The aim of this work is to analyze in depth the institution of the fixed-term contract, which over time has undergone numerous legislative interventions and continues to be subject to modification, as it is necessary to balance the flexibility needs of the labor market with the protection of workers' rights, seen as the weaker party. In fact, while on one hand it represents a valid tool for promoting a higher employment rate, on the other hand, it is often used abusively, leading to situations of labor precariousness. The dissertation begins with an analysis of the legislative evolution of this institution and the role that collective bargaining has played in the various legislative phases, highlighting the key stages that have characterized its regulation and that have inevitably influenced the current regulatory framework. A significant turning point was represented by the issuance of European Directive 99/70/EC, which regulates the fixed-term contract, confirming its exceptional nature compared to the general rule of the indefinite-term contract, recognized as the common form of employment relationships. In fact, the European agreement, incorporated into the aforementioned directive, supports the principle of stability in employment relationships, while allowing for flexible forms to address specific needs of the parties, provided that certain limits and minimum requirements are respected to adequately protect the workers involved. The main body of the research focuses on the two objectives of the European directive: ensuring that Member States create a regulatory framework capable of preventing abuse arising from the use of successive fixed-term contracts or relationships (Clause 5 of the Framework Agreement) and adopting measures that guarantee the principle of non-discrimination between fixed-term and comparable indefinite-term workers (Clause 4 of the Framework Agreement). In this regard, part of the dissertation is dedicated to the study of the case law of the Court of Justice regarding the interpretation of these clauses in relation to the domestic legislation of Member States, in order to assess their conformity with European Union law. The following chapters analyze the current regulation of the fixed-term contract in our legal system, with particular attention to the latest legislative intervention introduced by the so-called Labor Decree No. 48/2023, later converted into law No. 85 of July 3, 2023, which has restored an important role to collective bargaining in regulating the matter. Every aspect of the regulation is examined in detail, including the sanctions in case of non-compliance with the legislation.
L'obiettivo del presente lavoro è analizzare in profondità l'istituto del contratto a tempo determinato, che nel corso del tempo ha subito numerosi interventi legislativi e continua ad essere oggetto di modifica, poiché è necessario bilanciare le esigenze di flessibilità del mercato del lavoro con la tutela dei diritti del lavoratore, visto come contraente debole. Infatti, sebbene da un lato rappresenti un valido strumento per favorire un tasso di occupazione più elevato, dall'altro viene spesso utilizzato in maniera abusiva, dando origine a situazioni di precarietà lavorativa. La dissertazione inizia con un'analisi dell'evoluzione legislativa di questo istituto e del ruolo che la contrattazione collettiva ha giocato nelle diverse fasi legislative, evidenziando le principali tappe che ne hanno caratterizzato la regolamentazione e che, inevitabilmente, hanno influenzato l'attuale assetto normativo. Un punto di svolta significativo è stato rappresentato dall'emanazione della direttiva europea n. 99/70/CE, che disciplina l'istituto del contratto a tempo determinato confermandone la natura eccezionale rispetto alla regola generale del contratto a tempo indeterminato, riconosciuto come la forma comune dei rapporti di lavoro. Infatti, l'accordo europeo, confluito nella suddetta direttiva, si pone a favore del principio di stabilità dei rapporti di lavoro, ammettendo però forme di flessibilità per far fronte a specifiche esigenze delle parti, purché vengano rispettati determinati limiti e requisiti minimi, al fine di tutelare adeguatamente i lavoratori coinvolti. Nel corpo principale della ricerca viene posta l'attenzione sui due obiettivi della direttiva europea: far in modo che gli Stati membri creino un quadro normativo in grado di prevenire gli abusi derivanti dall'utilizzo di una successione di contratti o di rapporti a tempo determinato (clausola 5 dell'accordo quadro) e adottino misure in grado di garantire il principio di non discriminazione tra lavoratori assunti a termine e lavoratori assunti a tempo indeterminato comparabili (clausola 4 dell'accordo quadro). A tal proposito, parte della dissertazione è dedicata allo studio della giurisprudenza della Corte di Giustizia relativa all'interpretazione di queste clausole in relazione alla normativa interna degli Stati membri, al fine di verificarne la conformità con il diritto dell'Unione Europea. Nei medesimi capitoli, viene analizzata l'attuale disciplina del contratto a termine nel nostro ordinamento, ponendo particolare attenzione all'ultimo intervento legislativo avvenuto con il c.d. Decreto Lavoro n. 48/2023, convertito poi in legge 3 luglio 2023, n. 85, che ha restituito un importante ruolo alla contrattazione collettiva nella regolazione della materia. Ogni aspetto della disciplina viene approfondito nel dettaglio, comprese le conseguenze sanzionatorie in caso di inosservanza della normativa.
La disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato tra normativa nazionale ed europea.
COFONE, LUCREZIA
2023/2024
Abstract
L'obiettivo del presente lavoro è analizzare in profondità l'istituto del contratto a tempo determinato, che nel corso del tempo ha subito numerosi interventi legislativi e continua ad essere oggetto di modifica, poiché è necessario bilanciare le esigenze di flessibilità del mercato del lavoro con la tutela dei diritti del lavoratore, visto come contraente debole. Infatti, sebbene da un lato rappresenti un valido strumento per favorire un tasso di occupazione più elevato, dall'altro viene spesso utilizzato in maniera abusiva, dando origine a situazioni di precarietà lavorativa. La dissertazione inizia con un'analisi dell'evoluzione legislativa di questo istituto e del ruolo che la contrattazione collettiva ha giocato nelle diverse fasi legislative, evidenziando le principali tappe che ne hanno caratterizzato la regolamentazione e che, inevitabilmente, hanno influenzato l'attuale assetto normativo. Un punto di svolta significativo è stato rappresentato dall'emanazione della direttiva europea n. 99/70/CE, che disciplina l'istituto del contratto a tempo determinato confermandone la natura eccezionale rispetto alla regola generale del contratto a tempo indeterminato, riconosciuto come la forma comune dei rapporti di lavoro. Infatti, l'accordo europeo, confluito nella suddetta direttiva, si pone a favore del principio di stabilità dei rapporti di lavoro, ammettendo però forme di flessibilità per far fronte a specifiche esigenze delle parti, purché vengano rispettati determinati limiti e requisiti minimi, al fine di tutelare adeguatamente i lavoratori coinvolti. Nel corpo principale della ricerca viene posta l'attenzione sui due obiettivi della direttiva europea: far in modo che gli Stati membri creino un quadro normativo in grado di prevenire gli abusi derivanti dall'utilizzo di una successione di contratti o di rapporti a tempo determinato (clausola 5 dell'accordo quadro) e adottino misure in grado di garantire il principio di non discriminazione tra lavoratori assunti a termine e lavoratori assunti a tempo indeterminato comparabili (clausola 4 dell'accordo quadro). A tal proposito, parte della dissertazione è dedicata allo studio della giurisprudenza della Corte di Giustizia relativa all'interpretazione di queste clausole in relazione alla normativa interna degli Stati membri, al fine di verificarne la conformità con il diritto dell'Unione Europea. Nei medesimi capitoli, viene analizzata l'attuale disciplina del contratto a termine nel nostro ordinamento, ponendo particolare attenzione all'ultimo intervento legislativo avvenuto con il c.d. Decreto Lavoro n. 48/2023, convertito poi in legge 3 luglio 2023, n. 85, che ha restituito un importante ruolo alla contrattazione collettiva nella regolazione della materia. Ogni aspetto della disciplina viene approfondito nel dettaglio, comprese le conseguenze sanzionatorie in caso di inosservanza della normativa.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/164566