The socio-pedagogical professional educator, a very young and constantly evolving figure, has in recent years gained increasing legislative and identity recognition. Despite these achievements, this profession has faced a deep crisis in recent years, particularly following the Covid-19 emergency. Paradoxically, despite remaining a cornerstone of the Italian welfare system, it is gradually disappearing. Cooperatives and organizations that provide socio-educational and socio-health services struggle to find adequately trained professionals and are often forced to shut down their services. This phenomenon represents a real crisis, an emergency gripping the educational sector, which goes beyond the mere observation of staff shortages to become the crisis of an entire professional category. Many professionals are leaving the field in response to a widespread sense of discomfort and dissatisfaction. This disaffection stems from the working conditions that educators must endure daily: precarious and fragile contracts, continuous lack of recognition for their professionalism and its intrinsic value. This study aims to focus precisely on this aspect: attempting to reconstruct the "epic" of the professional educator, generating an authentic and original narrative of the crisis affecting this profession, highlighting the voices of its protagonists and their motivations. Consequently, the research has adopted a qualitative methodological approach, translated into an exploratory investigation conducted through eight in-depth interviews. To gain a more comprehensive understanding of the reasons behind the abandonment of this profession, these voices have been contrasted with those of individuals who, despite the challenges, have chosen to remain in the field and have been practicing as educators for over ten years. Two parallel realities, in contrast yet also in continuity with each other. Before delving into this analysis, the study reconstructs the broader framework of this complex and multifaceted professional figure. The evolutionary and legislative history of the socio-pedagogical professional educator inevitably leads to the development of specific characteristics that must be considered when assessing the current emergency. In particular, recent regulations define the key attributes and structure of the contemporary socio-pedagogical professional educator, including education, competencies, and working conditions. However, the regulatory and identity framework of this profession remains in flux, revealing several areas of uncertainty and fragility—gaps that, in our view, contribute to the current crisis. From this point onward, the study seeks to intertwine the reasons for this crisis, as highlighted in the literature, with the voices of its protagonists to provide a complex, layered, and intricate picture of the factors leading to the abandonment of this profession. However, this analysis does not intend to paint a dystopian future for today's and tomorrow's educators. Instead, with the necessary critical distance, it hopes for a possible transformation, so that these "unknown professionals" may finally find a professional standing that aligns with the social significance of their role.
L’educatore professionale socio-pedagogico, figura giovanissima e in costante evoluzione, ha negli ultimi anni visto un progressivo riconoscimento legislativo e identitario. Nonostante questi risultati questa professionalità, in particolar modo conseguentemente all’emergenza di Covid-19, è stata investita da una profonda crisi: nonostante continui ad essere pilastro portante del welfare italiano, infatti, sta paradossalmente scomparendo. Le cooperative e gli enti che erogano i servizi socio-educativi e socio-sanitari faticano a trovare professionisti adeguatamente formati e spesso si trovano costretti a chiudere i servizi. Questo fenomeno rappresenta una crisi reale, un’emergenza che attanaglia oggi il settore educativo e che non rimane circoscritta alla semplice constatazione della carenza di personale ma diventa la crisi di una categoria professionale che sta registrando l’allontanamento dal lavoro di molti professionisti, come una risposta a un generalizzato malessere. La disaffezione riguarda la realtà lavorativa che quotidianamente gli educatori e le educatrici sono costrette a sopportare: condizioni contrattuali precarie e fragili, continui misconoscimenti della propria professionalità e del suo valore intrinseco. Proprio su questo aspetto intende indugiare il presente lavoro: provare a ricostruire “l’epopea” dell’educatore professionale, generare un racconto autentico e originale della crisi che lo attanaglia, mettendo in primo piano la voce dei suoi protagonisti e le loro motivazioni. Questa impostazione ha conseguentemente indirizzato il lavoro di ricerca verso un approccio metodologico qualitativo che si traduce in un’indagine esplorativa realizzata attraverso lo svolgimento di otto interviste discorsive. Per indagare e comprendere in modo più esaustivo le motivazioni di abbandono, si è deciso di contrapporre queste voci con quelle di chi, invece, ha scelto di restare educatore ed esercita questa professione da oltre dieci anni. Due realtà parallele, in contrasto, ma anche in continuità, tra loro. Prima di giungere a questa analisi, si è provveduto a ricostruire il quadro di insieme di questa particolare figura professionale che per sua stessa natura è complessa e articolata. La storia evolutiva e legislativa dell’educatore professionale socio-pedagogico conduce inevitabilmente allo strutturarsi di particolari caratteristiche che vanno tenute in considerazione nella ricostruzione di una panoramica soddisfacente dell’attuale emergenza. In particolar modo le ultime normative in merito definiscono le proprietà e la struttura che caratterizzano l’attuale educatore professionale socio-pedagogico: la formazione, le competenze e le condizioni di lavoro. Quello dell’educatore è un iter normativo e identitario tutt’ora in evoluzione che, però, nasconde diverse zone d’ombra e di fragilità, vuoti sui quali si struttura e si sviluppa, a nostro avviso, l’attuale crisi. Da questo punto in avanti, lo studio prova allora a far interagire le ragioni della crisi, così come evidenziate dalla letteratura sul tema, con le voci dei protagonisti allo scopo di restituire un’immagine complessa, stratificata e intricata delle ragioni dell’abbandono della professionalità educativa. Questa analisi, però, non intende prospettare un futuro distopico per gli educatori di oggi e di domani, ma, con il necessario decentramento, auspica un possibile cambiamento perché i “soliti ignoti” possano, finalmente trovare una propria collocazione professionale adeguata all’importanza sociale del proprio ruolo.
I soliti ignoti: l'esodo dell'educatore professionale socio-pedagogico dai servizi educativi
MOLINARO, LORENZO
2023/2024
Abstract
L’educatore professionale socio-pedagogico, figura giovanissima e in costante evoluzione, ha negli ultimi anni visto un progressivo riconoscimento legislativo e identitario. Nonostante questi risultati questa professionalità, in particolar modo conseguentemente all’emergenza di Covid-19, è stata investita da una profonda crisi: nonostante continui ad essere pilastro portante del welfare italiano, infatti, sta paradossalmente scomparendo. Le cooperative e gli enti che erogano i servizi socio-educativi e socio-sanitari faticano a trovare professionisti adeguatamente formati e spesso si trovano costretti a chiudere i servizi. Questo fenomeno rappresenta una crisi reale, un’emergenza che attanaglia oggi il settore educativo e che non rimane circoscritta alla semplice constatazione della carenza di personale ma diventa la crisi di una categoria professionale che sta registrando l’allontanamento dal lavoro di molti professionisti, come una risposta a un generalizzato malessere. La disaffezione riguarda la realtà lavorativa che quotidianamente gli educatori e le educatrici sono costrette a sopportare: condizioni contrattuali precarie e fragili, continui misconoscimenti della propria professionalità e del suo valore intrinseco. Proprio su questo aspetto intende indugiare il presente lavoro: provare a ricostruire “l’epopea” dell’educatore professionale, generare un racconto autentico e originale della crisi che lo attanaglia, mettendo in primo piano la voce dei suoi protagonisti e le loro motivazioni. Questa impostazione ha conseguentemente indirizzato il lavoro di ricerca verso un approccio metodologico qualitativo che si traduce in un’indagine esplorativa realizzata attraverso lo svolgimento di otto interviste discorsive. Per indagare e comprendere in modo più esaustivo le motivazioni di abbandono, si è deciso di contrapporre queste voci con quelle di chi, invece, ha scelto di restare educatore ed esercita questa professione da oltre dieci anni. Due realtà parallele, in contrasto, ma anche in continuità, tra loro. Prima di giungere a questa analisi, si è provveduto a ricostruire il quadro di insieme di questa particolare figura professionale che per sua stessa natura è complessa e articolata. La storia evolutiva e legislativa dell’educatore professionale socio-pedagogico conduce inevitabilmente allo strutturarsi di particolari caratteristiche che vanno tenute in considerazione nella ricostruzione di una panoramica soddisfacente dell’attuale emergenza. In particolar modo le ultime normative in merito definiscono le proprietà e la struttura che caratterizzano l’attuale educatore professionale socio-pedagogico: la formazione, le competenze e le condizioni di lavoro. Quello dell’educatore è un iter normativo e identitario tutt’ora in evoluzione che, però, nasconde diverse zone d’ombra e di fragilità, vuoti sui quali si struttura e si sviluppa, a nostro avviso, l’attuale crisi. Da questo punto in avanti, lo studio prova allora a far interagire le ragioni della crisi, così come evidenziate dalla letteratura sul tema, con le voci dei protagonisti allo scopo di restituire un’immagine complessa, stratificata e intricata delle ragioni dell’abbandono della professionalità educativa. Questa analisi, però, non intende prospettare un futuro distopico per gli educatori di oggi e di domani, ma, con il necessario decentramento, auspica un possibile cambiamento perché i “soliti ignoti” possano, finalmente trovare una propria collocazione professionale adeguata all’importanza sociale del proprio ruolo.File | Dimensione | Formato | |
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Tesi Loreno Molinaro-1083179.pdf
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Descrizione: Tesi di laurea magistrale dello studente Lorenzo Molinaro, numero di matricola 1083178.
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