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Le operazioni di peacekeeping rappresentano uno degli aspetti più significativi e visibili dell'attività delle Nazioni Unite. Presenti in diverse aree del mondo, con mandati variabili e compiti articolati, questi interventi sono finanziati dai paesi membri e vedono il coinvolgimento di contingenti multinazionali. Le missioni incarnano lo spirito originario delle Nazioni Unite, ovvero l’impegno a preservare la pace e la sicurezza internazionale. L’elaborato si concentrerà su due missioni di lungo corso, la United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL) e la United Nations Disengagement Observer Force (UNDOF). La prima è stata istituita nel 1978, a seguito dell’invasione israeliana del sud del Libano, con l’obiettivo di monitorare la cessazione delle ostilità, restaurare la sovranità libanese e sorvegliare la linea blu di demarcazione. La seconda missione, creata nel 1974, è stata concepita per separare le forze israeliane e siriane dopo la guerra del 1973 e la successiva occupazione delle Alture del Golan da parte di Israele. Nonostante le analogie tra le due missioni—sia in termini di mandato iniziale, sia riguardo alla zona operativa e agli attori coinvolti—i risultati sono stati molto differenti. Nel caso dell'UNDOF, infatti, non si sono registrate significative escalation militari, mentre con l’UNIFIL la situazione è stata assai più turbolenta, con due invasioni israeliane del Libano nel 1982 e nel 2006, eventi che hanno avuto un impatto profondo e duraturo sulla stabilità della regione. Un aspetto cruciale da considerare è la presenza di Hezbollah, un attore che gioca un ruolo fondamentale in Libano, sia come organizzazione terroristica che come partito politico con un ampio supporto sociale. Il primo capitolo della presente tesi sarà dedicato all’evoluzione del concetto di peacekeeping, con particolare attenzione alla differenza tra gli obiettivi originari delle prime operazioni e l’ampliamento delle finalità nel corso del tempo. Si analizzeranno, in particolare, i documenti di riferimento che hanno segnato i cambiamenti principali in questo ambito, come l'Agenda for Peace del 1992 e il Brahimi Report del 2000. Attraverso questi documenti, sarà possibile osservare come, accanto ai tradizionali compiti di osservazione e separazione, siano stati progressivamente integrati obiettivi di diplomazia preventiva, peace-making, peace-enforcement e post-conflict peacebuilding, nonché come sia cambiato il concetto di neutralità e imparzialità nelle missioni di peacekeeping. Il secondo capitolo esaminerà le tappe storiche più significative che hanno contrassegnato le missioni UNIFIL e UNDOF, focalizzandosi sulla nascita e sull’evoluzione di Hezbollah, uno degli attori più rilevanti del contesto libanese e della regione nel suo complesso. Hezbollah rappresenta una minaccia alla sicurezza israeliana, e la sua azione, sia militare che politica, ha avuto ripercussioni importanti, inducendo le forze israeliane ad intervenire più volte nel corso degli anni. Infine, il terzo capitolo si concentrerà più specificamente sulla situazione libanese, indagando in particolare la possibilità di considerare Hezbollah come un peace spoiler, ovvero un attore che, in un contesto post-bellico, agisce per minare i processi di pace in atto. Esaminando la sua storia, i suoi obiettivi, la sua retorica e le sue azioni all’interno della regione, si valuterà in che misura questa definizione possa essere applicata al suo caso e quanto essa rispecchi le reali dinamiche politiche e militari che caratterizzano il conflitto.

Peacekeeping e dinamiche regionali: il caso delle missioni UNIFIL e UNDOF e il ruolo di Hezbollah come peace spoiler.

RISO, ALESSIO
2023/2024

Abstract

Le operazioni di peacekeeping rappresentano uno degli aspetti più significativi e visibili dell'attività delle Nazioni Unite. Presenti in diverse aree del mondo, con mandati variabili e compiti articolati, questi interventi sono finanziati dai paesi membri e vedono il coinvolgimento di contingenti multinazionali. Le missioni incarnano lo spirito originario delle Nazioni Unite, ovvero l’impegno a preservare la pace e la sicurezza internazionale. L’elaborato si concentrerà su due missioni di lungo corso, la United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL) e la United Nations Disengagement Observer Force (UNDOF). La prima è stata istituita nel 1978, a seguito dell’invasione israeliana del sud del Libano, con l’obiettivo di monitorare la cessazione delle ostilità, restaurare la sovranità libanese e sorvegliare la linea blu di demarcazione. La seconda missione, creata nel 1974, è stata concepita per separare le forze israeliane e siriane dopo la guerra del 1973 e la successiva occupazione delle Alture del Golan da parte di Israele. Nonostante le analogie tra le due missioni—sia in termini di mandato iniziale, sia riguardo alla zona operativa e agli attori coinvolti—i risultati sono stati molto differenti. Nel caso dell'UNDOF, infatti, non si sono registrate significative escalation militari, mentre con l’UNIFIL la situazione è stata assai più turbolenta, con due invasioni israeliane del Libano nel 1982 e nel 2006, eventi che hanno avuto un impatto profondo e duraturo sulla stabilità della regione. Un aspetto cruciale da considerare è la presenza di Hezbollah, un attore che gioca un ruolo fondamentale in Libano, sia come organizzazione terroristica che come partito politico con un ampio supporto sociale. Il primo capitolo della presente tesi sarà dedicato all’evoluzione del concetto di peacekeeping, con particolare attenzione alla differenza tra gli obiettivi originari delle prime operazioni e l’ampliamento delle finalità nel corso del tempo. Si analizzeranno, in particolare, i documenti di riferimento che hanno segnato i cambiamenti principali in questo ambito, come l'Agenda for Peace del 1992 e il Brahimi Report del 2000. Attraverso questi documenti, sarà possibile osservare come, accanto ai tradizionali compiti di osservazione e separazione, siano stati progressivamente integrati obiettivi di diplomazia preventiva, peace-making, peace-enforcement e post-conflict peacebuilding, nonché come sia cambiato il concetto di neutralità e imparzialità nelle missioni di peacekeeping. Il secondo capitolo esaminerà le tappe storiche più significative che hanno contrassegnato le missioni UNIFIL e UNDOF, focalizzandosi sulla nascita e sull’evoluzione di Hezbollah, uno degli attori più rilevanti del contesto libanese e della regione nel suo complesso. Hezbollah rappresenta una minaccia alla sicurezza israeliana, e la sua azione, sia militare che politica, ha avuto ripercussioni importanti, inducendo le forze israeliane ad intervenire più volte nel corso degli anni. Infine, il terzo capitolo si concentrerà più specificamente sulla situazione libanese, indagando in particolare la possibilità di considerare Hezbollah come un peace spoiler, ovvero un attore che, in un contesto post-bellico, agisce per minare i processi di pace in atto. Esaminando la sua storia, i suoi obiettivi, la sua retorica e le sue azioni all’interno della regione, si valuterà in che misura questa definizione possa essere applicata al suo caso e quanto essa rispecchi le reali dinamiche politiche e militari che caratterizzano il conflitto.
Peacekeeping and regional dynamics: the case of UNIFIL and UNDOF missions and the role of Hezbollah as a peace spoiler.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/164465