The aim of this graduation thesis was to describe Helladic society during the 2nd millennium B.C., at the height of the development of Mycenaean palatial civilisation. This study was based on data research through the collection of sources found mainly in the Tabacco University Library textbooks and also on academic sites such as JStor. This research attempted to analyse every key aspect of Mycenaean palatial society, starting with the very origin of the palace, which can certainly not only be defined as the mere residence of the ruler, but also as the seat having a plurality of functions, of structures such as political, economic, cultic and administrative. In this context, the Mycenaean palace, according to the data collected, was not a trivial imitation of contemporary Minoan palaces: the residences of Achaean rulers originated during a long gestation, which began during the early stages of the Helladic Neolithic period. Despite the entirely local genesis of the palace and of Mycenaean civilisation itself, the influences of contemporary Minoan society are undeniable, as can be seen in the art and in the very insignia of power of the great Mycenaean lords, the wanax (wa-na-ka). But the greatest legacy of the Minoans was writing. Based on the data collected, it was realised that Linear B is not simply an imitation of Minoan Linear A: it was realised that, despite these Cretan influences, Mycenaean writing was born in a purely Helladic context; the proof is in the system of weights and measures that are not present in Minoan writing. But Mycenaean writing has a particular limitation: all the texts found are economic in nature; signs of an alternative Mycenaean literature, such as religious and diplomatic texts, have not been found. Despite this serious shortcoming, the dissertation managed to address some important issues inherent in the Mycenaean civilisation. Its socio-political component was analysed, with the wanax and the warrior aristocracy at its apex, as well as its relations with the local administration, represented by the damos. The living conditions of women during the palatial age were also described: in this context, it was realised that the role of women in Mycenaean times was more active, both socially and economically, than that of women in the classical age. In spite of these differences, genuine traits of unity with the Hellenic culture of the 1st millennium B.C. can be found, leading to the conclusion that a large part of the rituals and cults present in the Classical period have their roots in Mycenaean sanctuaries. The following chapters also analysed the presumed commercial and diplomatic contacts with the various Mediterranean populations: if the sixth chapter dealt with diplomatic contacts between the Achaean kingdoms and the eastern Mediterranean civilisations, the following chapter dealt with an important question, centred on the contacts between the Mycenaeans and the populations of southern Italy; it also questioned the possibility of the establishment of settlements, in fact anticipating the Hellenic colonial experience of the 8th century B.C.; in this case, we lean towards another hypothesis, based on not only commercial but also cultural exchanges. The last chapter dealt with the potential causes of the collapse of the Mycenaean kingdoms, through three major hypotheses related to invasions, internal conflicts and natural or climatic causes. However, the most credible hypothesis is based on the concurrence of causes, i.e. the combination of several events that repeatedly affected the Mycenaean palaces.
Questa tesi di laurea triennale ha avuto l'obiettivo di descrivere la società elladica durante il II millennio a.C., nel pieno dello sviluppo della civiltà palaziale micenea. Questo studio si è basato sulla ricerca dei dati attraverso la raccolta di fonti presenti principalmente sui manuali della biblioteca universitaria Tabacco e anche su siti accademici quali JStor. Questa ricerca ha tentato di analizzare ogni aspetto chiave della società palaziale micenea, partendo dall'origine stessa del palazzo, che non si può di certo definire solo come la mera residenza del sovrano, ma anche come la sede avente una pluralità di funzioni, di strutture quali quella politica, economica, cultuale e amministrativa. In questo contesto, il palazzo miceneo, in base ai dati raccolti, non è stato una banale imitazione dei coevi palazzi minoici: le residenze dei sovrani achei si sono originate nel corso di una lunga gestazione, iniziata durante le prime fasi del Neolitico elladico. Nonostante la genesi del tutto locale del palazzo e della stessa civiltà micenea, sono comunque innegabili le influenze della coeva società minoica, come lo si può notare nell'arte e nelle stesse insegne del potere dei grandi signori micenei, i wanax (wa-na-ka). Ma il più grande lascito dei Minoici è stata la scrittura. In base ai dati raccolti, si è compreso che la Lineare B non è semplicemente un'imitazione della Lineare A minoica: si è compreso che, nonostante queste influenze cretesi, la scrittura micenea nacque in un contesto prettamente elladico; la prova è nel sistema di pesi e misure che non sono presenti nella scrittura minoica. Ma la scrittura micenea presenta un particolare limite: tutti i testi rinvenuti sono di natura economica; non si sono ritrovati i segni di una letteratura micenea alternativa, come testi religiosi e diplomatici. Nonostante questa grave mancanza, la dissertazione è riuscita ad affrontare alcune tematiche importanti inerenti alla civiltà micenea. È stata analizzata la sua componente politico-sociale, con al suo vertice il wanax e l'aristocrazia guerriera, nonché i rapporti con l'amministrazione locale, rappresentata dal damos. Si è descritta, inoltre, la condizione di vita delle donne durante l'età palaziale: in questo contesto, si è compreso che il ruolo delle donne in epoca micenea era più attivo, sia socialmente sia economicamente, rispetto a quello delle donne dell'età classica. Nonostante queste differenze, si possono trovare dei veri e propri tratti d'unione con la cultura ellenica del I millennio a.C., giungendo alla conclusione che gran parte dei rituali e dei culti presenti in età classica hanno le loro radici nei santuari micenei. Nei capitoli successivi si sono analizzati anche i presunti contatti commerciali e diplomatici con le varie popolazioni del Mediterraneo: se il sesto capitolo si è affrontato il tema sui contatti diplomatici tra i regni achei e le civiltà del Mediterraneo orientale, nel capitolo seguente si è affrontato un importante quesito, incentrato sui contatti tra i Micenei e le popolazioni dell'Italia meridionale; interrogandosi anche sulla possibilità di costituzione di colonie di popolamento, anticipando di fatto l’esperienza coloniale ellenica dell’VIII secolo a.C.; in questo caso, si propende per un'altra ipotesi, basata sugli scambi non solo commerciali, ma anche culturali. Nell'ultimo capitolo si è trattato delle potenziali cause del crollo dei regni micenei, attraverso tre grandi ipotesi riconducibili a invasioni, conflitti interni e cause naturali o climatiche. Tuttavia, l'ipotesi più accreditabile si basa sul concorso di cause, ovvero sull'insieme di più eventi che colpirono ripetutamente i palazzi micenei.
Prima della Polis greca: genesi e sviluppo della civiltà palaziale micenea.
PIATTI, ENRICO
2024/2025
Abstract
Questa tesi di laurea triennale ha avuto l'obiettivo di descrivere la società elladica durante il II millennio a.C., nel pieno dello sviluppo della civiltà palaziale micenea. Questo studio si è basato sulla ricerca dei dati attraverso la raccolta di fonti presenti principalmente sui manuali della biblioteca universitaria Tabacco e anche su siti accademici quali JStor. Questa ricerca ha tentato di analizzare ogni aspetto chiave della società palaziale micenea, partendo dall'origine stessa del palazzo, che non si può di certo definire solo come la mera residenza del sovrano, ma anche come la sede avente una pluralità di funzioni, di strutture quali quella politica, economica, cultuale e amministrativa. In questo contesto, il palazzo miceneo, in base ai dati raccolti, non è stato una banale imitazione dei coevi palazzi minoici: le residenze dei sovrani achei si sono originate nel corso di una lunga gestazione, iniziata durante le prime fasi del Neolitico elladico. Nonostante la genesi del tutto locale del palazzo e della stessa civiltà micenea, sono comunque innegabili le influenze della coeva società minoica, come lo si può notare nell'arte e nelle stesse insegne del potere dei grandi signori micenei, i wanax (wa-na-ka). Ma il più grande lascito dei Minoici è stata la scrittura. In base ai dati raccolti, si è compreso che la Lineare B non è semplicemente un'imitazione della Lineare A minoica: si è compreso che, nonostante queste influenze cretesi, la scrittura micenea nacque in un contesto prettamente elladico; la prova è nel sistema di pesi e misure che non sono presenti nella scrittura minoica. Ma la scrittura micenea presenta un particolare limite: tutti i testi rinvenuti sono di natura economica; non si sono ritrovati i segni di una letteratura micenea alternativa, come testi religiosi e diplomatici. Nonostante questa grave mancanza, la dissertazione è riuscita ad affrontare alcune tematiche importanti inerenti alla civiltà micenea. È stata analizzata la sua componente politico-sociale, con al suo vertice il wanax e l'aristocrazia guerriera, nonché i rapporti con l'amministrazione locale, rappresentata dal damos. Si è descritta, inoltre, la condizione di vita delle donne durante l'età palaziale: in questo contesto, si è compreso che il ruolo delle donne in epoca micenea era più attivo, sia socialmente sia economicamente, rispetto a quello delle donne dell'età classica. Nonostante queste differenze, si possono trovare dei veri e propri tratti d'unione con la cultura ellenica del I millennio a.C., giungendo alla conclusione che gran parte dei rituali e dei culti presenti in età classica hanno le loro radici nei santuari micenei. Nei capitoli successivi si sono analizzati anche i presunti contatti commerciali e diplomatici con le varie popolazioni del Mediterraneo: se il sesto capitolo si è affrontato il tema sui contatti diplomatici tra i regni achei e le civiltà del Mediterraneo orientale, nel capitolo seguente si è affrontato un importante quesito, incentrato sui contatti tra i Micenei e le popolazioni dell'Italia meridionale; interrogandosi anche sulla possibilità di costituzione di colonie di popolamento, anticipando di fatto l’esperienza coloniale ellenica dell’VIII secolo a.C.; in questo caso, si propende per un'altra ipotesi, basata sugli scambi non solo commerciali, ma anche culturali. Nell'ultimo capitolo si è trattato delle potenziali cause del crollo dei regni micenei, attraverso tre grandi ipotesi riconducibili a invasioni, conflitti interni e cause naturali o climatiche. Tuttavia, l'ipotesi più accreditabile si basa sul concorso di cause, ovvero sull'insieme di più eventi che colpirono ripetutamente i palazzi micenei.File | Dimensione | Formato | |
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