Background: Alzheimer's disease is one of the most common and impactful pathologies globally, with a significant socio-economic impact. The diagnostic pathway, traditionally based on cerebrospinal fluid biomarkers, is evolving thanks to the possibility of using plasma biomarkers, which are less invasive, cheaper and still accurate. Objective of the study: To evaluate the diagnostic performance of the plasma biomarkers Aβ40, Aβ42 and p-Tau181 for Alzheimer's disease (AD) using the Lumipulse platform. Patients: The study involved 74 patients with cognitive disorders, classified as AD or non-AD according to the NIA-AA 2018 criteria and the ‘A/T/N’ scheme. The patients underwent: neurological and neuropsychological assessments, neuroradiological evaluation, blood sampling and lumbar puncture. Methods: CSF and blood samples were collected and processed on the same day following standard procedures. The biomarkers Aβ40, Aβ42, p-Tau181 and tTau were measured using enzyme-linked immunosorbent assays. Statistical analyses, conducted with SPSS, used different tests to compare groups and logistic regression models to examine plasma biomarkers as predictors of Alzheimer's disease (AD). ROC analysis evaluated the efficacy of biomarkers in distinguishing groups with and without AD. Results: Patients were divided into AD (41) and non-AD (33) following the A/T/N scheme. Among the non-AD, there were: 15 FTLD, 14 MCI and 4 DLB or mixed dementia. No significant differences emerged between the groups for demographic factors. A correlation was observed between plasma and cerebrospinal fluid p-Tau181, with significant differences between the AD, FTLD and MCI groups. Plasma p-Tau181 was the best diagnostic predictor for AD, with a sensitivity of 87.8% and a specificity of 75.8%. The optimal cut-off for the diagnosis of AD was 1.61 pg/ml. Conclusions: Plasma p-Tau181 was the best biomarker for identifying Alzheimer's disease, with a good correlation with CSF p-Tau181 and the Aβ42/40 ratio. It was the best diagnostic predictor of AD. Despite the limitations of the study, the results suggest the potential use of these biomarkers for the early diagnosis of AD, reducing the need for invasive procedures, but further research is needed to confirm their effectiveness.
Background: La malattia di Alzheimer è una delle patologie più comuni e impattanti a livello globale, con un notevole impatto socio-economico. Il percorso diagnostico, tradizionalmente basato sui biomarcatori liquorali, si sta evolvendo grazie alla possibilità di utilizzare biomarcatori plasmatici, che sono meno invasivi, più economici e comunque accurati. Obiettivo dello studio: Valutare la performance diagnostica dei biomarcatori plasmatici Aβ40, Aβ42 e p-Tau181 per la diagnosi della malattia di Alzheimer (AD) utilizzando la piattaforma Lumipulse. Pazienti: Lo studio ha coinvolto 74 pazienti con disturbi cognitivi, classificati come AD o non-AD secondo i criteri NIA-AA 2018 e lo schema "A/T/N". I pazienti sono stati sottoposti a: visita neurologica, valutazione neuropsicologica, neuroimmagini, prelievo ematico e rachicentesi. Metodi: I campioni di CSF e sangue sono stati raccolti e processati lo stesso giorno seguendo procedure standard: i biomarcatori Aβ40, Aβ42, p-Tau181 e tTau sono stati misurati tramite test immunoenzimatici. Le analisi statistiche, condotte con SPSS, hanno utilizzato diversi test per confrontare i gruppi e modelli di regressione logistica per esaminare i biomarcatori plasmatici come predittori dell'Alzheimer (AD). L'analisi ROC ha valutato l'efficacia dei biomarcatori nel distinguere i gruppi con e senza AD. Risultati: I pazienti sono stati suddivisi in AD (41) e non-AD (33). Tra i non-AD, si annoverano 15 FTLD, 14 MCI e 4 DLB/demenza mista. Non sono emerse differenze significative tra i gruppi per fattori demografici e abitudini. È stata osservata una correlazione tra p-Tau181 plasmatico e liquor, con differenze significative tra i gruppi AD, FTLD e MCI. La p-Tau181 plasmatica è risultata essere il miglior predittore diagnostico per l'AD, con una sensibilità dell'87,8% e una specificità del 75,8%. Il cut-off ottimale per la diagnosi di AD è stato 1,61 pg/ml. Conclusioni: Il dosaggio di p-Tau 181 si è confermato essere un valido biomarcatore per identificare la malattia di Alzheimer, con una buona correlazione con p-Tau181 liquorale e il rapporto Aβ42/40. Nonostante le limitazioni dello studio, i risultati suggeriscono il potenziale uso di questi biomarcatori per la diagnosi precoce dell'AD, riducendo la necessità di procedure invasive. Ulteriori studi sono necessari per confermare i nostri risultati in diverse casistiche.
Ruolo dei biomarcatori plasmatici di neurodegenerazione nella diagnosi della malattia di Alzheimer.
GIARACUNI, GIULIA
2023/2024
Abstract
Background: La malattia di Alzheimer è una delle patologie più comuni e impattanti a livello globale, con un notevole impatto socio-economico. Il percorso diagnostico, tradizionalmente basato sui biomarcatori liquorali, si sta evolvendo grazie alla possibilità di utilizzare biomarcatori plasmatici, che sono meno invasivi, più economici e comunque accurati. Obiettivo dello studio: Valutare la performance diagnostica dei biomarcatori plasmatici Aβ40, Aβ42 e p-Tau181 per la diagnosi della malattia di Alzheimer (AD) utilizzando la piattaforma Lumipulse. Pazienti: Lo studio ha coinvolto 74 pazienti con disturbi cognitivi, classificati come AD o non-AD secondo i criteri NIA-AA 2018 e lo schema "A/T/N". I pazienti sono stati sottoposti a: visita neurologica, valutazione neuropsicologica, neuroimmagini, prelievo ematico e rachicentesi. Metodi: I campioni di CSF e sangue sono stati raccolti e processati lo stesso giorno seguendo procedure standard: i biomarcatori Aβ40, Aβ42, p-Tau181 e tTau sono stati misurati tramite test immunoenzimatici. Le analisi statistiche, condotte con SPSS, hanno utilizzato diversi test per confrontare i gruppi e modelli di regressione logistica per esaminare i biomarcatori plasmatici come predittori dell'Alzheimer (AD). L'analisi ROC ha valutato l'efficacia dei biomarcatori nel distinguere i gruppi con e senza AD. Risultati: I pazienti sono stati suddivisi in AD (41) e non-AD (33). Tra i non-AD, si annoverano 15 FTLD, 14 MCI e 4 DLB/demenza mista. Non sono emerse differenze significative tra i gruppi per fattori demografici e abitudini. È stata osservata una correlazione tra p-Tau181 plasmatico e liquor, con differenze significative tra i gruppi AD, FTLD e MCI. La p-Tau181 plasmatica è risultata essere il miglior predittore diagnostico per l'AD, con una sensibilità dell'87,8% e una specificità del 75,8%. Il cut-off ottimale per la diagnosi di AD è stato 1,61 pg/ml. Conclusioni: Il dosaggio di p-Tau 181 si è confermato essere un valido biomarcatore per identificare la malattia di Alzheimer, con una buona correlazione con p-Tau181 liquorale e il rapporto Aβ42/40. Nonostante le limitazioni dello studio, i risultati suggeriscono il potenziale uso di questi biomarcatori per la diagnosi precoce dell'AD, riducendo la necessità di procedure invasive. Ulteriori studi sono necessari per confermare i nostri risultati in diverse casistiche.File | Dimensione | Formato | |
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