The following paper wants to analyze two important subjects: the access to one’s rights from people deprived of their own personal liberty, and the role of the Inmate’s Rights Guarantor. These are the two macro subjects I analyzed within the two Correctional Institutions of Alessandria, namely the Correctional Facility “Cantiello e Gaeta”, and the House of Detention “San Michele”, with the assistance of Alice Bonivardo, the Municipal Guarantor. It should be specified that the research at issue is included in a broader theoretical framework, divided into two chapters. The first chapter is specific for a complete detailed study on the criminal justice sociology roots; theories regarding the birth and growth of abnormal and criminal events; criminal law and sentence purposes and, lastly, on the “total institution” concept, coined by E. Goffman The second chapter, instead, was intended for a dissertation on the modalities used until now, in order to carry out studies in the penitentiary subject matter, not only at national, but also international level. To do so I analyzed some of the most relevant ethnographic researches carried out in the last few years. I specifically analyzed the researches done by William Davies, Kristel Beyens, Miranda Boone, Luca Sterchele and Giovanni Torrente. Each one of them studied specific aspects of prison life, using participant observation. This was the exact same method I used to carry out my study in the two Alexandrian Correctional Institutions. As a matter of fact, in the following paper I firstly described the reasons and methods used in my study. Then, in the second half, I focused on the everyday life existing in the two reference prisons, over the past year. For the sake of completeness, I analyzed the following subjects on site: structural conditions, inmates’ composition, job opportunity, education, leisure activities, internal relational dynamics, affective relationships, and inmates’ mental and physical health. To all this, I thought it appropriate adding a paragraph on auto-ethnographic aspects of my study. They are useful to better ponder over the experiences lived during my investigation. However, it is crucial to note that, in the scenario outlined above; the Municipal Inmates’ Rights Guarantor had an essential role. I constantly supported her in the exercise of her actions. Without her, I would have not be able to carry out any study on the subject matter. In conclusion, the results of this study highlight how the actual acknowledgement of the inmate’s rights cannot disregard an efficient institutional mediation from the local Guarantors. Nevertheless, seeing the current situation fist-hand in the two examined prisons was useful to understand that the local Guarantors themselves cannot avoid the transformation of the sentence enforcement. Indeed, for some inmates, the enforcement can turn into a tool of social marginalization, especially from the protection of one's rights perspective.

Il seguente elaborato si propone di analizzare due importanti temi: l’accesso ai propri diritti da parte delle persone private della loro libertà personale e il ruolo del Garante dei diritti dei detenuti. Questi due macro-argomenti sono stati da me analizzati all’interno dei due istituti penitenziari di Alessandria, la Casa Circondariale “Cantiello e Gaeta” e la Casa di Reclusione “San Michele”, con il supporto della Garante comunale Alice Bonivardo. Da specificare è che la ricerca in questione si inserisce all’interno di un ampio quadro teorico, articolato in due capitoli; il primo di essi è dedicato ad un approfondimento completo sulle radici della sociologia giuridico-penale, sulle teorie riguardanti la nascita e lo sviluppo dei fenomeni devianti e criminali, sulle funzioni del diritto penale e della pena e sulla concezione di “istituzione totale” coniata da E. Goffman. Il secondo capitolo, invece, l’ho riservato ad una trattazione riguardante le modalità utilizzate fino ad ora per effettuare degli studi nell’ambito penitenziario, sia a livello nazionale che a livello internazionale. Per fare ciò ho analizzato alcune delle ricerche etnografiche più rilevanti effettuate negli ultimi anni, in modo particolare quelle compiute da William Davies, Kristel Beyens, Miranda Boone, Luca Sterchele e Giovanni Torrente. Tutti, all’interno dei propri lavori, hanno studiato aspetti particolari della vita detentiva, utilizzando, tra i vari strumenti metodologici, l’osservazione partecipante. È stata proprio quest’ultima la tecnica da me prescelta per condurre la ricerca, ivi presentata, presso i due istituti penitenziari alessandrini. Infatti, nella seconda parte del seguente elaborato, dopo aver illustrato i motivi e gli approcci utilizzati durante il mio studio, mi sono focalizzata sulla realtà quotidiana presente, nell’ultimo anno, nelle due carceri di riferimento. Per ragioni di maggior completezza, ho approfondito le seguenti tematiche rilevate in loco: condizioni strutturali, composizione della popolazione detenuta, opportunità di lavoro, istruzione, attività di svago, dinamiche relazionali interne, rapporti affettivi e salute fisica e mentale delle persone detenute. A tutto questo ho ritenuto opportuno aggiungere un paragrafo contenente gli aspetti auto-etnografici della mia ricerca, utili per poter riflettere meglio sulle esperienze vissute durante l’indagine. Ad ogni modo, è fondamentale sottolineare che, nello scenario delineato, un ruolo fondamentale è stato ricoperto dalla Garante dei diritti dei detenuti comunale, che ho costantemente affiancato nell’esercizio delle sue azioni e senza la quale non avrei potuto effettuare alcuno studio sul campo. In conclusione, si può asserire che i risultati di codesta ricerca hanno evidenziato come il riconoscimento effettivo dei diritti in ambito penitenziario non possa assolutamente prescindere da un’efficace mediazione istituzionale compiuta dalla figura dei Garanti territoriali. Tuttavia, toccando con mano la situazione vigente nelle due carceri esaminate, è stato possibile evincere che, per molteplici fattori, proprio la figura del Garante locale non riesce ad evitare che l’esecuzione della pena si trasformi, per alcuni detenuti, in uno strumento solo di emarginazione ed esclusione sociale, anche e soprattutto dal punto di vista della tutela dei propri diritti fondamentali.

Accesso al diritto: uno studio con la Garante dei diritti delle persone detenute

D'ANGELO, ANNARITA
2023/2024

Abstract

Il seguente elaborato si propone di analizzare due importanti temi: l’accesso ai propri diritti da parte delle persone private della loro libertà personale e il ruolo del Garante dei diritti dei detenuti. Questi due macro-argomenti sono stati da me analizzati all’interno dei due istituti penitenziari di Alessandria, la Casa Circondariale “Cantiello e Gaeta” e la Casa di Reclusione “San Michele”, con il supporto della Garante comunale Alice Bonivardo. Da specificare è che la ricerca in questione si inserisce all’interno di un ampio quadro teorico, articolato in due capitoli; il primo di essi è dedicato ad un approfondimento completo sulle radici della sociologia giuridico-penale, sulle teorie riguardanti la nascita e lo sviluppo dei fenomeni devianti e criminali, sulle funzioni del diritto penale e della pena e sulla concezione di “istituzione totale” coniata da E. Goffman. Il secondo capitolo, invece, l’ho riservato ad una trattazione riguardante le modalità utilizzate fino ad ora per effettuare degli studi nell’ambito penitenziario, sia a livello nazionale che a livello internazionale. Per fare ciò ho analizzato alcune delle ricerche etnografiche più rilevanti effettuate negli ultimi anni, in modo particolare quelle compiute da William Davies, Kristel Beyens, Miranda Boone, Luca Sterchele e Giovanni Torrente. Tutti, all’interno dei propri lavori, hanno studiato aspetti particolari della vita detentiva, utilizzando, tra i vari strumenti metodologici, l’osservazione partecipante. È stata proprio quest’ultima la tecnica da me prescelta per condurre la ricerca, ivi presentata, presso i due istituti penitenziari alessandrini. Infatti, nella seconda parte del seguente elaborato, dopo aver illustrato i motivi e gli approcci utilizzati durante il mio studio, mi sono focalizzata sulla realtà quotidiana presente, nell’ultimo anno, nelle due carceri di riferimento. Per ragioni di maggior completezza, ho approfondito le seguenti tematiche rilevate in loco: condizioni strutturali, composizione della popolazione detenuta, opportunità di lavoro, istruzione, attività di svago, dinamiche relazionali interne, rapporti affettivi e salute fisica e mentale delle persone detenute. A tutto questo ho ritenuto opportuno aggiungere un paragrafo contenente gli aspetti auto-etnografici della mia ricerca, utili per poter riflettere meglio sulle esperienze vissute durante l’indagine. Ad ogni modo, è fondamentale sottolineare che, nello scenario delineato, un ruolo fondamentale è stato ricoperto dalla Garante dei diritti dei detenuti comunale, che ho costantemente affiancato nell’esercizio delle sue azioni e senza la quale non avrei potuto effettuare alcuno studio sul campo. In conclusione, si può asserire che i risultati di codesta ricerca hanno evidenziato come il riconoscimento effettivo dei diritti in ambito penitenziario non possa assolutamente prescindere da un’efficace mediazione istituzionale compiuta dalla figura dei Garanti territoriali. Tuttavia, toccando con mano la situazione vigente nelle due carceri esaminate, è stato possibile evincere che, per molteplici fattori, proprio la figura del Garante locale non riesce ad evitare che l’esecuzione della pena si trasformi, per alcuni detenuti, in uno strumento solo di emarginazione ed esclusione sociale, anche e soprattutto dal punto di vista della tutela dei propri diritti fondamentali.
Access to rights: a case study with the representative of prisoners rights
The following paper wants to analyze two important subjects: the access to one’s rights from people deprived of their own personal liberty, and the role of the Inmate’s Rights Guarantor. These are the two macro subjects I analyzed within the two Correctional Institutions of Alessandria, namely the Correctional Facility “Cantiello e Gaeta”, and the House of Detention “San Michele”, with the assistance of Alice Bonivardo, the Municipal Guarantor. It should be specified that the research at issue is included in a broader theoretical framework, divided into two chapters. The first chapter is specific for a complete detailed study on the criminal justice sociology roots; theories regarding the birth and growth of abnormal and criminal events; criminal law and sentence purposes and, lastly, on the “total institution” concept, coined by E. Goffman The second chapter, instead, was intended for a dissertation on the modalities used until now, in order to carry out studies in the penitentiary subject matter, not only at national, but also international level. To do so I analyzed some of the most relevant ethnographic researches carried out in the last few years. I specifically analyzed the researches done by William Davies, Kristel Beyens, Miranda Boone, Luca Sterchele and Giovanni Torrente. Each one of them studied specific aspects of prison life, using participant observation. This was the exact same method I used to carry out my study in the two Alexandrian Correctional Institutions. As a matter of fact, in the following paper I firstly described the reasons and methods used in my study. Then, in the second half, I focused on the everyday life existing in the two reference prisons, over the past year. For the sake of completeness, I analyzed the following subjects on site: structural conditions, inmates’ composition, job opportunity, education, leisure activities, internal relational dynamics, affective relationships, and inmates’ mental and physical health. To all this, I thought it appropriate adding a paragraph on auto-ethnographic aspects of my study. They are useful to better ponder over the experiences lived during my investigation. However, it is crucial to note that, in the scenario outlined above; the Municipal Inmates’ Rights Guarantor had an essential role. I constantly supported her in the exercise of her actions. Without her, I would have not be able to carry out any study on the subject matter. In conclusion, the results of this study highlight how the actual acknowledgement of the inmate’s rights cannot disregard an efficient institutional mediation from the local Guarantors. Nevertheless, seeing the current situation fist-hand in the two examined prisons was useful to understand that the local Guarantors themselves cannot avoid the transformation of the sentence enforcement. Indeed, for some inmates, the enforcement can turn into a tool of social marginalization, especially from the protection of one's rights perspective.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/164596