This thesis explores the relationship between literature and cinema by analysing the film adaptations of Donato Carrisi’s works, focusing on the processes of narrative and stylistic transposition. The objective is to understand how the transition from written text to cinematic language alters the construction of suspense, the characterization of characters, and the perception of truth—central elements in the author's thrillers. The analysis is based on critical theories that view adaptation not as a mere translation but as a creative transformation that responds to the specific demands of the cinematic medium. By comparing novels and films, the study highlights directorial choices, screenwriting techniques, and mise-en-scène strategies that redefine narrative dynamics, utilizing the visual power of cinema to amplify ambiguity and the sense of deception. The research demonstrates that film adaptation is never a mere act of fidelity but rather a process of rewriting that emphasizes, reinterprets, or omits elements of the original text. Carrisi’s dual role as both writer and director ensures stylistic coherence between the two media, while also introducing significant differences in storytelling and visual representation. Ultimately, the analysis reveals that adaptation can serve as a means of reinterpreting a work, using cinema to enhance the tension and the psychological complexity of characters, offering the audience a distinct yet complementary experience to that of the novel.
Questa tesi esplora il rapporto tra letteratura e cinema attraverso l’analisi degli adattamenti cinematografici delle opere di Donato Carrisi, ponendo particolare attenzione ai processi di trasposizione narrativa e stilistica. L’obiettivo è comprendere come il passaggio dal testo scritto al linguaggio filmico modifichi la costruzione della suspense, la caratterizzazione dei personaggi e la percezione della verità, elementi centrali nei thriller dell’autore. L’analisi si basa su teorie critiche che considerano l’adattamento non come una semplice traduzione, ma come una trasformazione creativa che risponde alle esigenze specifiche del mezzo cinematografico. Attraverso il confronto tra romanzi e film, si evidenziano le scelte di regia, sceneggiatura e messa in scena che ridefiniscono le dinamiche narrative, sfruttando il potenziale visivo del cinema per amplificare l’ambiguità e il senso di inganno. L’indagine evidenzia come la trasposizione cinematografica non sia mai un semplice atto di fedeltà, ma un processo di riscrittura che enfatizza, rielabora o omette elementi del testo originale. L’autorialità di Carrisi, che assume sia il ruolo di scrittore che di regista, garantisce una coerenza stilistica tra i due linguaggi, pur con significative differenze nella narrazione e nella resa visiva. L’analisi dimostra quindi che l’adattamento può essere uno strumento per reinterpretare un’opera, sfruttando il cinema come mezzo per esaltare la tensione e la complessità psicologica dei personaggi, offrendo al pubblico un’esperienza diversa ma complementare rispetto al romanzo.
I racconti gialli di Carrisi tra letteratura e cinema
CANINO, MARIAPAOLA
2023/2024
Abstract
Questa tesi esplora il rapporto tra letteratura e cinema attraverso l’analisi degli adattamenti cinematografici delle opere di Donato Carrisi, ponendo particolare attenzione ai processi di trasposizione narrativa e stilistica. L’obiettivo è comprendere come il passaggio dal testo scritto al linguaggio filmico modifichi la costruzione della suspense, la caratterizzazione dei personaggi e la percezione della verità, elementi centrali nei thriller dell’autore. L’analisi si basa su teorie critiche che considerano l’adattamento non come una semplice traduzione, ma come una trasformazione creativa che risponde alle esigenze specifiche del mezzo cinematografico. Attraverso il confronto tra romanzi e film, si evidenziano le scelte di regia, sceneggiatura e messa in scena che ridefiniscono le dinamiche narrative, sfruttando il potenziale visivo del cinema per amplificare l’ambiguità e il senso di inganno. L’indagine evidenzia come la trasposizione cinematografica non sia mai un semplice atto di fedeltà, ma un processo di riscrittura che enfatizza, rielabora o omette elementi del testo originale. L’autorialità di Carrisi, che assume sia il ruolo di scrittore che di regista, garantisce una coerenza stilistica tra i due linguaggi, pur con significative differenze nella narrazione e nella resa visiva. L’analisi dimostra quindi che l’adattamento può essere uno strumento per reinterpretare un’opera, sfruttando il cinema come mezzo per esaltare la tensione e la complessità psicologica dei personaggi, offrendo al pubblico un’esperienza diversa ma complementare rispetto al romanzo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/164744