The research examines the political, administrative, and cultural transformation of Piedmont between the end of the Ancien Régime and the beginning of the contemporary era, focusing on the Napoleonic period and the subsequent Savoy Restoration. The objective is to understand the processes that shaped the Savoyard state and its relationship with cultural heritage in a context marked by discontinuities and continuities. The study analyzes the structure of the Savoyard states on the eve of the Ancien Régime crisis, characterized by significant legal and administrative heterogeneity. The House of Savoy played a crucial role in managing this fragmented reality, developing a political model that combined continuity with reform. The French occupation marked a turning point: Piedmont was annexed to Revolutionary and Napoleonic France, undergoing a complete administrative reorganization with the introduction of the prefectural system, the division into departments, and the reform of the legal and fiscal system. These changes redefined the concept of sovereignty and influenced the management of cultural heritage. During the Napoleonic period, Piedmont’s artistic and archival heritage underwent systematic spoliation, with the transfer of valuable artworks, manuscripts, and documents to France. This phenomenon, closely linked to issues of identity and politics, is reconstructed through documentary research conducted at the State Archives of Turin, which allowed for an analysis of the correspondence between Piedmontese and French authorities. The study of diplomatic letters and official reports revealed the strategies adopted by France to appropriate cultural heritage and the challenges faced by the Kingdom of Sardinia in its attempts to recover the looted assets. A significant case is that of the Loricate Torsos of Susa, a symbol of the complex diplomatic negotiations required for the restitution of artistic heritage. This episode illustrates how the construction of national identity is also achieved through the protection of historical roots. With the Restoration, Piedmont retained many of the innovations introduced during the French period. The administrative reorganization, the strengthening of central control, and the management of archival and museum heritage represent elements of continuity with the Napoleonic era. Post-Napoleonic Piedmont thus emerged as a political and cultural laboratory where new forms of governance and historical memory management were tested. The research provides a comprehensive view of the transition from the eighteenth to the nineteenth century, highlighting the crucial role of culture in defining state identity. The analysis of the processes of spoliation and recovery of cultural assets offers a unique perspective on the path that would lead Piedmont to become a key player in Italian unification. By contributing to the debate on the protection of cultural heritage, this study underscores how Piedmontese institutions built an identity narrative through the valorization of their history, profoundly influencing Italian cultural and political history.
La ricerca esamina la trasformazione politica, amministrativa e culturale del Piemonte tra la fine dell’Antico Regime e l’inizio dell’età contemporanea, focalizzandosi sul periodo napoleonico e sulla successiva Restaurazione sabauda. L’obiettivo è comprendere i processi che hanno plasmato lo Stato sabaudo e il suo rapporto con il patrimonio culturale in un contesto segnato da discontinuità e permanenze. Si analizza la struttura degli Stati sabaudi alla vigilia della crisi dell’Antico Regime, caratterizzata da un’elevata eterogeneità giuridica e amministrativa. La dinastia sabauda si distingue nella gestione di questa realtà frammentata, sviluppando un modello politico che combina continuità e riforme. L’occupazione francese segna una svolta: il Piemonte viene annesso alla Francia rivoluzionaria e napoleonica, subendo una completa riorganizzazione amministrativa con il sistema prefettizio, la suddivisione in dipartimenti e la riforma del sistema giuridico e fiscale. Questi cambiamenti ridefiniscono il concetto di sovranità e incidono sulla gestione del patrimonio culturale. Durante il periodo napoleonico, il patrimonio artistico e archivistico piemontese subisce una sistematica spoliazione, con il trasferimento in Francia di opere d’arte, manoscritti e documenti di grande valore. Questo fenomeno, strettamente legato a questioni di identità e politica, è ricostruito attraverso un’analisi documentaria condotta presso l’Archivio di Stato di Torino, che ha permesso di esaminare la corrispondenza tra autorità piemontesi e francesi. Lo studio di missive diplomatiche e relazioni ufficiali ha rivelato le strategie adottate dalla Francia per appropriarsi del patrimonio culturale e le difficoltà incontrate dal Regno di Sardegna nel tentativo di recuperare i beni sottratti. Un caso emblematico è quello dei Torsi Loricati di Susa, simbolo delle complesse trattative diplomatiche necessarie per la restituzione del patrimonio artistico. L’episodio dimostra come la costruzione dell’identità nazionale passi anche attraverso la tutela delle radici storiche. Con la Restaurazione, il Piemonte mantiene molte innovazioni introdotte dal periodo francese. La riorganizzazione amministrativa, il rafforzamento del controllo centrale e la gestione del patrimonio archivistico e museale rappresentano elementi di continuità con l’epoca napoleonica. Il Piemonte post-napoleonico diventa così un laboratorio politico e culturale dove si sperimentano nuove forme di governo e di gestione della memoria storica. La ricerca offre una visione complessa della transizione dal Settecento all’Ottocento, mettendo in luce il ruolo cruciale della cultura nella definizione dell’identità statale. L’analisi dei processi di spoliazione e recupero dei beni culturali costituisce una chiave di lettura originale per comprendere il percorso che porterà il Piemonte a divenire un protagonista dell’unificazione italiana. Inserendosi nel dibattito sulla tutela del patrimonio culturale, il lavoro evidenzia come le istituzioni piemontesi abbiano costruito una narrazione identitaria attraverso la valorizzazione della propria storia, influenzando profondamente la cultura e la politica italiana.
Gli Stati sabaudi e l'arte contesa. Spoliazioni, circolazione, commercio tra Rivoluzione e Restaurazione
MARCHESE, FEDERICA
2023/2024
Abstract
La ricerca esamina la trasformazione politica, amministrativa e culturale del Piemonte tra la fine dell’Antico Regime e l’inizio dell’età contemporanea, focalizzandosi sul periodo napoleonico e sulla successiva Restaurazione sabauda. L’obiettivo è comprendere i processi che hanno plasmato lo Stato sabaudo e il suo rapporto con il patrimonio culturale in un contesto segnato da discontinuità e permanenze. Si analizza la struttura degli Stati sabaudi alla vigilia della crisi dell’Antico Regime, caratterizzata da un’elevata eterogeneità giuridica e amministrativa. La dinastia sabauda si distingue nella gestione di questa realtà frammentata, sviluppando un modello politico che combina continuità e riforme. L’occupazione francese segna una svolta: il Piemonte viene annesso alla Francia rivoluzionaria e napoleonica, subendo una completa riorganizzazione amministrativa con il sistema prefettizio, la suddivisione in dipartimenti e la riforma del sistema giuridico e fiscale. Questi cambiamenti ridefiniscono il concetto di sovranità e incidono sulla gestione del patrimonio culturale. Durante il periodo napoleonico, il patrimonio artistico e archivistico piemontese subisce una sistematica spoliazione, con il trasferimento in Francia di opere d’arte, manoscritti e documenti di grande valore. Questo fenomeno, strettamente legato a questioni di identità e politica, è ricostruito attraverso un’analisi documentaria condotta presso l’Archivio di Stato di Torino, che ha permesso di esaminare la corrispondenza tra autorità piemontesi e francesi. Lo studio di missive diplomatiche e relazioni ufficiali ha rivelato le strategie adottate dalla Francia per appropriarsi del patrimonio culturale e le difficoltà incontrate dal Regno di Sardegna nel tentativo di recuperare i beni sottratti. Un caso emblematico è quello dei Torsi Loricati di Susa, simbolo delle complesse trattative diplomatiche necessarie per la restituzione del patrimonio artistico. L’episodio dimostra come la costruzione dell’identità nazionale passi anche attraverso la tutela delle radici storiche. Con la Restaurazione, il Piemonte mantiene molte innovazioni introdotte dal periodo francese. La riorganizzazione amministrativa, il rafforzamento del controllo centrale e la gestione del patrimonio archivistico e museale rappresentano elementi di continuità con l’epoca napoleonica. Il Piemonte post-napoleonico diventa così un laboratorio politico e culturale dove si sperimentano nuove forme di governo e di gestione della memoria storica. La ricerca offre una visione complessa della transizione dal Settecento all’Ottocento, mettendo in luce il ruolo cruciale della cultura nella definizione dell’identità statale. L’analisi dei processi di spoliazione e recupero dei beni culturali costituisce una chiave di lettura originale per comprendere il percorso che porterà il Piemonte a divenire un protagonista dell’unificazione italiana. Inserendosi nel dibattito sulla tutela del patrimonio culturale, il lavoro evidenzia come le istituzioni piemontesi abbiano costruito una narrazione identitaria attraverso la valorizzazione della propria storia, influenzando profondamente la cultura e la politica italiana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/165483