This thesis explores the connection between play and philosophy, highlighting how play is not just a recreational activity but also an important means of learning and the overall development of the individual. It argues that these two fields, although seemingly very distant from each other, can have points of contact. After providing a definition of play in various contexts, its main characteristics will be analyzed, including spontaneity, non-productivity, fiction, and creativity. It will be emphasized that these very characteristics make play something beyond mere recreational activity, turning it into a powerful educational tool that promotes various skills, including relational abilities and self-awareness, as well as an understanding of one’s own limits. While acknowledging that the types of games are numerous and cannot be precisely quantified since each game can always be modified some of the most widespread types will be examined, including sensory games, construction games, role-playing games, and solitary games. For each type, the strengths and the skills they promote will be highlighted, emphasizing that every game is significant in shaping personality, acquiring knowledge and motor skills, and, most importantly, understanding one’s own limits and potential. The thesis aims to recognize the high educational and cognitive value of play, which, although free by definition, is nevertheless capable of instilling unwritten rules that all participants know they must respect. Another chapter will cover the origins and meaning of play and how it has evolved throughout human history while maintaining certain constant elements that make it a unique activity. Numerous philosophers have recognized the potential of play and have highlighted its importance. This paper will analyze the contributions made by some great thinkers of the past, including Platone, Aristotele, Nietzsche, and Schiller. A whole chapter will be dedicated to Rousseau, who, in the eighteenth century, proposed an educational model that was absolutely revolutionary for its time and later became the foundation of many modern pedagogical approaches, centered on the importance of direct experience and free education without coercive interventions. One of his main works, Emile, will be analyzed, in which the author, though presenting an imaginary scenario, discusses how a child’s education should be conducted and what the characteristics of a good educator should be. The discussion will conclude with a report on a personal experience conducted at a school in Turin.
Questa tesi esplora il legame esistente tra gioco e filosofia, mettendo in evidenza come il gioco non sia solo un’attività ludica, ma anche un mezzo importante di apprendimento e di formazione globale dell’individuo e che quindi questi due ambiti, seppur apparentemente molto distanti tra loro, possono avere dei punti di contatto. Dopo aver fornito una definizione di gioco nei vari contesti, verranno analizzate le sue principali caratteristiche, tra cui la spontaneità, la non produttività, la finzione e la creatività. Sarà evidenziato che proprio queste caratteristiche fanno del gioco qualcosa che va al di là di una mera attività ricreativa, rendendolo un formidabile strumento formativo, che sa promuovere varie abilità, tra cui quelle relazionali e di conoscenza di sé e dei propri limiti. Pur nella consapevolezza che le tipologie di giochi sono svariate e non quantificabili, poiché è sempre possibile apportare modifiche a ognuno di essi, saranno prese in esame alcune tra quelle più diffuse: tra cui i giochi sensoriali, di costruzione, di ruolo e i giochi solitari. Di ciascuna tipologia verranno sottolineati i punti di forza e le abilità che promuovono, evidenziando che qualunque gioco è rilevante nella costruzione della personalità, nell’acquisizione di conoscenze e di abilità motorie e soprattutto nella conoscenza dei propri limiti e delle proprie potenzialità. La tesi si propone di riconoscere l’alto valore educativo e cognitivo del gioco, che pur essendo un’attività libera per definizione è tuttavia capace di fare interiorizzare regole non scritte, che tutti i partecipanti sanno di dover rispettare. Un altro capitolo riguarderà le origini e il significato del gioco e di come esso si è evoluto nel corso della storia degli uomini, pur mantenendo costanti alcuni elementi, che lo rendono un’attività unica nel suo genere. Numerosi filosofi hanno intuito le potenzialità del gioco e ne hanno evidenziato l’importanza: questo elaborato analizzerà i contributi apportati al riguardo da alcuni grandi pensatori del passato, tra cui Platone, Aristotele, Nietzsche e Schiller. Un intero capitolo sarà dedicato a Rousseau che, nel diciottesimo secolo, propose un modello educativo assolutamente rivoluzionario per l’epoca e che è diventato il fondamento di molti approcci pedagogici moderni, incentrati sull’importanza dell’esperienza diretta e di un’educazione libera, senza interventi costrittivi. Sarà analizzata una delle sue principali opere, l’Emilio in cui l’autore affronta, seppure in una situazione immaginaria, come deve essere condotta l’attività educativa nei confronti di un fanciullo e quali devono essere le caratteristiche di un buon pedagogo. La trattazione sarà completata da una relazione su un’esperienza personale condotta presso una scuola di Torino.
Il gioco come apprendimento: quando la filosofia incontra l’attività ludica
SEVERINO, FEDERICO
2024/2025
Abstract
Questa tesi esplora il legame esistente tra gioco e filosofia, mettendo in evidenza come il gioco non sia solo un’attività ludica, ma anche un mezzo importante di apprendimento e di formazione globale dell’individuo e che quindi questi due ambiti, seppur apparentemente molto distanti tra loro, possono avere dei punti di contatto. Dopo aver fornito una definizione di gioco nei vari contesti, verranno analizzate le sue principali caratteristiche, tra cui la spontaneità, la non produttività, la finzione e la creatività. Sarà evidenziato che proprio queste caratteristiche fanno del gioco qualcosa che va al di là di una mera attività ricreativa, rendendolo un formidabile strumento formativo, che sa promuovere varie abilità, tra cui quelle relazionali e di conoscenza di sé e dei propri limiti. Pur nella consapevolezza che le tipologie di giochi sono svariate e non quantificabili, poiché è sempre possibile apportare modifiche a ognuno di essi, saranno prese in esame alcune tra quelle più diffuse: tra cui i giochi sensoriali, di costruzione, di ruolo e i giochi solitari. Di ciascuna tipologia verranno sottolineati i punti di forza e le abilità che promuovono, evidenziando che qualunque gioco è rilevante nella costruzione della personalità, nell’acquisizione di conoscenze e di abilità motorie e soprattutto nella conoscenza dei propri limiti e delle proprie potenzialità. La tesi si propone di riconoscere l’alto valore educativo e cognitivo del gioco, che pur essendo un’attività libera per definizione è tuttavia capace di fare interiorizzare regole non scritte, che tutti i partecipanti sanno di dover rispettare. Un altro capitolo riguarderà le origini e il significato del gioco e di come esso si è evoluto nel corso della storia degli uomini, pur mantenendo costanti alcuni elementi, che lo rendono un’attività unica nel suo genere. Numerosi filosofi hanno intuito le potenzialità del gioco e ne hanno evidenziato l’importanza: questo elaborato analizzerà i contributi apportati al riguardo da alcuni grandi pensatori del passato, tra cui Platone, Aristotele, Nietzsche e Schiller. Un intero capitolo sarà dedicato a Rousseau che, nel diciottesimo secolo, propose un modello educativo assolutamente rivoluzionario per l’epoca e che è diventato il fondamento di molti approcci pedagogici moderni, incentrati sull’importanza dell’esperienza diretta e di un’educazione libera, senza interventi costrittivi. Sarà analizzata una delle sue principali opere, l’Emilio in cui l’autore affronta, seppure in una situazione immaginaria, come deve essere condotta l’attività educativa nei confronti di un fanciullo e quali devono essere le caratteristiche di un buon pedagogo. La trattazione sarà completata da una relazione su un’esperienza personale condotta presso una scuola di Torino.File | Dimensione | Formato | |
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