This study investigates the work-life balance of prison executives in Italy, with a particular focus on prison guards' commanders and prison directors in Northern Italy. The qualitative research is based on semi-structured interviews analyzed through Template Analysis, aiming to explore the main critical issues affecting work-life balance in this specific professional context. The findings highlight a significant imbalance between work and private life, determined by interconnected factors. Work overload, particularly in its temporal dimension, emerges as the most impactful element: the necessity for systematic overtime and constant availability prevents detachment from the professional sphere, fostering conditions of chronic stress. Prison overcrowding constitutes another critical factor, exacerbating managerial and organizational difficulties and increasing the sense of operational inefficacy among executives. The shortage of human and material resources, along with a complex regulatory framework and rigid bureaucratic structures, amplifies work-related pressures. Relational difficulties, both with staff and inmates, further affect the psychological well-being of executives, generating tensions that compromise both workplace and personal environments. The risk of burnout is high, with negative repercussions on quality of life and psychophysical recovery capacity. The results of this research highlight the need for structural interventions to improve the working conditions of prison executives, with particular attention to reducing overcrowding, strengthening human resources, and promoting a more collaborative and sustainable work environment.
Il presente studio indaga l’equilibrio tra vita e lavoro dei dirigenti penitenziari italiani, in particolare comandanti delle guardie carcerarie e direttori/direttrici degli istituti di pena nel Nord Italia. La ricerca, di natura qualitativa, si basa su interviste semi-strutturate, analizzate attraverso una Template Analysis, al fine di esplorare le principali criticità che influenzano il Work-Life Balance in questo specifico contesto professionale. I risultati emersi evidenziano un forte squilibrio tra vita lavorativa e privata, determinato da fattori interconnessi. Il sovraccarico di lavoro, in particolare nella sua dimensione temporale, rappresenta l’elemento più impattante: la necessità di straordinari sistematici e la costante reperibilità impediscono il distacco dalla sfera professionale, favorendo condizioni di stress cronico. Il sovraffollamento carcerario costituisce un ulteriore fattore critico, aggravando le difficoltà gestionali e organizzative e aumentando il senso di inefficacia operativa tra i dirigenti. Le carenze di risorse umane e materiali, unitamente a un quadro normativo complesso e a rigide strutture burocratiche, amplificano le pressioni lavorative. Le difficoltà relazionali, sia con il personale che con i detenuti, influiscono ulteriormente sul benessere psicologico dei dirigenti, generando tensioni che compromettono il clima lavorativo e personale. Il rischio di burnout è elevato, con ripercussioni negative sulla qualità della vita e sulla capacità di recupero psicofisico. I risultati di questa ricerca evidenziano la necessità di interventi strutturali per migliorare le condizioni lavorative dei dirigenti penitenziari, con particolare attenzione alla riduzione del sovraffollamento, al potenziamento delle risorse umane e alla promozione di un ambiente lavorativo più collaborativo e sostenibile.
Equilibrio vita-lavoro: uno studio qualitativo su comandanti delle guardie carcerarie e direttori di istituti penitenziari
CONDINO, NICCOLO'
2023/2024
Abstract
Il presente studio indaga l’equilibrio tra vita e lavoro dei dirigenti penitenziari italiani, in particolare comandanti delle guardie carcerarie e direttori/direttrici degli istituti di pena nel Nord Italia. La ricerca, di natura qualitativa, si basa su interviste semi-strutturate, analizzate attraverso una Template Analysis, al fine di esplorare le principali criticità che influenzano il Work-Life Balance in questo specifico contesto professionale. I risultati emersi evidenziano un forte squilibrio tra vita lavorativa e privata, determinato da fattori interconnessi. Il sovraccarico di lavoro, in particolare nella sua dimensione temporale, rappresenta l’elemento più impattante: la necessità di straordinari sistematici e la costante reperibilità impediscono il distacco dalla sfera professionale, favorendo condizioni di stress cronico. Il sovraffollamento carcerario costituisce un ulteriore fattore critico, aggravando le difficoltà gestionali e organizzative e aumentando il senso di inefficacia operativa tra i dirigenti. Le carenze di risorse umane e materiali, unitamente a un quadro normativo complesso e a rigide strutture burocratiche, amplificano le pressioni lavorative. Le difficoltà relazionali, sia con il personale che con i detenuti, influiscono ulteriormente sul benessere psicologico dei dirigenti, generando tensioni che compromettono il clima lavorativo e personale. Il rischio di burnout è elevato, con ripercussioni negative sulla qualità della vita e sulla capacità di recupero psicofisico. I risultati di questa ricerca evidenziano la necessità di interventi strutturali per migliorare le condizioni lavorative dei dirigenti penitenziari, con particolare attenzione alla riduzione del sovraffollamento, al potenziamento delle risorse umane e alla promozione di un ambiente lavorativo più collaborativo e sostenibile.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/164372