At a time when immigration is perceived as a threat in Europe, this essay investigates the nexus between migration and development through the dominant paradigm of the root causes approach. Analysing the role of development cooperation in the European Union's migration policies, with the aim of understanding to what extent it is aimed at discouraging emigration, the research focuses on the application of this approach in the Sahel, with a focus on the PROVIVES project in Senegal. The root causes approach, introduced in the late 20th century and consolidated after the 2015 ‘migration crisis’, is based on the idea of addressing the root causes of migration - such as poverty, political instability and lack of economic opportunities - in order to reduce migration flows to Europe. In the first chapter, the evolution of the relationship between migration and development is examined, highlighting the critical aspects of the paradigm, which is often challenged for its limited effectiveness and contradictory nature, as well as for its complex ethical and moral implications. In the second chapter, the analysis shifts to the Sahel, where development cooperation incorporates a securitarian perspective, characterised by the militarisation of borders and the externalisation of European migration policies towards countries of origin and transit. Finally, in the third chapter, the PROVIVES project, implemented in four regions of Senegal, represents a concrete case study to understand how development aid is often oriented, even implicitly, to reduce migration flows. Through a mixed approach, combining the analysis of academic literature and the results of a three-month field experience in Louga, Senegal, the research shows how the root causes approach influences development cooperation. The contradictions and criticalities of a paradigm that risks subordinating socio-economic progress to migration control, privileging Western interests over the authentic needs of the countries of the global South, are pointed out. Mobility, which has always been an essential means of livelihood and resilience, is hindered at all costs, limiting its development potential both locally and globally. This study contributes to the debate on the necessity of rethinking migration and development policies to ensure a more equitable balance between human rights, national interests and the benefits of international mobility. In a constantly changing world where migration flows are expected to intensify in the coming decades, a more articulated and inclusive approach becomes indispensable.

In un’epoca in cui l’immigrazione è percepita in Europa come una minaccia, questo studio esamina il nesso tra migrazione e sviluppo attraverso il paradigma dominante del root causes approach. Analizzando il ruolo della cooperazione allo sviluppo nelle politiche migratorie dell’Unione Europea, con l’obiettivo di comprendere fino a che punto essa sia finalizzata a scoraggiare l’emigrazione, la ricerca si concentra sull’applicazione di tale approccio nel Sahel, con un focus sul progetto PROVIVES in Senegal. Il root causes approach, introdotto a fine Novecento e consolidato dopo la “crisi migratoria” del 2015, si fonda sull’idea di intervenire sulle cause profonde dell’emigrazione - quali povertà, instabilità politica e mancanza di opportunità economiche - per ridurre i flussi migratori verso l’Europa. Nel primo capitolo, si considera l’evoluzione del rapporto tra migrazione e sviluppo, mettendo in luce le criticità del paradigma, spesso contestato per la sua efficacia limitata, la sua contraddittorietà, oltre che per le sue complesse implicazioni etiche e morali. Nel secondo capitolo, l’analisi si sposta verso il Sahel, dove la cooperazione allo sviluppo incorpora una prospettiva securitaria, caratterizzata dalla militarizzazione delle frontiere e dall’esternalizzazione delle politiche migratorie europee verso i paesi di origine e di transito. Nel terzo capitolo, infine, il progetto PROVIVES, attuato in quattro regioni del Senegal, rappresenta un caso di studio concreto per comprendere come gli aiuti allo sviluppo siano spesso orientati, anche implicitamente, a ridurre i flussi migratori. Attraverso un approccio misto, che combina l’analisi di letteratura accademica e i risultati di un’esperienza sul campo di tre mesi a Louga, in Senegal, la ricerca mostra come il root causes approach influenzi la cooperazione allo sviluppo. Si evidenziano le contraddizioni e le criticità di un paradigma che rischia di subordinare il progresso socioeconomico al controllo migratorio, privilegiando interessi occidentali rispetto agli autentici bisogni dei paesi del Sud globale. La mobilità, da sempre mezzo essenziale di sussistenza e resilienza, viene ostacolata a tutti i costi, limitandone il potenziale di sviluppo sia a livello locale che globale. Questo studio contribuisce al dibattito sulla necessità di ripensare le politiche migratorie e di sviluppo, per garantire un equilibrio più equo tra diritti umani, interessi nazionali e benefici della mobilità internazionale. In un mondo in continua evoluzione dove i flussi migratori sono destinati a intensificarsi nei prossimi decenni, un approccio più articolato e inclusivo diventa indispensabile.

“AIUTARLI A CASA LORO”: IL ROOT CAUSES APPROACH TRA TEORIA, POLITICHE NEL SAHEL E IL PROGETTO PROVIVES

CAMORIANO, CHLOE
2023/2024

Abstract

In un’epoca in cui l’immigrazione è percepita in Europa come una minaccia, questo studio esamina il nesso tra migrazione e sviluppo attraverso il paradigma dominante del root causes approach. Analizzando il ruolo della cooperazione allo sviluppo nelle politiche migratorie dell’Unione Europea, con l’obiettivo di comprendere fino a che punto essa sia finalizzata a scoraggiare l’emigrazione, la ricerca si concentra sull’applicazione di tale approccio nel Sahel, con un focus sul progetto PROVIVES in Senegal. Il root causes approach, introdotto a fine Novecento e consolidato dopo la “crisi migratoria” del 2015, si fonda sull’idea di intervenire sulle cause profonde dell’emigrazione - quali povertà, instabilità politica e mancanza di opportunità economiche - per ridurre i flussi migratori verso l’Europa. Nel primo capitolo, si considera l’evoluzione del rapporto tra migrazione e sviluppo, mettendo in luce le criticità del paradigma, spesso contestato per la sua efficacia limitata, la sua contraddittorietà, oltre che per le sue complesse implicazioni etiche e morali. Nel secondo capitolo, l’analisi si sposta verso il Sahel, dove la cooperazione allo sviluppo incorpora una prospettiva securitaria, caratterizzata dalla militarizzazione delle frontiere e dall’esternalizzazione delle politiche migratorie europee verso i paesi di origine e di transito. Nel terzo capitolo, infine, il progetto PROVIVES, attuato in quattro regioni del Senegal, rappresenta un caso di studio concreto per comprendere come gli aiuti allo sviluppo siano spesso orientati, anche implicitamente, a ridurre i flussi migratori. Attraverso un approccio misto, che combina l’analisi di letteratura accademica e i risultati di un’esperienza sul campo di tre mesi a Louga, in Senegal, la ricerca mostra come il root causes approach influenzi la cooperazione allo sviluppo. Si evidenziano le contraddizioni e le criticità di un paradigma che rischia di subordinare il progresso socioeconomico al controllo migratorio, privilegiando interessi occidentali rispetto agli autentici bisogni dei paesi del Sud globale. La mobilità, da sempre mezzo essenziale di sussistenza e resilienza, viene ostacolata a tutti i costi, limitandone il potenziale di sviluppo sia a livello locale che globale. Questo studio contribuisce al dibattito sulla necessità di ripensare le politiche migratorie e di sviluppo, per garantire un equilibrio più equo tra diritti umani, interessi nazionali e benefici della mobilità internazionale. In un mondo in continua evoluzione dove i flussi migratori sono destinati a intensificarsi nei prossimi decenni, un approccio più articolato e inclusivo diventa indispensabile.
‘HELPING THEM AT HOME’: THE ROOT CAUSES APPROACH BETWEEN THEORY, POLICIES IN THE SAHEL AND THE PROVIVES PROJECT
At a time when immigration is perceived as a threat in Europe, this essay investigates the nexus between migration and development through the dominant paradigm of the root causes approach. Analysing the role of development cooperation in the European Union's migration policies, with the aim of understanding to what extent it is aimed at discouraging emigration, the research focuses on the application of this approach in the Sahel, with a focus on the PROVIVES project in Senegal. The root causes approach, introduced in the late 20th century and consolidated after the 2015 ‘migration crisis’, is based on the idea of addressing the root causes of migration - such as poverty, political instability and lack of economic opportunities - in order to reduce migration flows to Europe. In the first chapter, the evolution of the relationship between migration and development is examined, highlighting the critical aspects of the paradigm, which is often challenged for its limited effectiveness and contradictory nature, as well as for its complex ethical and moral implications. In the second chapter, the analysis shifts to the Sahel, where development cooperation incorporates a securitarian perspective, characterised by the militarisation of borders and the externalisation of European migration policies towards countries of origin and transit. Finally, in the third chapter, the PROVIVES project, implemented in four regions of Senegal, represents a concrete case study to understand how development aid is often oriented, even implicitly, to reduce migration flows. Through a mixed approach, combining the analysis of academic literature and the results of a three-month field experience in Louga, Senegal, the research shows how the root causes approach influences development cooperation. The contradictions and criticalities of a paradigm that risks subordinating socio-economic progress to migration control, privileging Western interests over the authentic needs of the countries of the global South, are pointed out. Mobility, which has always been an essential means of livelihood and resilience, is hindered at all costs, limiting its development potential both locally and globally. This study contributes to the debate on the necessity of rethinking migration and development policies to ensure a more equitable balance between human rights, national interests and the benefits of international mobility. In a constantly changing world where migration flows are expected to intensify in the coming decades, a more articulated and inclusive approach becomes indispensable.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/164461