarsi la morte che, autonomamente, ma con l'aiuto e la supervisione di un terzo si provoca la morte. Un importante caso al riguardo è quello di Dj Fabo che ha portato la Corte, con la sentenza n. 242 del 2019, a dichiarare incostituzionale una parte dell'Art. 580 c.p. e di assolvere pienamente Marco Cappato per aver aiutato Fabiano Antoniani a morire. Rispetto al suicidio assistito in Italia se ne stanno occupando anche le regioni. In particolare, il Consiglio regionale della Toscana, nel febbraio 2025, ha approvato la proposta di legge di iniziativa popolare "Liberi Subito" sul fine vita, diventando la prima regione italiana con una legge sul suicidio assistito.
End-of-life in Italy
The issue of end-of-life in Italy. The most common way to end one's life is suicide, which represents an indicator of the victim's distress related to psychological, social and cultural factors. By taking their own life, an individual forfeits the right to life, that is guaranteed by Art. 2 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union. According to the World Health Organization, over 700,000 people commit suicide each year, and the goal is to reduce the number of voluntary deaths by one-third through initiatives aimed at suicide prevention and developing mental well-being policies. Regarding Italian legislation, suicide was once considered a crime, with the last episode of criminalizing suicide being in the 1839 Penal Code (Art. 585). From the Zanardelli Code (1889) attention was first given to aiding suicide. In 1930 (Rocco Code) suicide was no longer considered a crime, but the killing of a consenting person, as well as assisting and encouraging an individual, became criminal offenses. In relation to the subject, the Italian Constitution addresses it through Arts. 13 and 32, which respectively protect an individual's full control over their body and physical integrity, as well as the right to health. The right to life is also addressed by the Universal Declaration of Human Rights in Art. 3, Art. 6 of the International Covenant, and the Charter of Nice. The paper then examines the relationship between doctor and patient and how it has evolved over the years. In the past, the doctor enjoyed full decision-making autonomy regarding the patient's health, as they were considered the ultimate authority. However, starting in the 20th century, the idea developed that the patient was fully capable of self-determination. Consequently, the importance of consent given by the patient to the doctor to undergo a particular medical treatment became more significant, as well as the ways in which this consent could be given. The patient is not obliged to undergo treatment and can withdraw their consent at any time, even if the treatment is already underway. This is known as the right to refuse or renounce treatment, as outlined in Law No. 219 of 2017. The last major topic is active euthanasia and how it differs from assisted suicide and direct active euthanasia. The latter is addressed in Art. 579 of the Penal Code and refers to the act where a third party intentionally causes the death of a person, with prior consent. Assisted suicide (Art. 580 of the Penal Code) is different, where the individual who intends to end their life does so autonomously but with the help and supervision of a third party. An important case related to this is that of Dj Fabo, which led the Court, with ruling No. 242 of 2019, to declare part of Article 580 of the Penal Code unconstitutional and fully acquit Marco Cappato for helping Fabiano Antoniani to die. Regarding assisted suicide, Italian regions are also addressing the matter. Specifically, in February 2025, the Regional Council of Tuscany approved the popular initiative law "Liberi Subito" on end-of-life issues, becoming the first Italian region to have a law on assisted suicide.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/165582