Background: Flap reconstruction in the head and neck region aims to restore, as accurately as possible, the anatomical, aesthetic, and functional characteristics of the area affected by tumor resection. Although free flap transfer is the most frequently employed procedure, it may not always be suitable for every patient, nor strictly necessary to achieve optimal functional recovery. The present study seeks to define indications for the use of pedicled flaps in reconstructions of various subsites of the head and neck area, analyzing and comparing complication profiles in order to identify the most appropriate flap for each anatomical location. Materials and Methods: A total of 107 patients were included in this thesis work. Between 2015 and 2025, these patients underwent one or more surgical procedures with reconstruction using pedicled flaps at the ENT Unit of the “Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino.” The sample consisted of 74 males (69.2%) and 33 females (30.8%). Clinically, they presented oncological lesions or post-surgical defects located in various head and neck subsites, including the nose, tongue, hypopharynx/cervical esophagus, parotid region, auricular region, submental region, lateral cervical region, maxillary bone/hard palate, buccal mucosa, oral floor, mandible, upper and lower lip, as well as pharyngocutaneous fistula. Simultaneously, a post-operative complication analysis was performed, focusing specifically on dehiscence, stenosis, partial necrosis, total necrosis, and hemorrhage. Results: The pectoralis major flap was the most widely used (39 cases, 36.4%), mainly selected for extensive reconstructions of the oral cavity and the hypopharynx/cervical esophagus (57.1%), as well as for the closure of pharyngocutaneous fistulas (60%) and mandibular reconstructions (100%), reporting partial necrosis (5.1%), total necrosis (2.6%), dehiscence (15.4%), and fistula (10.3%). The deltopectoral flap (20 cases, 18.7%) ranked second and was predominantly applied to cervical and cutaneous defects (parotid, auricular, submental, lateral cervical regions), showing partial necrosis (25%), total necrosis (5%), and dehiscence (35%). Next were the platysma flap (14 cases, 13.1%), used for smaller defects and associated with partial necrosis (14.3%) and dehiscence (7.1%), and the forehead flap (6 cases, 5.6%), employed in over half of nasal reconstructions. The nasolabial flap (8 cases, 7.5%) was used in 45.5% of nasal defects and 100% of those involving the upper and lower lip, while the temporal flap (7 cases, 6.5%) was chosen electively for palatal and orbital cavity reconstructions. Less frequently employed were the supraclavicular flap (5 cases, 4.7%), Bichat’s fat pad (4 cases, 3.7%), the infra-hyoid flap (2 cases, 1.9%), the sternocleidomastoid flap (1 case, 0.9%), and the FAMM flap (1 case, 0.9%). Discussion: In this study, rates of partial necrosis (12.1%) and total necrosis (2.8%) are consistent with most published studies, supporting the validity of these flaps particularly in high-risk settings or where microvascular expertise is limited. Furthermore, the observed complication profile confirms the indications previously described in the literature. In patients with a high ASA anesthesiologic risk, pedicled flaps represent a safe and effective option for head and neck reconstruction, reducing the risks associated with lengthy and complex procedures.

Premessa : La ricostruzione con lembi nel distretto testa-collo mira a ripristinare, con la massima accuratezza possibile, le caratteristiche anatomiche, estetiche e funzionali dell’area interessata dall’intervento demolitivo. Sebbene la trasposizione di lembi liberi sia la procedura maggiormente impiegata, essa non risulta necessariamente adeguata per ogni paziente né sempre indispensabile per ottenere un buon recupero funzionale. Il presente studio si propone di definire le indicazioni all’impiego dei lembi peduncolati nelle ricostruzioni delle diverse sottosedi del distretto cervico-cefalico, analizzando e confrontando il profilo delle complicanze al fine di identificare, per ciascuna localizzazione anatomica, il lembo più appropriato. Materiali e metodi: Nel presente lavoro di tesi sono stati inclusi 107 pazienti che, nel periodo compreso tra il 2015 e il 2025, hanno subito uno o più interventi chirurgici con ricostruzione mediante lembi peduncolati presso la S.C. di Otorinolaringoiatria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino. Il campione risulta composto da 74 individui di sesso maschile (69,2%) e 33 di sesso femminile (30,8%). Dal punto di vista clinico, i pazienti presentavano lesioni oncologiche o difetti post-chirurgici localizzati in diverse sottosedi del distretto testa-collo, tra cui naso, lingua, ipofaringe/esofago cervicale, regione parotidea, regione auricolare, regione sottomentoniera, regione laterocervicale, osso mascellare/palato duro, mucosa geniena, pelvi orale, mandibola, labbro superiore e inferiore, nonché fistola faringocutanea. Parallelamente, è stata effettuata un’analisi delle complicanze post-operatorie, considerando necrosi parziale e totale, deiscenza, stenosi ed emorragia. Risultati: Il lembo di gran pettorale è risultato il più utilizzato (39 casi, 36,4%), scelto prevalentemente per ampie ricostruzioni del cavo orale e dell’ipofaringe/esofago cervicale (57,1%), nonché per la chiusura di fistole faringocutanee (60%) e per le ricostruzioni mandibolari (100%); riscontrando necrosi parziale (5,1%), necrosi totale (2,6%), deiscenza (15,4%) e fistola (10,3%). Il delto-pettorale (20 casi, 18,7%) è stato il secondo lembo più impiegato, specialmente per difetti cervicali e cutanei (regioni parotidea, auricolare, sottomentoniera, laterocervicale), con necrosi parziale (25%), necrosi totale (5%) e deiscenza (35%). Seguono il platisma (14 casi, 13,1%), indicato per difetti di minori dimensioni con necrosi parziale (14,3%) e di deiscenza (7,1%), e il frontale (6 casi, 5,6%), utilizzato in oltre la metà delle ricostruzioni nasali. Il nasogenieno (8 casi, 7,5%) ha trovato principale impiego nel 45,5% dei difetti nasali e nel 100% di quelli del labbro superiore e inferiore, mentre il temporale (7 casi, 6,5%) è stato impiegato elettivamente per ricostruzioni palatali e della cavità orbitaria. Con minore frequenza si è osservato l’utilizzo di lembo sovraclaveare (5 casi, 4,7%), bolla di Bichat (4 casi, 3,7%), infraioideo (2 casi, 1,9%), sternocleidomastoideo (1 caso, 0,9%) e FAMM (1 caso, 0,9%). Discussione: I tassi di necrosi parziale (12,1%) e necrosi totale (2,8%) risultano in linea con la maggior parte degli studi, sostenendo la validità di tali lembi soprattutto in contesti ad alto rischio o con limitata esperienza microchirurgica. Inoltre, il profilo delle complicanze osservato conferma le indicazioni precedentemente descritte in letteratura. In pazienti ad alto rischio anestesiologico ASA, i lembi peduncolati rappresentano un’opzione sicura ed efficace per la ricostruzione cervico-cefalica, riducendo i rischi associati a procedure lunghe e complesse.

I lembi peduncolati nella chirurgia ricostruttiva della testa e del collo: indicazioni e risultati

VERONESI, TEODROS
2024/2025

Abstract

Premessa : La ricostruzione con lembi nel distretto testa-collo mira a ripristinare, con la massima accuratezza possibile, le caratteristiche anatomiche, estetiche e funzionali dell’area interessata dall’intervento demolitivo. Sebbene la trasposizione di lembi liberi sia la procedura maggiormente impiegata, essa non risulta necessariamente adeguata per ogni paziente né sempre indispensabile per ottenere un buon recupero funzionale. Il presente studio si propone di definire le indicazioni all’impiego dei lembi peduncolati nelle ricostruzioni delle diverse sottosedi del distretto cervico-cefalico, analizzando e confrontando il profilo delle complicanze al fine di identificare, per ciascuna localizzazione anatomica, il lembo più appropriato. Materiali e metodi: Nel presente lavoro di tesi sono stati inclusi 107 pazienti che, nel periodo compreso tra il 2015 e il 2025, hanno subito uno o più interventi chirurgici con ricostruzione mediante lembi peduncolati presso la S.C. di Otorinolaringoiatria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino. Il campione risulta composto da 74 individui di sesso maschile (69,2%) e 33 di sesso femminile (30,8%). Dal punto di vista clinico, i pazienti presentavano lesioni oncologiche o difetti post-chirurgici localizzati in diverse sottosedi del distretto testa-collo, tra cui naso, lingua, ipofaringe/esofago cervicale, regione parotidea, regione auricolare, regione sottomentoniera, regione laterocervicale, osso mascellare/palato duro, mucosa geniena, pelvi orale, mandibola, labbro superiore e inferiore, nonché fistola faringocutanea. Parallelamente, è stata effettuata un’analisi delle complicanze post-operatorie, considerando necrosi parziale e totale, deiscenza, stenosi ed emorragia. Risultati: Il lembo di gran pettorale è risultato il più utilizzato (39 casi, 36,4%), scelto prevalentemente per ampie ricostruzioni del cavo orale e dell’ipofaringe/esofago cervicale (57,1%), nonché per la chiusura di fistole faringocutanee (60%) e per le ricostruzioni mandibolari (100%); riscontrando necrosi parziale (5,1%), necrosi totale (2,6%), deiscenza (15,4%) e fistola (10,3%). Il delto-pettorale (20 casi, 18,7%) è stato il secondo lembo più impiegato, specialmente per difetti cervicali e cutanei (regioni parotidea, auricolare, sottomentoniera, laterocervicale), con necrosi parziale (25%), necrosi totale (5%) e deiscenza (35%). Seguono il platisma (14 casi, 13,1%), indicato per difetti di minori dimensioni con necrosi parziale (14,3%) e di deiscenza (7,1%), e il frontale (6 casi, 5,6%), utilizzato in oltre la metà delle ricostruzioni nasali. Il nasogenieno (8 casi, 7,5%) ha trovato principale impiego nel 45,5% dei difetti nasali e nel 100% di quelli del labbro superiore e inferiore, mentre il temporale (7 casi, 6,5%) è stato impiegato elettivamente per ricostruzioni palatali e della cavità orbitaria. Con minore frequenza si è osservato l’utilizzo di lembo sovraclaveare (5 casi, 4,7%), bolla di Bichat (4 casi, 3,7%), infraioideo (2 casi, 1,9%), sternocleidomastoideo (1 caso, 0,9%) e FAMM (1 caso, 0,9%). Discussione: I tassi di necrosi parziale (12,1%) e necrosi totale (2,8%) risultano in linea con la maggior parte degli studi, sostenendo la validità di tali lembi soprattutto in contesti ad alto rischio o con limitata esperienza microchirurgica. Inoltre, il profilo delle complicanze osservato conferma le indicazioni precedentemente descritte in letteratura. In pazienti ad alto rischio anestesiologico ASA, i lembi peduncolati rappresentano un’opzione sicura ed efficace per la ricostruzione cervico-cefalica, riducendo i rischi associati a procedure lunghe e complesse.
Pedicled flaps in reconstructive head and neck surgery: indications and outcomes
Background: Flap reconstruction in the head and neck region aims to restore, as accurately as possible, the anatomical, aesthetic, and functional characteristics of the area affected by tumor resection. Although free flap transfer is the most frequently employed procedure, it may not always be suitable for every patient, nor strictly necessary to achieve optimal functional recovery. The present study seeks to define indications for the use of pedicled flaps in reconstructions of various subsites of the head and neck area, analyzing and comparing complication profiles in order to identify the most appropriate flap for each anatomical location. Materials and Methods: A total of 107 patients were included in this thesis work. Between 2015 and 2025, these patients underwent one or more surgical procedures with reconstruction using pedicled flaps at the ENT Unit of the “Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino.” The sample consisted of 74 males (69.2%) and 33 females (30.8%). Clinically, they presented oncological lesions or post-surgical defects located in various head and neck subsites, including the nose, tongue, hypopharynx/cervical esophagus, parotid region, auricular region, submental region, lateral cervical region, maxillary bone/hard palate, buccal mucosa, oral floor, mandible, upper and lower lip, as well as pharyngocutaneous fistula. Simultaneously, a post-operative complication analysis was performed, focusing specifically on dehiscence, stenosis, partial necrosis, total necrosis, and hemorrhage. Results: The pectoralis major flap was the most widely used (39 cases, 36.4%), mainly selected for extensive reconstructions of the oral cavity and the hypopharynx/cervical esophagus (57.1%), as well as for the closure of pharyngocutaneous fistulas (60%) and mandibular reconstructions (100%), reporting partial necrosis (5.1%), total necrosis (2.6%), dehiscence (15.4%), and fistula (10.3%). The deltopectoral flap (20 cases, 18.7%) ranked second and was predominantly applied to cervical and cutaneous defects (parotid, auricular, submental, lateral cervical regions), showing partial necrosis (25%), total necrosis (5%), and dehiscence (35%). Next were the platysma flap (14 cases, 13.1%), used for smaller defects and associated with partial necrosis (14.3%) and dehiscence (7.1%), and the forehead flap (6 cases, 5.6%), employed in over half of nasal reconstructions. The nasolabial flap (8 cases, 7.5%) was used in 45.5% of nasal defects and 100% of those involving the upper and lower lip, while the temporal flap (7 cases, 6.5%) was chosen electively for palatal and orbital cavity reconstructions. Less frequently employed were the supraclavicular flap (5 cases, 4.7%), Bichat’s fat pad (4 cases, 3.7%), the infra-hyoid flap (2 cases, 1.9%), the sternocleidomastoid flap (1 case, 0.9%), and the FAMM flap (1 case, 0.9%). Discussion: In this study, rates of partial necrosis (12.1%) and total necrosis (2.8%) are consistent with most published studies, supporting the validity of these flaps particularly in high-risk settings or where microvascular expertise is limited. Furthermore, the observed complication profile confirms the indications previously described in the literature. In patients with a high ASA anesthesiologic risk, pedicled flaps represent a safe and effective option for head and neck reconstruction, reducing the risks associated with lengthy and complex procedures.
CANALE, ANDREA
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