Percepire il mondo oltre i limiti dei sensi: dialogo tra filosofia, neuroscienza e inclusività

The central topic of this thesis is the importance of the senses and their role in perception and knowledge of the world. This theme and its evolution is explored by reporting theories and reflections of scholars from different centuries and my own personal experience, in order to integrate theory and practice and create an interdisciplinary dialogue. The starting point is philosophy, which is considered essential for analysing the relationship between mind and body. In this context, Cartesian dualism is analysed, before moving on to neuroscientific reflections with Patricia Churchland and Antonio Damasio. Philosophy and neuroscience are thus related, focusing on their respective influences; following a neuroscientific perspective, a brief analysis of multimodal phenomena is also given. Another fundamental contribution is that of Étienne Bonnot de Condillac: the animated statue is an example of the relationship between the senses and knowledge. Later philosophers such as La Mettrie, Helvétius and Holbach are cited, who take up Condillac's sensism in a materialist key. The importance of the senses is not limited to philosophy and neuroscience, but also extends to the aesthetic sphere. Robert Vischer, whose reflections include an analysis of the correlation between touch and vision and the concept of Einfühlung, is explored in this context. The connection between art and sensory experience is reflected in the physical and emotional sensations evoked by observation. Another significant pillar is the theory of Heinrich Wölfflin, who examines physiological reactions related to shapes, proportions, colors, and light, with a focus on the Renaissance and Baroque periods. These two styles are contrasted to understand their distinctive characteristics and highlight how art is perceived differently depending on how various elements are employed. Regarding this theme, Steen Eiler Rasmussen is mentioned, discussing multisensory architecture experienced through elements such as the contrast between solid and convex shapes, rhythm, color, texture, light, and sound. This type of architecture is also found in the reflections of Juhani Pallasmaa: the skin sees, sounds and scents awaken old memories, the tongue is the primordial organ, and focused vision envelops humans in the world. A central aspect of the thesis is the analysis of the perceptual experience of people with sensory impairments, particularly blind and deaf individuals. The use of hands as a tool for knowledge is at the core of this investigation, supported by personal experiences at the Galleria d’Arte Moderna in Turin and in Greece as part of the MOVE&ACT project. The Visual Cliff experiment is analyzed to highlight the role of touch in depth and space perception. Hands serve multiple roles, and I have examined their communicative function by briefly discussing the history of sign language and analyzing how inclusive activities can be created—not only through touch but also by enhancing other senses using a multisensory approach. The multisensory approach is also fundamental in education, as it enables more effective communication with individuals and fosters greater inclusion, autonomy, and learning. In this thesis, I have aimed not only to provide an analysis of multisensoriality through multidisciplinary approaches but also to offer reflections on the possible future developments of this theme and the role of the senses in acquiring knowledge of the world. Continuing to explore this field means creating new opportunities for growth, autonomy and participation for every individual, thereby strengthening the connection between knowledge, perception and humanity.

Argomento centrale di questa tesi è l’importanza dei sensi e il loro ruolo nella percezione e nella conoscenza del mondo. Viene esplorato questo tema e la sua evoluzione riportando teorie e riflessioni di studiosi appartenenti a diversi secoli e la mia personale esperienza lavorativa, al fine di integrare teoria e pratica e creare un dialogo interdisciplinare.  Punto di partenza è la filosofia, considerata essenziale per l’analisi del rapporto tra mente e corpo. In questo contesto, viene analizzato il dualismo cartesiano, per poi passare a riflessioni neuroscientifiche con Patricia Churchland e Antonio Damasio. Filosofia e neuroscienza vengono così messe in relazione, concentrandosi sulla loro rispettiva influenza; seguendo un'ottica neuroscientifica viene riportata inoltre una breve analisi sui fenomeni multimodali.  Un altro contributo fondamentale è quello di Étienne Bonnot de Condillac: la statua animata è l’esempio del rapporto esistente tra sensi e conoscenza. Vengono citati filosofi successivi come La Mettrie, Helvétius e Holbach, i quali riprendono il sensismo di Condillac in chiave materialista. L’importanza dei sensi non si limita alla filosofia e alla neuroscienza, ma si estende anche all’ambito estetico. In questo contesto viene esplorato Robert Vischer, le cui riflessioni prevedono un'analisi della correlazione tra tatto e visione e il concetto di Einfühlung. Il legame tra arte ed esperienza sensoriale si ritrova nelle sensazioni fisiche ed emotive create dall’osservazione. Un altro pilastro importante è rappresentato dalle teorie di Heinrich Wölfflin, il quale riflette sulle reazioni fisiologiche legate a forme, proporzioni, colori e luce, approfondendo Rinascimento e Barocco. Questi due stili vengono contrapposti al fine di comprendere le loro caratteristiche precipue ed evidenziare come l’arte viene vissuta in maniera differente in base a come i vari elementi vengono impiegati. Circa questo tema viene citato Steen Eiler Rasmussen, il quale parla di architettura multisensoriale, vissuta attraverso elementi come il contrasto tra forme solide e convesse, il ritmo, il colore, la texture, la luce e il suono. Questa tipologia di architettura si ritrova inoltre nelle riflessioni di Juhani Pallasmaa: la pelle vede, i suoni e i profumi risvegliano vecchi ricordi, la lingua è l’organo primordiale e la vista focalizzata avvolge l’uomo nel mondo. Un aspetto centrale della tesi è l’analisi dell’esperienza percettiva di persone con deficit sensoriali, in particolare ciechi e sordi. L’uso delle mani come strumento di conoscenza è al centro di questa indagine, supportata da esperienze personali svolte presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino e in Grecia, nell’ambito del progetto MOVE&ACT. L’esperimento del Visual Cliff viene analizzato per evidenziare il ruolo del tatto nella percezione della profondità e dello spazio. Le mani hanno numerosi ruoli e ho preso in esame quello comunicativo, attraverso un cenno storico riguardo la nascita della Lingua dei Segni e analizzando in che modo si possono creare attività inclusive, partendo non solo dal tatto, ma potenziando anche gli altri sensi attraverso un approccio multisensoriale. L’approccio multisensoriale è fondamentale anche in ambito educativo, al fine di comunicare in maniera più efficace con le persone e permettere loro maggior inclusione, autonomia e apprendimento. In questa tesi mi sono impegnata non solo a offrire un’analisi della multisensorialità attraverso approcci multidisciplinari, ma anche a proporre una riflessione sui possibili sviluppi futuri di questo tema e sul ruolo dei sensi nella conoscenza del mondo. Continuare a esplorare questo ambito significa offrire nuove opportunità di crescita, autonomia e partecipazione per ogni individuo, rafforzando così il legame tra conoscenza, percezione e umanità.