Since its origins, the close-up has achieved great success in visual storytelling across various artistic fields, from painting to photography to cinema. This paper aims to explore in depth its origins, transformation, and attribution of authorship, highlighting its infinite facets and its immense power over the viewer. The interest in the close-up has its roots in painting, which has been able to enhance the face as an identifying element of a subject. The study aims to analyze the extraordinary effectiveness and power of this single shot. The research seeks primarily to analyze the face as a symbol of humanity. The analysis lends itself to a semiotic reading, which opens the way to a deep understanding of the cultural codes and the mechanisms of meaning behind the phenomenon being examined. The cinematic close-up is compared with a tool that presents some interesting peculiarities: the self-portrait. Subsequently, its transformation in the first three fundamental stages of cinema is analyzed, describing in detail its attractive, narrative, and iconic components. The thesis focuses attention on the first three decades of cinema history, the silent film era. The absence of words enhances the expressive capacity of the close-up. The actor's face is analyzed through the lens of physiognomy, a discipline useful for understanding acting techniques and the actor's expressiveness. The study concludes with a careful and detailed comparative analysis between American and European cinematic styles, focusing on the different approaches adopted by various directors to demonstrate how the close-up has been used heterogeneously to communicate a wide range of messages and emotions. The research aims to reveal the essence of the close-up to answer one of the most stimulating questions: "Who invented the close-up?" In summary, this thesis aims to provide a comprehensive overview of the close-up, exploring its history, transformation, and the various meanings it assumed during the silent film period.
Fin dalle sue origini, il primo piano ha riscosso un grande successo nella narrazione visiva in diversi ambiti artistici, dalla pittura alla fotografia, fino al cinema. L’elaborato intende esplorare in profondità le sue origini, la sua trasformazione e l’attribuzione di autorialità, sottolineando le sue infinite sfaccettature e il suo enorme potere sullo spettatore. L’interesse per il primo piano affonda le sue radici nella pittura che ha saputo valorizzare il volto come elemento identificativo di un soggetto. Lo studio si propone di analizzare la straordinaria efficacia e il potere di questa singola inquadratura. La ricerca vuole innanzitutto analizzare il volto come simbolo dell’essere umano. L’analisi si presta ad una lettura semiotica che apre la strada ad una comprensione profonda dei codici culturali e dei meccanismi di significazione del fenomeno in esame. Il primo piano cinematografico viene confrontato con uno strumento che presenta alcune interessanti peculiarità: l’autoritratto. Successivamente viene analizzata la sua trasformazione nelle prime tre fasi fondamentali del cinema descrivendo nel dettaglio la sua componente attrazionale, narrativa ed iconica. La tesi focalizza l’attenzione sul primo trentennio della storia del cinema, il periodo del muto. L’assenza della parola esalta la capacità espressiva del primo piano. Il volto dell’attore viene analizzato attraverso la lente della fisiognomica, una disciplina utile per comprendere le tecniche di recitazione e l’espressività dell’attore. Lo studio termina attraverso un’attenta e dettagliata analisi comparativa tra lo stile cinematografico americano ed europeo focalizzando l’attenzione sui differenti approcci adottati da numerosi registi per dimostrare come il primo piano sia stato utilizzato in modo eterogeneo per comunicare una vasta gamma di messaggi ed emozioni. La ricerca intende rivelare l’essenza del primo piano per rispondere ad uno dei quesiti più stimolanti: “chi ha inventato il primo piano?”. In sintesi, questa tesi intende proporre una panoramica esaustiva sul primo piano esplorando la sua storia, la trasformazione e i diversi significati assunti nel periodo del cinema muto.
Il primo piano nel cinema muto europeo ed americano: origine, trasformazione e primato
AGNESOD, ALICE
2023/2024
Abstract
Fin dalle sue origini, il primo piano ha riscosso un grande successo nella narrazione visiva in diversi ambiti artistici, dalla pittura alla fotografia, fino al cinema. L’elaborato intende esplorare in profondità le sue origini, la sua trasformazione e l’attribuzione di autorialità, sottolineando le sue infinite sfaccettature e il suo enorme potere sullo spettatore. L’interesse per il primo piano affonda le sue radici nella pittura che ha saputo valorizzare il volto come elemento identificativo di un soggetto. Lo studio si propone di analizzare la straordinaria efficacia e il potere di questa singola inquadratura. La ricerca vuole innanzitutto analizzare il volto come simbolo dell’essere umano. L’analisi si presta ad una lettura semiotica che apre la strada ad una comprensione profonda dei codici culturali e dei meccanismi di significazione del fenomeno in esame. Il primo piano cinematografico viene confrontato con uno strumento che presenta alcune interessanti peculiarità: l’autoritratto. Successivamente viene analizzata la sua trasformazione nelle prime tre fasi fondamentali del cinema descrivendo nel dettaglio la sua componente attrazionale, narrativa ed iconica. La tesi focalizza l’attenzione sul primo trentennio della storia del cinema, il periodo del muto. L’assenza della parola esalta la capacità espressiva del primo piano. Il volto dell’attore viene analizzato attraverso la lente della fisiognomica, una disciplina utile per comprendere le tecniche di recitazione e l’espressività dell’attore. Lo studio termina attraverso un’attenta e dettagliata analisi comparativa tra lo stile cinematografico americano ed europeo focalizzando l’attenzione sui differenti approcci adottati da numerosi registi per dimostrare come il primo piano sia stato utilizzato in modo eterogeneo per comunicare una vasta gamma di messaggi ed emozioni. La ricerca intende rivelare l’essenza del primo piano per rispondere ad uno dei quesiti più stimolanti: “chi ha inventato il primo piano?”. In sintesi, questa tesi intende proporre una panoramica esaustiva sul primo piano esplorando la sua storia, la trasformazione e i diversi significati assunti nel periodo del cinema muto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/164736