In recent times (year 2016), a new neo-hindu spiritual master operating in Europe, Swami Vishwananda, published his own commentary to the Bhagavad Gita, and indian sacred text which, during the last two millennia and especially during the last two centuries, had already been commented by several authors. The Bhagavad Gita has been interpreted by many as being a text which has its main point around bhakti, that is, the tradition of an individually-oriented devotion towards a personal deity, though some excerpts of this same text may also be interpreted as references to other teachings, as for example to jnana yoga, or the path of knowledge, which is more oriented towards the self-identification with an impersonal God. Since the name of the religious organization created by Swami Vishwananda is indeed Bhakti Marga, which means "the way of bhakti" in sanskrit language, it appeared useful to put under examination the most important steps in the history of old indian bhakti. A sociological analysis of the recent history of the organization Bhakti Marga from 2005 to the present days shows the points of convergence and of divergence between this modern organization and the ancient history of bhakti. Under the light made available by these information, an analysis of Swami Vishwananda's commentary to the Bhagavad Gita has been developed, with a particular focus on chapter 9, which is between the most closely related to the theory of bhakti. It is then made clear that actually many of the interpretative tendencies of this modern author can be traced to sources or purposes that are in part different from the ancient ones. Most of all, the openness to different religious traditions far from the old indian ones and the accent put on the saving power of the person of the spiritual master himself are two main issues which contribute to increase the complexity of his approach to bhakti in comparison with the ones of the past.
In tempi recenti (il 2016), un nuovo maestro spirituale neo-hinduista attivo in Europa, Swami Vishwananda, ha pubblicato un suo commento alla Bhagavad Gita, testo sacro indiano che nel corso degli ultimi due millenni e in particolare negli ultimi due secoli era già stato commentato da numerosi autori. La Bhagavad Gita è stata interpretata da molti come un testo incentrato soprattutto sulla bhakti, cioè sulla devozione rivolta individualmente a un Dio personale, nonostante alcuni passi di questo testo possano essere intesi come riferimenti ad insegnamenti diversi, fra i quali il jnana yoga, o via della conoscenza, che tende invece all'identificazione con un Dio impersonale. Poiché il nome dell'organizzazione religiosa fondata da Swami Vishwananda è proprio Bhakti Marga, che in sanscrito significa "la via della bhakti", è sembrato utile ripercorrere le tappe più importanti della storia della bhakti indiana. Una analisi di tipo sociologico sulla storia recente dell'organizzazione Bhakti Marga dal 2005 ad oggi mostra i punti di convergenza e di divergenza fra questa organizzazione moderna e la storia antica della bhakti. Alla luce di queste informazioni, si è proceduto ad un'analisi del commento di Swami Vishwananda alla Bhagavad Gita e in particolare al capitolo 9, dedicato appunto alla teoria della bhakti, mostrando come in realtà molte delle tendenze interpretative di questo autore risalgano a fonti o a finalità in parte diverse da quelle antiche. In particolare, l'apertura a tradizioni religiose diverse da quelle indiane antiche e l'accento posto sul potere salvifico della persona stessa del maestro spirituale rappresentano elementi di complessità maggiori rispetto al passato.
Il commento di Swami Vishwananda alla Bhagavad Gita. Un confronto con altri commenti moderni.
TESSANDORI, LUCA
2023/2024
Abstract
In tempi recenti (il 2016), un nuovo maestro spirituale neo-hinduista attivo in Europa, Swami Vishwananda, ha pubblicato un suo commento alla Bhagavad Gita, testo sacro indiano che nel corso degli ultimi due millenni e in particolare negli ultimi due secoli era già stato commentato da numerosi autori. La Bhagavad Gita è stata interpretata da molti come un testo incentrato soprattutto sulla bhakti, cioè sulla devozione rivolta individualmente a un Dio personale, nonostante alcuni passi di questo testo possano essere intesi come riferimenti ad insegnamenti diversi, fra i quali il jnana yoga, o via della conoscenza, che tende invece all'identificazione con un Dio impersonale. Poiché il nome dell'organizzazione religiosa fondata da Swami Vishwananda è proprio Bhakti Marga, che in sanscrito significa "la via della bhakti", è sembrato utile ripercorrere le tappe più importanti della storia della bhakti indiana. Una analisi di tipo sociologico sulla storia recente dell'organizzazione Bhakti Marga dal 2005 ad oggi mostra i punti di convergenza e di divergenza fra questa organizzazione moderna e la storia antica della bhakti. Alla luce di queste informazioni, si è proceduto ad un'analisi del commento di Swami Vishwananda alla Bhagavad Gita e in particolare al capitolo 9, dedicato appunto alla teoria della bhakti, mostrando come in realtà molte delle tendenze interpretative di questo autore risalgano a fonti o a finalità in parte diverse da quelle antiche. In particolare, l'apertura a tradizioni religiose diverse da quelle indiane antiche e l'accento posto sul potere salvifico della persona stessa del maestro spirituale rappresentano elementi di complessità maggiori rispetto al passato.File | Dimensione | Formato | |
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