This thesis analyzes the historical evolution of philosophical thought on emotions, starting from Ancient Greece, passing through the British 17th and 18th centuries, and ending with Dewey, before reaching its pivotal point. The focus of the research is the analysis of Spinoza's conception of the affects, as presented in the third part of the Ethica. Spinoza rejects the traditional distinction between good and bad emotions, proposing an interpretation based on utility and the ability of emotions to either increase or decrease the individual's power to act. Special attention is given to Letizia, considered by Spinoza a fundamental affect that increases one’s power to act, in contrast to sadness, which reduces it. Finally, the comparison between Spinoza and Descartes highlights their differences on the nature of emotions. Descartes considers them as states of the soul separate from the body and classified into fundamental emotions, while Spinoza interprets them as affections arising from the interaction between the individual and the external reality, inseparable from the context of nature and rationality. It is emphasized that Spinoza’s conception of *Letitia* has both ethical and political implications, promoting a vision of freedom not as a lack of determination, but as an understanding and conscious change of one’s emotions.
La presente tesi analizza l'evoluzione storica del pensiero filosofico sulle emozioni, partendo dall’Antica Grecia, passando per il Seicento e Settecento britannico fino a Dewey per poi giungere al suo punto snodale. Il fulcro della ricerca è l'analisi della concezione spinoziana degli affetti, esposta nella terza parte dell' -Etica- . Spinoza rifiuta la tradizionale distinzione tra emozioni buone e cattive, proponendo un'interpretazione basata sull'utile e sulla capacità delle emozioni di aumentare oppure andare a diminuire la potenza d'agire dell'individuo. Peculiare attenzione è dedicata alla Letizia, considerata da Spinoza un affetto fondamentale che comporta un accrescimento della propria potenza d'agire, in opposizione alla tristezza che la riduce. Infine, il confronto tra Spinoza e Cartesio evidenzia le loro divergenze sulla natura delle emozioni. Cartesio le considera come stati dell'anima separati dal corpo e classificabili in emozioni fondamentali, Spinoza le interpreta come affezioni che derivano dall'interazione tra individuo e realtà esterna, inscindibili dal contesto della natura e della razionalità. Si sottolinea infine come la concezione spinoziana della Letizia abbia, sia implicazioni etiche sia politiche, favorendo la visione della libertà non come mancanza di determinazione, ma come comprensione e cambiamento consapevole delle proprie emozioni.
Il ruolo della Letizia nella teoria delle passioni di Spinoza
ANDREIS, LETIZIA
2024/2025
Abstract
La presente tesi analizza l'evoluzione storica del pensiero filosofico sulle emozioni, partendo dall’Antica Grecia, passando per il Seicento e Settecento britannico fino a Dewey per poi giungere al suo punto snodale. Il fulcro della ricerca è l'analisi della concezione spinoziana degli affetti, esposta nella terza parte dell' -Etica- . Spinoza rifiuta la tradizionale distinzione tra emozioni buone e cattive, proponendo un'interpretazione basata sull'utile e sulla capacità delle emozioni di aumentare oppure andare a diminuire la potenza d'agire dell'individuo. Peculiare attenzione è dedicata alla Letizia, considerata da Spinoza un affetto fondamentale che comporta un accrescimento della propria potenza d'agire, in opposizione alla tristezza che la riduce. Infine, il confronto tra Spinoza e Cartesio evidenzia le loro divergenze sulla natura delle emozioni. Cartesio le considera come stati dell'anima separati dal corpo e classificabili in emozioni fondamentali, Spinoza le interpreta come affezioni che derivano dall'interazione tra individuo e realtà esterna, inscindibili dal contesto della natura e della razionalità. Si sottolinea infine come la concezione spinoziana della Letizia abbia, sia implicazioni etiche sia politiche, favorendo la visione della libertà non come mancanza di determinazione, ma come comprensione e cambiamento consapevole delle proprie emozioni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/164361