This work originates from a research conducted between March and June 2023 at the Lorusso and Cutugno penitentiary in Turin. The experience, undertaken as a student of Legal Clinic at the University of Turin, provided, first and foremost, access to a closed social institution like the prison, which is difficult for the broader community to access. Secondly, it allowed for the development of a sociological analysis of the penitentiary field, starting from an initial observation, followed by reflection on the dynamics and relationships between the various agents within the penitentiary system. A sociological perspective was chosen due to its empirical approach to the study of law, understood not as a set of ordered norms adopted through legislatively prescribed procedures, but as a social phenomenon, closely linked to social change and produced by the various social actors responsible for its application. The premise is even more evident in the penitentiary context, saturated with positive norms yet largely based on informal, unwritten rules (infra-law). The presented investigation emphasizes a situational and relational approach, which, as will be seen, is favored by Pierre Bourdieu's very concept of "field." This approach allows, in fact, for the recognition of the "specific code" of the penitentiary, tightly connected to the context, and the reciprocal influence between the field and its agents. During the autoethnography I used the reflective journal, as it allows for revisiting and documenting events that occurred throughout the activity; recognizing and rationalizing the emotions involved; reflecting on actions with a view to future action; monitoring the risk of institutionalization faced by anyone spending a prolonged period within the penitentiary institution.
Il presente lavoro trae origine da una ricerca condotta nel periodo marzo-giugno 2023 nella casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. L'esperienza, vissuta in qualità di studentessa di Clinica Legale dell'Università di Torino, ha consentito, in primo luogo, l’accesso ad un’istituzione sociale chiusa quale è il carcere, difficilmente accessibile alla comunità sociale. In secondo luogo, si è potuto sviluppare un'analisi sociologica del campo del penitenziario a partire da un'osservazione iniziale, seguita da una riflessione circa le dinamiche e le relazioni intercorrenti tra i vari agenti del penitenziario. Si è optato per uno sguardo sociologico in quanto caratterizzato da un approccio empirico allo studio del diritto, inteso non come insieme ordinato di norme adottate a seguito di procedure legislativamente previste bensì come fenomeno sociale, dunque strettamente connesso al mutamento sociale e prodotto dai vari attori sociali chiamati ad applicarlo. La premessa è ancora più evidente nel contesto penitenziario, saturo di norme positive ma che si regge, di fatto, su regole informali non scritte (infradiritto). L'indagine presentata valorizza un approccio situazionale e relazionale che, come si vedrà, la nozione stessa di campo di Pierre Bourdieu, favorisce. Questo approccio consente, infatti, di riconoscere il «codice specifico» del penitenziario, strettamente legato al contesto, e l’influenza reciproca tra campo e agenti dello stesso. Lo strumento utilizzato durante l’autoetnografia è quello del diario riflessivo in quanto consente di ripercorrere e riportare gli eventi accaduti nel corso dell'attività; riconoscere e razionalizzare le emozioni coinvolte; riflettere sull'azione in vista di un'azione futura; monitorare il rischio di istituzionalizzazione che corre ciascuna persona che frequenti l’istituzione penitenziaria per un periodo prolungato.
Il campo del penitenziario. Una ricerca autoetnografica nella casa circondariale di Torino
COPPOLA, SARA
2023/2024
Abstract
Il presente lavoro trae origine da una ricerca condotta nel periodo marzo-giugno 2023 nella casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. L'esperienza, vissuta in qualità di studentessa di Clinica Legale dell'Università di Torino, ha consentito, in primo luogo, l’accesso ad un’istituzione sociale chiusa quale è il carcere, difficilmente accessibile alla comunità sociale. In secondo luogo, si è potuto sviluppare un'analisi sociologica del campo del penitenziario a partire da un'osservazione iniziale, seguita da una riflessione circa le dinamiche e le relazioni intercorrenti tra i vari agenti del penitenziario. Si è optato per uno sguardo sociologico in quanto caratterizzato da un approccio empirico allo studio del diritto, inteso non come insieme ordinato di norme adottate a seguito di procedure legislativamente previste bensì come fenomeno sociale, dunque strettamente connesso al mutamento sociale e prodotto dai vari attori sociali chiamati ad applicarlo. La premessa è ancora più evidente nel contesto penitenziario, saturo di norme positive ma che si regge, di fatto, su regole informali non scritte (infradiritto). L'indagine presentata valorizza un approccio situazionale e relazionale che, come si vedrà, la nozione stessa di campo di Pierre Bourdieu, favorisce. Questo approccio consente, infatti, di riconoscere il «codice specifico» del penitenziario, strettamente legato al contesto, e l’influenza reciproca tra campo e agenti dello stesso. Lo strumento utilizzato durante l’autoetnografia è quello del diario riflessivo in quanto consente di ripercorrere e riportare gli eventi accaduti nel corso dell'attività; riconoscere e razionalizzare le emozioni coinvolte; riflettere sull'azione in vista di un'azione futura; monitorare il rischio di istituzionalizzazione che corre ciascuna persona che frequenti l’istituzione penitenziaria per un periodo prolungato.File | Dimensione | Formato | |
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