INTRODUCTION Interventional Radiology (IR) is a rapidly developing discipline that offers effective minimally invasive alternatives to traditional surgery. To ensure greater accessibility to IR procedures, it is essential that General Practitioners (GPs), who serve as the primary point of reference for patient referrals to hospitals, have an adequate understanding of the therapeutic possibilities offered by IR and the Interventional Radiology Centers (IRC) available in the region. OBJECTIVE The aim of this study is to assess the level of knowledge about IR among GPs practicing in Piedmont and to analyze the access modalities to IR services in the region. Furthermore, the study seeks to identify the most effective strategies to enhance GPs' awareness and training in this field, promoting a more appropriate and widespread use of IR in clinical practice. MATERIALS AND METHODS An online questionnaire was administered to GPs practicing in Piedmont, consisting of 14 multiple-choice questions. The questionnaire explored various aspects, including general awareness of IR, knowledge of the initial radiology consultation, and specific minimally invasive procedures (treatment of uterine fibroids, benign prostatic hyperplasia, scrotal varicocele and metastatic tumor ablation). Additionally, the survey investigated GPs' interest in expanding their expertise in IR and analyzed the educational methods they considered most effective. RESULTS The analysis of the 102 responses obtained revealed that 56.9% of the surveyed GPs reported having poor knowledge of IR, 32.4% adequate knowledge, while only 10.8% described their knowledge as good or excellent. 26.5% of GPs had requested an initial radiology consultation on their own initiative, whereas 35.3% did so only upon a specialist's recommendation. Among those who had requested a consultation, 24.6% reported doing so less than once a year, while 58.5% stated they did so approximately once a year. The least known IR procedure was uterine fibroid treatment, with 66.7% of respondents unaware of it, followed by varicocele treatment (49%), benign prostatic hyperplasia treatment (43.6%), and finally metastatic tumor ablation (9%), which was the most well-known procedure. The majority of GPs (81.4%) recognized significant benefits of IR, including reduced invasiveness, shorter hospital stays, and a lower risk of major complications. Furthermore, 88.3% of participants considered future training on IR to be "very" or "somewhat" useful. The most preferred educational method was in-person lectures in GP training courses (58.8%), followed by distance learning (49%) and attendance at general medicine conferences (42.2%). CONCLUSIONS Although IR is a continuously expanding discipline, its potential remains underutilized in territorial clinical practice. The data analysis highlights that GPs' knowledge of IR procedures is still limited, despite the majority recognizing the benefits of these minimally invasive techniques. An encouraging finding is the clear interest of GPs to enhance their expertise in this field, particularly through interactive training methods integrated into specific GP training programs. Finally, the establishment of dedicated outpatient clinics within IR Centers, as already implemented in some international healthcare models, could be an effective solution to optimize the patient’s diagnostic-therapeutic pathway, reduce waiting times and ensure faster access to interventional procedures.
INTRODUZIONE La radiologia interventistica (RI) è una disciplina in rapido sviluppo, che offre valide alternative mininvasive alla chirurgia tradizionale. Per garantire una maggiore accessibilità alle procedure di RI è essenziale che i Medici di Medicina Generale (MMG), principale punto di riferimento per l’invio dei pazienti agli ospedali, abbiano una conoscenza adeguata delle possibilità terapeutiche offerte dalla RI e dei Centri di Radiologia Interventistica (CRI) disponibili sul territorio. OBIETTIVO L'obiettivo di questo studio è valutare il livello di conoscenza della RI tra i MMG operanti in Piemonte e analizzare le modalità di accesso ai relativi servizi nella regione. Inoltre, lo studio mira a individuare le strategie più efficaci per migliorare la consapevolezza e la formazione dei MMG in questo ambito, favorendo un utilizzo più appropriato e diffuso della RI nella pratica clinica. MATERIALI E METODI È stato somministrato un questionario online a MMG operanti in Piemonte, composto da 14 domande a risposta multipla. Il questionario ha esplorato diversi aspetti, tra cui la consapevolezza generale sulla RI, la conoscenza della prima visita radiologica e di specifiche procedure mininvasive (trattamento dei fibromi uterini, ipertrofia prostatica benigna, varicocele scrotale, ablazione di metastasi tumorali). Inoltre, è stato indagato l’interesse dei MMG nell’ampliare le proprie competenze in RI e sono state analizzate le modalità formative ritenute più efficaci. RISULTATI L’analisi delle 102 risposte ottenute ha evidenziato che il 56,9% dei MMG intervistati riferisce di possedere una conoscenza scarsa della RI, il 32,4% adeguata, mentre solo il 10,8% la definisce buona o eccellente. Il 26,5% dei MMG ha richiesto una prima visita radiologica di propria iniziativa, mentre il 35,3% lo ha fatto solo su indicazione di uno specialista. Tra coloro che hanno effettuato la richiesta, il 24,6% ha dichiarato una frequenza inferiore a una volta l'anno e il 58,5% circa una volta l'anno. La procedura di RI meno conosciuta risulta essere il trattamento dei fibromi uterini (66,7% degli intervistati non ne è a conoscenza), seguita dal varicocele (49%), dall’IPB (43,6%) e infine dall’ablazione di metastasi tumorali (9%), procedura più nota. La maggioranza dei MMG (81,4%) ritiene che la RI possa offrire benefici significativi, tra cui minore invasività, ridotti tempi di degenza ospedaliera e minor rischio di complicanze maggiori. L’88,3% ha ritenuto che una futura formazione sulla RI sarebbe “molto” o “abbastanza” utile e la modalità più apprezzata (58,8%) sono le lezioni frontali nei corsi di formazione per MMG, seguite dalla formazione a distanza (49%) e dalla partecipazione a congressi di MG (42,2%). CONCLUSIONI Sebbene la RI sia una disciplina in continua espansione, il suo potenziale rimane ancora sottoutilizzato nella pratica clinica territoriale. Dall’analisi dei dati raccolti emerge che la conoscenza delle procedure di RI tra i MMG è ancora limitata, nonostante la maggioranza dei partecipanti riconosca i benefici di queste tecniche mininvasive. Un dato incoraggiante è la chiara volontà dei MMG di ampliare le proprie competenze in questo ambito, attraverso modalità didattiche interattive, integrate nei programmi di formazione specifica in MG. Infine, la creazione di ambulatori dedicati nei CRI, come già avviene in alcuni modelli sanitari internazionali, potrebbe rappresentare una soluzione efficace per ottimizzare il percorso diagnostico-terapeutico dei pazienti, riducendo i tempi di attesa e garantendo un accesso più tempestivo alle procedure interventistiche.
Conoscenza e accessibilità della Radiologia Interventistica in Piemonte: Analisi della Domanda e dell’Offerta Territoriale
GIANADDA, LUDOVICA
2023/2024
Abstract
INTRODUZIONE La radiologia interventistica (RI) è una disciplina in rapido sviluppo, che offre valide alternative mininvasive alla chirurgia tradizionale. Per garantire una maggiore accessibilità alle procedure di RI è essenziale che i Medici di Medicina Generale (MMG), principale punto di riferimento per l’invio dei pazienti agli ospedali, abbiano una conoscenza adeguata delle possibilità terapeutiche offerte dalla RI e dei Centri di Radiologia Interventistica (CRI) disponibili sul territorio. OBIETTIVO L'obiettivo di questo studio è valutare il livello di conoscenza della RI tra i MMG operanti in Piemonte e analizzare le modalità di accesso ai relativi servizi nella regione. Inoltre, lo studio mira a individuare le strategie più efficaci per migliorare la consapevolezza e la formazione dei MMG in questo ambito, favorendo un utilizzo più appropriato e diffuso della RI nella pratica clinica. MATERIALI E METODI È stato somministrato un questionario online a MMG operanti in Piemonte, composto da 14 domande a risposta multipla. Il questionario ha esplorato diversi aspetti, tra cui la consapevolezza generale sulla RI, la conoscenza della prima visita radiologica e di specifiche procedure mininvasive (trattamento dei fibromi uterini, ipertrofia prostatica benigna, varicocele scrotale, ablazione di metastasi tumorali). Inoltre, è stato indagato l’interesse dei MMG nell’ampliare le proprie competenze in RI e sono state analizzate le modalità formative ritenute più efficaci. RISULTATI L’analisi delle 102 risposte ottenute ha evidenziato che il 56,9% dei MMG intervistati riferisce di possedere una conoscenza scarsa della RI, il 32,4% adeguata, mentre solo il 10,8% la definisce buona o eccellente. Il 26,5% dei MMG ha richiesto una prima visita radiologica di propria iniziativa, mentre il 35,3% lo ha fatto solo su indicazione di uno specialista. Tra coloro che hanno effettuato la richiesta, il 24,6% ha dichiarato una frequenza inferiore a una volta l'anno e il 58,5% circa una volta l'anno. La procedura di RI meno conosciuta risulta essere il trattamento dei fibromi uterini (66,7% degli intervistati non ne è a conoscenza), seguita dal varicocele (49%), dall’IPB (43,6%) e infine dall’ablazione di metastasi tumorali (9%), procedura più nota. La maggioranza dei MMG (81,4%) ritiene che la RI possa offrire benefici significativi, tra cui minore invasività, ridotti tempi di degenza ospedaliera e minor rischio di complicanze maggiori. L’88,3% ha ritenuto che una futura formazione sulla RI sarebbe “molto” o “abbastanza” utile e la modalità più apprezzata (58,8%) sono le lezioni frontali nei corsi di formazione per MMG, seguite dalla formazione a distanza (49%) e dalla partecipazione a congressi di MG (42,2%). CONCLUSIONI Sebbene la RI sia una disciplina in continua espansione, il suo potenziale rimane ancora sottoutilizzato nella pratica clinica territoriale. Dall’analisi dei dati raccolti emerge che la conoscenza delle procedure di RI tra i MMG è ancora limitata, nonostante la maggioranza dei partecipanti riconosca i benefici di queste tecniche mininvasive. Un dato incoraggiante è la chiara volontà dei MMG di ampliare le proprie competenze in questo ambito, attraverso modalità didattiche interattive, integrate nei programmi di formazione specifica in MG. Infine, la creazione di ambulatori dedicati nei CRI, come già avviene in alcuni modelli sanitari internazionali, potrebbe rappresentare una soluzione efficace per ottimizzare il percorso diagnostico-terapeutico dei pazienti, riducendo i tempi di attesa e garantendo un accesso più tempestivo alle procedure interventistiche.File | Dimensione | Formato | |
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