Background. HIV infection affects approximately 39.9 million people worldwide and 42,6% of these individuals experience HIV-associated neurocognitive disorders (HAND). HAND continues to represent one of the main causes of morbidity among people living with HIV and affect a wide range of daily activities and skills and significantly worsen the quality of life for those living with HIV. The persistence of cognitive deficits compromises not only quality of life but also adherence to therapy, with serious implications including increased mortality, higher rates of transmission and the development of drug resistance. Objective. The aim of this study is to analyze the changes over time in cognitive performance in patients living with HIV and to identify the factors most involved in the pathogenesis and worsening of HAND. Patients. A total of 102 adult, HIV-positive patients were enrolled, all of whom had undergone at least two neuropsychological assessments over time. Methods. A longitudinal, monocentric and retrospective study was conducted. Patients were analyzed from a clinical and anamnestic perspective, considering risk factors and therapeutic aspects. Targeted neuropsychological tests were employed to assess cognitive performance. Results. At the time of the initial evaluation, 33.4% of the patients exhibited normal cognitive performance, 49% had a mild cognitive deficit (asymptomatic neurocognitive impairment – ANI), and 17.6% had a moderate deficit (moderate neurocognitive disorder – MND). It is important to note that, thanks to the use of antiretroviral therapy, no patients were found to be in an overt stage of dementia (HIV-associated dementia – HAD). The majority of patients (87.1%) remained stable over time, while 10.9% improved their cognitive performance and only 2% experienced a worsening. In assessing the patients, the MACE was found to correlate with cognitive performance (rho = 0.725, p = 0.001). HSV and HCV infections showed a borderline correlation with worsening cognitive performance; furthermore, patients with intravenous drug use as a risk factor also exhibited poorer cognitive performance. Another notable correlation was observed with the use of the antiretroviral drug Maraviroc, which was associated with an improvement in cognitive performance in the patients who received it. This is likely due to its excellent ability to penetrate the central nervous system and its anti-inflammatory activity. Conclusions. Cognitive disorders are common in patients living with HIV and tend to remain stable over time. Hedonistic habits, co-infections, and, to some extent, therapy can impact the temporal trajectory of cognitive performance.

Contesto. L’infezione da HIV riguarda circa 39,9 milioni di persone nel mondo e il 42,6% di queste persone ha un disturbo neurocognitivo associato all’HIV (HAND). I disturbi HAND continuano a rappresentare una delle principali cause di morbilità nelle persone che vivono con HIV e influenzano un'ampia gamma di attività e capacità, peggiorando sensibilmente la qualità di vita nelle persone che vivono con l’HIV. La persistenza dei disturbi cognitivi compromette, non solo la qualità di vita, ma anche l'aderenza alla terapia, con gravi implicazioni, tra cui l’aumento della mortalità, l’aumento dei contagi e lo sviluppo di resistenze alla terapia. Obiettivo. L’obiettivo dello studio è quello di analizzare le modificazioni nel tempo delle performance cognitive nei pazienti che vivono con HIV e ricercare quali possano essere i fattori maggiormente coinvolti nella patogenesi e nel peggioramento dei disturbi HAND. Pazienti. Sono stati arruolati 102 pazienti adulti, sieropositivi, che avessero eseguito almeno due valutazioni neuropsicologiche nel tempo. Metodi. È stato condotto uno studio longitudinale, monocentrico e retrospettivo. I pazienti sono stati analizzati dal punto di vista clinico, anamnestico, per fattori di rischio e dal punto di vista terapeutico. Per analizzare la performance cognitiva sono stati utilizzati test neuropsicologici mirati, volti ad esaminare le funzioni: linguistiche, motorie-esecutive, mnemoniche, di orientamento visivo-spaziale, attentive e di elaborazione mentale. Risultati. Al momento della prima valutazione il 33,4% dei pazienti aveva una performance cognitiva normale, il 49% aveva un lieve deficit cognitivo (compromissione neurocognitiva asintomatica – ANI), e il 17,6% aveva un deficit moderato (disturbo neurocognitivo moderato – MND). È importante notare come, grazie all’utilizzo della terapia antiretrovirale, non ci siano pazienti in stadio di demenza conclamata (demenza associata all'HIV – HAD). La maggior parte (87,1%) dei pazienti è rimasta stabile nel tempo, mentre il 10,9% dei pazienti ha migliorato la propria performance cognitiva e solo il 2% ha subito un peggioramento. Nel valutare i pazienti il MACE si è dimostrato correlare con la performance cognitiva (rho = 0,725, p = 0.001). Le infezioni da HSV e da HCV hanno mostrato una correlazione borderline con il peggioramento delle performance cognitive: inoltre, anche i pazienti che avevano come fattore di rischio l’utilizzo di droghe endovenose hanno mostrato un deficit cognitivo peggiore. Un’altra correlazione è stata quella relativa all’utilizzo del farmaco antiretrovirale Maraviroc che ha dimostrato un miglioramento della performance cognitiva nei pazienti in cui è stato somministrato. Questo probabilmente è dovuto alle sue ottime capacità di penetrare all’interno del sistema nervoso centrale e a una attività antinfiammatoria. Conclusioni. I disturbi cognitivi sono frequenti in pazienti che vivono con HIV e tendono a rimanere stabili nel tempo. Abitudini voluttuarie, co-infezioni e, in parte, la terapia possono avere un impatto sulla traiettoria temporale della funzione cognitiva.

Analisi longitudinale delle performance cognitive nelle persone che vivono con HIV

MIGLIETTA, SERENA
2023/2024

Abstract

Contesto. L’infezione da HIV riguarda circa 39,9 milioni di persone nel mondo e il 42,6% di queste persone ha un disturbo neurocognitivo associato all’HIV (HAND). I disturbi HAND continuano a rappresentare una delle principali cause di morbilità nelle persone che vivono con HIV e influenzano un'ampia gamma di attività e capacità, peggiorando sensibilmente la qualità di vita nelle persone che vivono con l’HIV. La persistenza dei disturbi cognitivi compromette, non solo la qualità di vita, ma anche l'aderenza alla terapia, con gravi implicazioni, tra cui l’aumento della mortalità, l’aumento dei contagi e lo sviluppo di resistenze alla terapia. Obiettivo. L’obiettivo dello studio è quello di analizzare le modificazioni nel tempo delle performance cognitive nei pazienti che vivono con HIV e ricercare quali possano essere i fattori maggiormente coinvolti nella patogenesi e nel peggioramento dei disturbi HAND. Pazienti. Sono stati arruolati 102 pazienti adulti, sieropositivi, che avessero eseguito almeno due valutazioni neuropsicologiche nel tempo. Metodi. È stato condotto uno studio longitudinale, monocentrico e retrospettivo. I pazienti sono stati analizzati dal punto di vista clinico, anamnestico, per fattori di rischio e dal punto di vista terapeutico. Per analizzare la performance cognitiva sono stati utilizzati test neuropsicologici mirati, volti ad esaminare le funzioni: linguistiche, motorie-esecutive, mnemoniche, di orientamento visivo-spaziale, attentive e di elaborazione mentale. Risultati. Al momento della prima valutazione il 33,4% dei pazienti aveva una performance cognitiva normale, il 49% aveva un lieve deficit cognitivo (compromissione neurocognitiva asintomatica – ANI), e il 17,6% aveva un deficit moderato (disturbo neurocognitivo moderato – MND). È importante notare come, grazie all’utilizzo della terapia antiretrovirale, non ci siano pazienti in stadio di demenza conclamata (demenza associata all'HIV – HAD). La maggior parte (87,1%) dei pazienti è rimasta stabile nel tempo, mentre il 10,9% dei pazienti ha migliorato la propria performance cognitiva e solo il 2% ha subito un peggioramento. Nel valutare i pazienti il MACE si è dimostrato correlare con la performance cognitiva (rho = 0,725, p = 0.001). Le infezioni da HSV e da HCV hanno mostrato una correlazione borderline con il peggioramento delle performance cognitive: inoltre, anche i pazienti che avevano come fattore di rischio l’utilizzo di droghe endovenose hanno mostrato un deficit cognitivo peggiore. Un’altra correlazione è stata quella relativa all’utilizzo del farmaco antiretrovirale Maraviroc che ha dimostrato un miglioramento della performance cognitiva nei pazienti in cui è stato somministrato. Questo probabilmente è dovuto alle sue ottime capacità di penetrare all’interno del sistema nervoso centrale e a una attività antinfiammatoria. Conclusioni. I disturbi cognitivi sono frequenti in pazienti che vivono con HIV e tendono a rimanere stabili nel tempo. Abitudini voluttuarie, co-infezioni e, in parte, la terapia possono avere un impatto sulla traiettoria temporale della funzione cognitiva.
Longitudinal analysis of cognitive performance in people living with HIV
Background. HIV infection affects approximately 39.9 million people worldwide and 42,6% of these individuals experience HIV-associated neurocognitive disorders (HAND). HAND continues to represent one of the main causes of morbidity among people living with HIV and affect a wide range of daily activities and skills and significantly worsen the quality of life for those living with HIV. The persistence of cognitive deficits compromises not only quality of life but also adherence to therapy, with serious implications including increased mortality, higher rates of transmission and the development of drug resistance. Objective. The aim of this study is to analyze the changes over time in cognitive performance in patients living with HIV and to identify the factors most involved in the pathogenesis and worsening of HAND. Patients. A total of 102 adult, HIV-positive patients were enrolled, all of whom had undergone at least two neuropsychological assessments over time. Methods. A longitudinal, monocentric and retrospective study was conducted. Patients were analyzed from a clinical and anamnestic perspective, considering risk factors and therapeutic aspects. Targeted neuropsychological tests were employed to assess cognitive performance. Results. At the time of the initial evaluation, 33.4% of the patients exhibited normal cognitive performance, 49% had a mild cognitive deficit (asymptomatic neurocognitive impairment – ANI), and 17.6% had a moderate deficit (moderate neurocognitive disorder – MND). It is important to note that, thanks to the use of antiretroviral therapy, no patients were found to be in an overt stage of dementia (HIV-associated dementia – HAD). The majority of patients (87.1%) remained stable over time, while 10.9% improved their cognitive performance and only 2% experienced a worsening. In assessing the patients, the MACE was found to correlate with cognitive performance (rho = 0.725, p = 0.001). HSV and HCV infections showed a borderline correlation with worsening cognitive performance; furthermore, patients with intravenous drug use as a risk factor also exhibited poorer cognitive performance. Another notable correlation was observed with the use of the antiretroviral drug Maraviroc, which was associated with an improvement in cognitive performance in the patients who received it. This is likely due to its excellent ability to penetrate the central nervous system and its anti-inflammatory activity. Conclusions. Cognitive disorders are common in patients living with HIV and tend to remain stable over time. Hedonistic habits, co-infections, and, to some extent, therapy can impact the temporal trajectory of cognitive performance.
DE FERRARI, GAETANO MARIA
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