In recent years, corporate responsibility regarding human rights and sustainability has gained increasing attention at both European and global levels. This thesis investigates the implementation of Human Rights Due Diligence (HRDD) in the coffee sector, focusing on three major Italian coffee companies: Illy, Lavazza, and Massimo Zanetti Beverage Group. The study employs a multiple case study approach, using secondary data and the Corporate Human Rights Benchmark (CHRB) indicators to evaluate corporate performance in identifying, mitigating, and addressing human rights risks within their operations and supply chains. The research begins by analysing the regulatory landscape of HRDD, examining both soft law (such as the UN Guiding Principles and OECD Guidelines) and hard law (including national due diligence regulations and the European Corporate Sustainability Due Diligence Directive - CSDDD). A literature review explores best practices and challenges in HRDD implementation, emphasising factors that enhance its effectiveness, such as stakeholder engagement, clear legal frameworks, and corporate governance. The empirical study assesses the extent to which the selected companies comply with HRDD standards, assigning scores through a customised scorecard based on CHRB indicators. The findings reveal significant differences in corporate approaches, with Illy scoring the highest due to its proactive measures, including risk identification beyond legal compliance and concrete remediation actions. Lavazza and Massimo Zanetti Beverage Group, while demonstrating partial adherence, primarily focus on supply chain risks and legal compliance, with limited evidence of proactive measures. Despite growing regulatory pressure, the study highlights that HRDD is not yet a strategic priority in the coffee sector, with inconsistent monitoring, weak stakeholder engagement, and lack of transparent communication remaining key challenges. The thesis concludes by discussing theoretical and managerial implications, emphasising the need for stricter enforcement mechanisms and enhanced corporate accountability.
Negli ultimi anni, la responsabilità aziendale in materia di diritti umani e sostenibilità ha ricevuto un'attenzione crescente sia a livello europeo che globale. Questa tesi analizza l'implementazione del Human Rights Due Diligence (HRDD) nel settore del caffè, concentrandosi su tre importanti aziende italiane: Illy, Lavazza e Massimo Zanetti Beverage Group. Lo studio adotta un approccio di analisi comparativa multi-caso, utilizzando dati secondari e gli indicatori del Corporate Human Rights Benchmark (CHRB) per valutare la performance aziendale nell'identificazione, mitigazione e gestione dei rischi legati ai diritti umani nelle proprie operazioni e catene di fornitura. La ricerca inizia con un'analisi del quadro normativo relativo all'HRDD, esaminando sia il soft law (come i Principi Guida delle Nazioni Unite e le Linee Guida dell'OCSE) che il hard law (incluse le normative nazionali sulla due diligence e la Direttiva Europea sulla Due Diligence per la Sostenibilità d'Impresa - CSDDD). Una revisione della letteratura esplora le migliori pratiche e le sfide nell'implementazione dell'HRDD, mettendo in evidenza i fattori che ne migliorano l'efficacia, tra cui il coinvolgimento degli stakeholder, un quadro normativo chiaro e una governance aziendale solida. Lo studio empirico valuta il livello di conformità delle aziende selezionate agli standard HRDD, assegnando punteggi attraverso una scorecard personalizzata basata sugli indicatori CHRB. I risultati evidenziano differenze significative negli approcci aziendali, con Illy che ottiene il punteggio più alto grazie a misure proattive, tra cui l'identificazione dei rischi oltre la conformità legale e azioni concrete di rimedio. Lavazza e Massimo Zanetti Beverage Group, pur dimostrando un'adesione parziale, si concentrano principalmente sui rischi nella catena di fornitura e sulla conformità normativa, con scarsa evidenza di misure proattive. Nonostante la crescente pressione normativa, lo studio sottolinea come l'HRDD non sia ancora una priorità strategica nel settore del caffè, con monitoraggio incoerente, debole coinvolgimento degli stakeholder e mancanza di trasparenza nella comunicazione tra le sfide principali. La tesi si conclude con una discussione sulle implicazioni teoriche e manageriali, evidenziando la necessità di meccanismi di applicazione più rigorosi e di una maggiore responsabilità aziendale.
Corporate Human Rights Due Diligence: A multiple case study analysis in the Coffee Sector
MINCIUNA, FLORINA MADALINA
2023/2024
Abstract
Negli ultimi anni, la responsabilità aziendale in materia di diritti umani e sostenibilità ha ricevuto un'attenzione crescente sia a livello europeo che globale. Questa tesi analizza l'implementazione del Human Rights Due Diligence (HRDD) nel settore del caffè, concentrandosi su tre importanti aziende italiane: Illy, Lavazza e Massimo Zanetti Beverage Group. Lo studio adotta un approccio di analisi comparativa multi-caso, utilizzando dati secondari e gli indicatori del Corporate Human Rights Benchmark (CHRB) per valutare la performance aziendale nell'identificazione, mitigazione e gestione dei rischi legati ai diritti umani nelle proprie operazioni e catene di fornitura. La ricerca inizia con un'analisi del quadro normativo relativo all'HRDD, esaminando sia il soft law (come i Principi Guida delle Nazioni Unite e le Linee Guida dell'OCSE) che il hard law (incluse le normative nazionali sulla due diligence e la Direttiva Europea sulla Due Diligence per la Sostenibilità d'Impresa - CSDDD). Una revisione della letteratura esplora le migliori pratiche e le sfide nell'implementazione dell'HRDD, mettendo in evidenza i fattori che ne migliorano l'efficacia, tra cui il coinvolgimento degli stakeholder, un quadro normativo chiaro e una governance aziendale solida. Lo studio empirico valuta il livello di conformità delle aziende selezionate agli standard HRDD, assegnando punteggi attraverso una scorecard personalizzata basata sugli indicatori CHRB. I risultati evidenziano differenze significative negli approcci aziendali, con Illy che ottiene il punteggio più alto grazie a misure proattive, tra cui l'identificazione dei rischi oltre la conformità legale e azioni concrete di rimedio. Lavazza e Massimo Zanetti Beverage Group, pur dimostrando un'adesione parziale, si concentrano principalmente sui rischi nella catena di fornitura e sulla conformità normativa, con scarsa evidenza di misure proattive. Nonostante la crescente pressione normativa, lo studio sottolinea come l'HRDD non sia ancora una priorità strategica nel settore del caffè, con monitoraggio incoerente, debole coinvolgimento degli stakeholder e mancanza di trasparenza nella comunicazione tra le sfide principali. La tesi si conclude con una discussione sulle implicazioni teoriche e manageriali, evidenziando la necessità di meccanismi di applicazione più rigorosi e di una maggiore responsabilità aziendale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/164891