Una proposta di lettura della società portoghese della seconda metà del XX secolo attraverso gli scritti di Maria Judite de Carvalho

This thesis aims to offer an interpretation of Portuguese society in the second half of the 20th century through the writings of Maria Judite de Carvalho, with particular attention to the sociocultural condition in which women lived. The condition of women underwent significant change during the second half of the 20th century, and starting from the mid-1950s, a generation of women writers began to emerge who questioned the female condition. The main theme of their works is human loneliness, accentuated by the conflict created by the relationship between men and women and the difficulty of communication between them, told with particular focus on ethical and psychological elements. Through the protagonists of her chronicles, Maria Judite de Carvalho has managed to perfectly describe the social role in which both she and other women were trapped, as well as the emotions resulting from this condition. In particular, she meticulously describes the infinite loneliness that surrounds her characters, the violence imposed by society that causes them to suffer, the pressure that reality exerts on them, and their attempt to escape through dreams and imagination. Memory plays a fundamental role in Carvalho's narrative: it serves the purpose of constantly bringing the characters’ thoughts back to an abstract, undefined time, whether past or future, in which they feel at ease, allowing them to escape the mechanization of the present and the frustration of their lives. However, when memory and past recollections are insufficient, imagination and fantasy come into play as tools not only for escape but also for analyzing and understanding the surrounding world. In Maria Judite de Carvalho’s works, most of the actions take place in enclosed spaces, a condition that highlights the physical and psychological isolation suffered by the characters. When the action does take place in an external space, it is a place that further underscores the solitude of the individuals, even though the world around them surrounds them. The physical and social spaces that Carvalho's characters inhabit inevitably influence their way of life, and private and familial spaces are central to this. For this reason, the domestic space, a symbol of safety, protection, and comfort, is often compared to an aquarium from which the characters cannot escape. From this perspective, we can observe how Carvalho’s characters discover themselves through a process of self-awareness, realizing their identity by using their marginalization by society as a starting point to build their own significance. For this reason, in addition to using the works of Maria Judite de Carvalho as testimonies of a historical period, it is also interesting for individual readers to approach them from a personal perspective, empathizing with the emotions expressed by the characters, identifying with these texts, and reflecting on their own condition. Society has evolved, and in our current Italian and Portuguese social and cultural context, there is no longer such a form of repression as that carried out by the Salazarist regime. However, the frantic world we live in offers few opportunities to stop and reflect, causing individuals to resemble the fish in an aquarium, constantly swimming without truly moving, without having a way out of the path already established by society.

Il presente lavoro di tesi si pone come obiettivo quello di offrire una proposta di lettura della società portoghese della seconda metà del XX secolo attraverso gli scritti di Maria Judite de Carvalho, ponendo particolare attenzione alla condizione socioculturale in cui vivevano le donne. La condizione femminile si trovò ad affrontare un notevole cambiamento nel corso della seconda metà del XX secolo e, a partire dalla seconda metà degli anni ‘50 del XX secolo, iniziò ad emergere una generazione di scrittrici che problematizzava la condizione di vita femminile, tematica principale delle loro opere è la solitudine umana, accentuata dal conflitto scatenato dalla relazione tra l’uomo e la donna e la difficoltà di comunicare tra di loro, raccontata con particolare attenzione agli elementi etici e psicologici. Attraverso le protagoniste delle sue cronache Maria Judite de Carvalho è riuscita a descrivere perfettamente il ruolo sociale in cui che lei stessa e le altre donne erano imprigionate e i sentimenti che scaturivano da tale condizione, in particolare descrive minuziosamente l’infinita solitudine che circonda i suoi personaggi, la violenza imposta dalla società che li fa soffrire, la pressione che la realtà causa loro e il loro tentativo di fuggirvi tramite il sogno e l’immaginazione. Nella narrativa juditiana assume un ruolo fondamentale la memoria: essa ha proprio il compito di riportare i personaggi costantemente con il pensiero a un tempo astratto, indefinito, passato o futuro, in cui si sentono a loro agio, permettendogli di fuggire dalla meccanicità del presente e dalla frustrazione della loro vita; quando però la memoria e i ricordi passati non sono sufficienti entrano in gioco l’immaginazione e la fantasia come strumenti non solo di evasione ma anche di analisi e comprensione del mondo circostante. Nei testi di Maria Judite de Carvalho la maggior parte delle azioni si svolgono in spazi chiusi, condizione che evidenzia l’isolamento fisico e psicologico che soffre il personaggio; quando, invece, l’azione si svolge in uno spazio esterno, si tratta di un luogo che sottolinea ancora di più lo stato di solitudine delle persone nonostante il mondo intero le stia circondando. Gli spazi fisici e sociali che i personaggi juditiani abitano influenzano inevitabilmente il loro modo di vivere e gli spazi privati e famigliari: per questo lo spazio domestico, simbolo di sicurezza, difesa e conforto, è spesso paragonato a un acquario da cui i personaggi non riescono a uscire. Sotto questa prospettiva, possiamo osservare come i personaggi juditiani si scoprono attraverso un percorso di auto-conoscenza realizzandosi dal punto di vista identitario facendo della loro emarginazione da parte della società il punto di partenza per costruire una valenza propria. Per questo motivo, oltre a utilizzare i testi di Maria Judite de Carvalho come testimoni di un tempo storico, è interessante per il singolo lettore leggerli da una prospettiva individuale, empatizzare con i sentimenti espressi dai personaggi, ritrovarsi all’interno di questi testi e riflettere sulla propria condizione. La società si è evoluta e nel nostro attuale contesto sociale e culturale italiano e portoghese non esiste più una tale forma di repressione come quella attuata dal regime salazarista, ma il mondo frenetico in cui viviamo concede poche occasioni per fermarsi e riflettere, portando i singoli individui ad essere come i pesci all’interno di un acquario, costretti a nuotare continuamente senza però muoversi davvero, senza avere una via di uscita dal percorso già stabilito dalla società.