In recent years, the European approach to the migration migrant return policy has been characterised by a securitarian approach to ensure and strengthen its effectiveness. Understanding the current implementation status of the return measures is essential for navigating recent developments. In particular, the last year is well illustrative of this trend: the new border procedure was adopted in three regulations, and in March 2025, the Commission published its proposal to adopt a Return Regulation. These regulations conceptualise pre-removal detention as a model to be externalised at the borders and overseas. The extensive reliance on detention in migration policies highlights the need for a comprehensive analysis of the institution to verify its alignment with human rights standards. It is also crucial to assess whether Member States de facto use this measure of last resort by examining the extent to which alternatives to detention are implemented. The research adopts a strong analytics approach, focusing on the measure under analysis as outlined in the Return Directive. In the latter, in fact, it is possible to find the original discipline of the institution, on which the subsequent regulations were based and to which they refer. The methodology consists of a comparative analysis of the transposition and implementation of the institution in the Member States. This assessment is carried out using the jurisprudence of the Court of Justice of the European Union and the European Court of Human Rights as a benchmark of compliance, evaluated on the basis of data collected by independent organisations on the state of implementation of administrative detention for return purposes in the MS. Findings reveal that enforcing the removal is de facto the primary return strategy of the European return policy, and it is mainly ensured through the pre-removal detention phase. On this basis, it is concluded that detention is not a measure of last resort but a tool for migration governance. MS are reluctant to rely on alternative measures due to concerns regarding the potential risk of absconding. Thus, the implementation of the return policy is focused on ensuring removals at any cost, preferring controls over fundamental rights protection. Yet, it is argued here that the return policy can only be labelled as effective if it fully respects fundamental rights, as enshrined in Article 1 of the directive.
Negli ultimi anni, l'approccio dell'Unione Europea circa la politica del rimpatrio dei migranti si è caratterizzato da un assetto securitario per garantirne una maggiore efficacia. Comprendere l'attuale stato di attuazione delle misure di rimpatrio è essenziale per orientarsi nei recenti sviluppi. In particolare, l'ultimo anno è ben esemplificativo di questa tendenza: vi è stata l'adozione delle nuove procedure di frontiera, adottate in tre regolamenti, e a marzo 2025 la Commissione ha pubblicato la sua proposta per adottare un Regolamento sui Rimpatri. Questi regolamenti concepiscono il trattenimento prima dell'allontanamento come un modello da esternalizzare alle frontiere e all'estero. L'estensivo ricorso alla detenzione nelle politiche migratorie evidenzia la necessità di un'analisi comprensiva dell'istituto per verificarne l'allineamento con gli standard dei diritti umani. È inoltre fondamentale valutare se gli Stati membri utilizzino questa misura de facto come ultima istanza, verificando quanto le misure alternative alla detenzione vengano effettivamente applicate. La ricerca è caratterizzata da un approccio giuridico-analitico al tema e si concentra sullo studio dell'istituto come regolato dalla Direttiva Rimpatri. In quest'ultima, infatti, è possibile ritrovare la disciplina originale dell'istituto, su cui i successivi regolamenti si sono basati e a cui rimandano. La metodologia utilizzata consiste in un'analisi comparata della trasposizione ed attuazione dell'istituto negli Stati Membri. Tale valutazione è svolta usando come parametro di conformità la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea e della Corte Europea dei Diritti Umani, valutata sulla base dei dati raccolta da organizzazione indipendenti circa lo stato di attuazione della detenzione amministrativa per il rimpatrio negli SM. I risultati rivelano che l'allontanamento forzato è la principale strategia di rimpatrio della politica europea di rimpatrio, ed è garantito principalmente attraverso la detenzione amministrativa per il rimpatrio. Su queste basi si conclude che il trattenimento non è una misura di ultima istanza, ma uno strumento di governance della migrazione. Gli Stati membri sono riluttanti ad applicare le misure alternative alla detenzione disciplinate della Direttiva, in quanto ritengono non elimino efficacemente il rischio di fuga durante la loro applicazione. Pertanto, l'attuazione della politica di rimpatrio si concentra sul garantire gli allontanamenti ad ogni costo, preferendo il controllo al rispetto dei diritti fondamentali. Eppure, è qui sostenuto che la politica di rimpatrio potrà definirsi efficace solo se in grado di rispettare pienamente i diritti fondamentali, come è sancito dall'articolo 1 della direttiva.
Detenzione per il rimpatrio e misure alternative alla luce del diritto dell'UE: Un'analisi critica della normativa e della prassi degli Stati membri
PATERGNANI, VITTORIA
2023/2024
Abstract
Negli ultimi anni, l'approccio dell'Unione Europea circa la politica del rimpatrio dei migranti si è caratterizzato da un assetto securitario per garantirne una maggiore efficacia. Comprendere l'attuale stato di attuazione delle misure di rimpatrio è essenziale per orientarsi nei recenti sviluppi. In particolare, l'ultimo anno è ben esemplificativo di questa tendenza: vi è stata l'adozione delle nuove procedure di frontiera, adottate in tre regolamenti, e a marzo 2025 la Commissione ha pubblicato la sua proposta per adottare un Regolamento sui Rimpatri. Questi regolamenti concepiscono il trattenimento prima dell'allontanamento come un modello da esternalizzare alle frontiere e all'estero. L'estensivo ricorso alla detenzione nelle politiche migratorie evidenzia la necessità di un'analisi comprensiva dell'istituto per verificarne l'allineamento con gli standard dei diritti umani. È inoltre fondamentale valutare se gli Stati membri utilizzino questa misura de facto come ultima istanza, verificando quanto le misure alternative alla detenzione vengano effettivamente applicate. La ricerca è caratterizzata da un approccio giuridico-analitico al tema e si concentra sullo studio dell'istituto come regolato dalla Direttiva Rimpatri. In quest'ultima, infatti, è possibile ritrovare la disciplina originale dell'istituto, su cui i successivi regolamenti si sono basati e a cui rimandano. La metodologia utilizzata consiste in un'analisi comparata della trasposizione ed attuazione dell'istituto negli Stati Membri. Tale valutazione è svolta usando come parametro di conformità la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea e della Corte Europea dei Diritti Umani, valutata sulla base dei dati raccolta da organizzazione indipendenti circa lo stato di attuazione della detenzione amministrativa per il rimpatrio negli SM. I risultati rivelano che l'allontanamento forzato è la principale strategia di rimpatrio della politica europea di rimpatrio, ed è garantito principalmente attraverso la detenzione amministrativa per il rimpatrio. Su queste basi si conclude che il trattenimento non è una misura di ultima istanza, ma uno strumento di governance della migrazione. Gli Stati membri sono riluttanti ad applicare le misure alternative alla detenzione disciplinate della Direttiva, in quanto ritengono non elimino efficacemente il rischio di fuga durante la loro applicazione. Pertanto, l'attuazione della politica di rimpatrio si concentra sul garantire gli allontanamenti ad ogni costo, preferendo il controllo al rispetto dei diritti fondamentali. Eppure, è qui sostenuto che la politica di rimpatrio potrà definirsi efficace solo se in grado di rispettare pienamente i diritti fondamentali, come è sancito dall'articolo 1 della direttiva.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Patergnani Tesi 2025.pdf
non disponibili
Dimensione
3.24 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.24 MB | Adobe PDF |
Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/165116