In this paper, I aim to explore how art, not only within institutional and museum contexts but also and above all outside of them, represents an emancipatory, proactive, subversive, and transformative force. Art emerges as a possible and effective means of providing humanity with alternatives that are not only conceivable but also realizable, in response to contemporary Western society, which is predominantly driven by market logic and capitalism. In other words, the objective is to make the world inhabitable once again. This analysis will engage with and compare the thoughts of Cornelius Castoriadis and Chiara Bottici. For Castoriadis, imagination is the foundation of humanity’s ability to create new forms of meaning, envision alternatives, and transform social reality. Imagination is not merely a cognitive faculty but a powerful tool that enables individuals and societies to emancipate themselves from structures of domination and generate new ways of living. A third path between imagination as an individual faculty (what we possess) and as a social imaginary (what possesses us) is offered by Bottici. In her work Imaginal Politics, she seeks to transcend this dichotomy through the concept of the imaginal. Like Castoriadis, Bottici suggests that understanding and utilizing imagination in a creative way is essential for fostering social and political change. The intersection between art and life, particularly in the postmodern era, allows individuals to destabilize power hierarchies and redefine their perception of the world. A rethinking of art and aesthetics is also proposed by scholars who emphasize the social turn in contemporary art. Zabala (aesthetics of emergency), Bennett (practical aesthetics), and Bourriaud (relational aesthetics) aim to create a newly inhabitable, albeit temporary, space by overturning the traditional relationship between artwork, artist, and audience. Their approaches express a utopian reconsideration of the relationship between art, the social sphere, and political empowerment. Countercultural phenomena such as free parties, which produce music, visual art, and dance while reclaiming and repurposing abandoned spaces, exemplify how collective subjects can articulate new forms of artistic expression. Another significant case that underscores the role of art in generating shared spaces and collective experiences is the small Italian town of Aielli, home to the street art festival Borgo Universo. Through an extensive landscape regeneration project, this initiative has revitalized the town, fostering communal engagement and participation through public art (murals). These examples are not merely isolated cases; rather, they constitute extreme instances that, when considered philosophically, compel us to rethink the ways in which art is produced, consumed, and discussed. They challenge philosophy to move beyond merely questioning art to questioning through art. The artistic act, understood in its performative nature, has the potential to bring about social, political, and ethical transformations. Thus, the value of art no longer resides solely in its descriptive function but in its creative one: making art is not merely an action or practice but, above all, an ethical moment.
In questo lavoro mi propongo di dare ragione dell’idea di come l’arte, non solo all’interno, ma anche e soprattutto fuori dai contesti istituzionali e museali, rappresenti una forza emancipatrice, propositiva, sovversiva ed eversiva, una cura possibile ed efficace per fornire all’umano, alternative non solo possibili, ma anche realizzabili, alla società occidentale contemporanea, guidata dalle logiche di mercato e dal capitalismo. In altre parole: rendere di nuovo abitabile il mondo. Si andranno ad approfondire e mettere a confronto i pensieri di Castoriadis e Bottici. Per Castoriadis l'immaginazione è alla base della capacità umana di creare nuove forme di significato, di immaginare alternative e di trasformare la realtà sociale. L'immaginazione non è solo una facoltà mentale, ma un potente strumento che consente agli individui, e alle società, di emanciparsi dalle forme di dominio e di creare nuovi algoritmi di vita. Una terza via tra l’immaginazione intesa come facoltà individuale (ciò che possediamo) o come immaginario sociale (ciò che ci possiede) ci è offerta da Bottici che nel suo “Imaginal politics” cercherà di trascendere l’impasse attraverso il concetto di immaginale. Anche Bottici, come Castoriadis, suggerisce che comprendere e utilizzare l'immaginazione in modo creativo può essere fondamentale per la promozione del cambiamento sociale e politico. L’intreccio tra arte e vita consente quindi all’uomo, nell’epoca post-moderna, di destabilizzare le gerarchie di potere e ridefinire il nostro modo di vedere il mondo. Una nuova lettura dell’arte e una nuova concezione dell’estetica è proposta anche da quegli autori che ci permettono di parlare di svolta sociale dell’arte. Zabala (estetica dell’emergenza), Bennett (estetica pratica), Bourriaud (estetica relazionale) mirano a creare uno spazio di nuovo abitabile, seppur temporaneo, attraverso il rovesciamento del rapporto tradizionale fra oggetto d’arte, artista e pubblico, ed esprimono un ripensamento utopico della relazione fra arte, campo sociale e potenziamento politico. Fenomeni quali i free party, considerati controculturali, che producono musica, visual art e danza, con la riconfigurazione e il riutilizzo di luoghi abbandonati, diventano i soggetti collettivi maggiormente ricollocabili nell’espressione di nuove forme d’arte. Altro esempio interessante per sottolineare l’importanza dell’arte nella creazione di spazi condivisi ed esperienze collettive è quello del comune abruzzese di Aielli, casa del festival di street art, Borgo Universo, che ha dato nuova linfa vitale al comune attraverso un progetto di riqualificazione paesaggistica dove l’arte (murales) ha generato condivisione e partecipazione. Questi non sono solo degli esempi, ma dei casi limite che, considerati in maniera filosofica, impongono di dover riconsiderare i modi in cui l’arte è prodotta, consumata e discussa, e obbligano la filosofia non più solo a domandarsi sull’arte ma a domandare attraverso l’arte. L’atto artistico, visto nella sua natura performativa, è in grado di originare dei cambiamenti sociali, politici ed etici. Il valore dell’arte non risiede più quindi solo nella sua funzione descrittiva ma in quella creativa: fare arte diventa non solo azione e prassi, ma anche e soprattutto momento etico.
Estetiche della sovversione: arte e politiche del possibile
DI SANTE, LUCREZIA
2023/2024
Abstract
In questo lavoro mi propongo di dare ragione dell’idea di come l’arte, non solo all’interno, ma anche e soprattutto fuori dai contesti istituzionali e museali, rappresenti una forza emancipatrice, propositiva, sovversiva ed eversiva, una cura possibile ed efficace per fornire all’umano, alternative non solo possibili, ma anche realizzabili, alla società occidentale contemporanea, guidata dalle logiche di mercato e dal capitalismo. In altre parole: rendere di nuovo abitabile il mondo. Si andranno ad approfondire e mettere a confronto i pensieri di Castoriadis e Bottici. Per Castoriadis l'immaginazione è alla base della capacità umana di creare nuove forme di significato, di immaginare alternative e di trasformare la realtà sociale. L'immaginazione non è solo una facoltà mentale, ma un potente strumento che consente agli individui, e alle società, di emanciparsi dalle forme di dominio e di creare nuovi algoritmi di vita. Una terza via tra l’immaginazione intesa come facoltà individuale (ciò che possediamo) o come immaginario sociale (ciò che ci possiede) ci è offerta da Bottici che nel suo “Imaginal politics” cercherà di trascendere l’impasse attraverso il concetto di immaginale. Anche Bottici, come Castoriadis, suggerisce che comprendere e utilizzare l'immaginazione in modo creativo può essere fondamentale per la promozione del cambiamento sociale e politico. L’intreccio tra arte e vita consente quindi all’uomo, nell’epoca post-moderna, di destabilizzare le gerarchie di potere e ridefinire il nostro modo di vedere il mondo. Una nuova lettura dell’arte e una nuova concezione dell’estetica è proposta anche da quegli autori che ci permettono di parlare di svolta sociale dell’arte. Zabala (estetica dell’emergenza), Bennett (estetica pratica), Bourriaud (estetica relazionale) mirano a creare uno spazio di nuovo abitabile, seppur temporaneo, attraverso il rovesciamento del rapporto tradizionale fra oggetto d’arte, artista e pubblico, ed esprimono un ripensamento utopico della relazione fra arte, campo sociale e potenziamento politico. Fenomeni quali i free party, considerati controculturali, che producono musica, visual art e danza, con la riconfigurazione e il riutilizzo di luoghi abbandonati, diventano i soggetti collettivi maggiormente ricollocabili nell’espressione di nuove forme d’arte. Altro esempio interessante per sottolineare l’importanza dell’arte nella creazione di spazi condivisi ed esperienze collettive è quello del comune abruzzese di Aielli, casa del festival di street art, Borgo Universo, che ha dato nuova linfa vitale al comune attraverso un progetto di riqualificazione paesaggistica dove l’arte (murales) ha generato condivisione e partecipazione. Questi non sono solo degli esempi, ma dei casi limite che, considerati in maniera filosofica, impongono di dover riconsiderare i modi in cui l’arte è prodotta, consumata e discussa, e obbligano la filosofia non più solo a domandarsi sull’arte ma a domandare attraverso l’arte. L’atto artistico, visto nella sua natura performativa, è in grado di originare dei cambiamenti sociali, politici ed etici. Il valore dell’arte non risiede più quindi solo nella sua funzione descrittiva ma in quella creativa: fare arte diventa non solo azione e prassi, ma anche e soprattutto momento etico.File | Dimensione | Formato | |
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