La tesi tratta l'attività del Difensore civico o Ombudsman. Il primo capitolo descrive le origini storiche dell'istituto e cerca di dare al lettore una definizione di difesa civica e di cattiva amministrazione, quest'ultima fondamentale per individuare l'ambito in cui il Difensore opera. Il secondo e capitolo è riferito all'esperienza italiana, agli appigli costituzionali e alle norme statali che trattano il tema della difesa civica. Per concludere vengono trattati i tentativi, finora non andati a buon fine, di istituire un Ombudsman nazionale. Il terzo capitolo descrive, invece, il ruolo del Difensore civico nell'evoluzione degli Statuti regionali che lo hanno istituito. Inoltre, nella seconda fase, vengono analizzate le attribuzioni che il legislatore statale ha riservato in via esclusiva al Difensore civico regionale: la competenza nei confronti delle Amministrazioni periferiche dello Stato ed il controllo sostitutivo e la nomina di commissari ad acta. Il quarto capitolo verte sull'esperienza del Difensore civico a livello locale, in seguito alla sua nascita ad opera di una fonte legislativa nazionale, quale la legge N. 241 del 1990. Vengono inoltre elencate una serie di attribuzioni che gli Statuti e i regolamenti degli Enti locali hanno riconosciuto all'istituto. Importantissima poi è l'ulteriore prerogativa che il legislatore attribuisce in via esclusiva ai Difensori civici provinciali e comunali: il controllo eventuale preventivo di legittimità su alcuni atti dei relativi Enti, attribuzione che, però, a seguito della riforma costituzionale del 2001, sembra essere venuta meno. Nel capitolo quinto si è cercato di descrivere lo status del Difensore civico facendo riferimento sia alla sua figura locale, sia a quella regionale. In tal senso si è creato quello che possiamo definire ¿diritto comune¿ dell'istituto. Oggetto dell'esame sono stati: i requisiti per la nomina all'ufficio di Difensore civico, le cause di ineleggibilità e di incompatibilità all'ufficio, le modalità di nomina, l'indennità, la durata, la rinuncia, la revoca, la decadenza e le modalità organizzative dell'ufficio. Il sesto capitolo, impostato anch'esso alla stregua di ¿diritto comune¿, verte sul procedimento seguito dal Difensore civico per garantire il buon andamento della Pubblica Amministrazione di riferimento, nonché sulle relazioni che periodicamente quest'ultimo indirizza al rispettivo organo consiliare. Il capitolo settimo, infine, tratta di una peculiare competenza attribuita dalla Legge 241 del 1990 al Difensore civico locale e regionale: la tutela nei confronti del diniego di accesso alla documentazione in possesso della Pubblica Amministrazione

Cattiva amministrazione e Difensore civico

MASERA, GABRIELE
2009/2010

Abstract

La tesi tratta l'attività del Difensore civico o Ombudsman. Il primo capitolo descrive le origini storiche dell'istituto e cerca di dare al lettore una definizione di difesa civica e di cattiva amministrazione, quest'ultima fondamentale per individuare l'ambito in cui il Difensore opera. Il secondo e capitolo è riferito all'esperienza italiana, agli appigli costituzionali e alle norme statali che trattano il tema della difesa civica. Per concludere vengono trattati i tentativi, finora non andati a buon fine, di istituire un Ombudsman nazionale. Il terzo capitolo descrive, invece, il ruolo del Difensore civico nell'evoluzione degli Statuti regionali che lo hanno istituito. Inoltre, nella seconda fase, vengono analizzate le attribuzioni che il legislatore statale ha riservato in via esclusiva al Difensore civico regionale: la competenza nei confronti delle Amministrazioni periferiche dello Stato ed il controllo sostitutivo e la nomina di commissari ad acta. Il quarto capitolo verte sull'esperienza del Difensore civico a livello locale, in seguito alla sua nascita ad opera di una fonte legislativa nazionale, quale la legge N. 241 del 1990. Vengono inoltre elencate una serie di attribuzioni che gli Statuti e i regolamenti degli Enti locali hanno riconosciuto all'istituto. Importantissima poi è l'ulteriore prerogativa che il legislatore attribuisce in via esclusiva ai Difensori civici provinciali e comunali: il controllo eventuale preventivo di legittimità su alcuni atti dei relativi Enti, attribuzione che, però, a seguito della riforma costituzionale del 2001, sembra essere venuta meno. Nel capitolo quinto si è cercato di descrivere lo status del Difensore civico facendo riferimento sia alla sua figura locale, sia a quella regionale. In tal senso si è creato quello che possiamo definire ¿diritto comune¿ dell'istituto. Oggetto dell'esame sono stati: i requisiti per la nomina all'ufficio di Difensore civico, le cause di ineleggibilità e di incompatibilità all'ufficio, le modalità di nomina, l'indennità, la durata, la rinuncia, la revoca, la decadenza e le modalità organizzative dell'ufficio. Il sesto capitolo, impostato anch'esso alla stregua di ¿diritto comune¿, verte sul procedimento seguito dal Difensore civico per garantire il buon andamento della Pubblica Amministrazione di riferimento, nonché sulle relazioni che periodicamente quest'ultimo indirizza al rispettivo organo consiliare. Il capitolo settimo, infine, tratta di una peculiare competenza attribuita dalla Legge 241 del 1990 al Difensore civico locale e regionale: la tutela nei confronti del diniego di accesso alla documentazione in possesso della Pubblica Amministrazione
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