The research presents the evolution of the concept of an ecomuseum, starting with a historical reconstruction of the term’s origin, followed by an in-depth analysis of the Italian regulatory framework and the specific case of the Ecomuseo del Freidano. The first two sections examine the genesis of the ecomuseum concept and the difficulties related to its definition, which is often subject to improper interpretations. The analysis highlights how this particular "museum form" has established itself as an exceptional model for the enhancement of cultural and environmental heritage, despite facing challenges due to the lack of uniform and consistent institutional recognition. Subsequently, the research chronologically traces the evolution of legislation on ecomuseums in Italy, starting from the pioneering 1995 law in the Piedmont region, which represented the first attempt to institutionalize the phenomenon. However, ecomuseums cannot be considered solely within a national context; they must be placed within a broader framework that takes into account key international heritage conventions. In this regard, two fundamental treaties are explored: the Convention for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage (UNESCO, 2003) and the Council of Europe’s Convention on the Value of Cultural Heritage for Society (Faro, 2005). Following this, three key texts in the Italian ecomuseum landscape are examined: the Catania Charter (2007), the Siena Charter (2014), and the Strategic Manifesto of Ecomuseums (2016). These documents, in addition to incorporating international conventions, represent the main attempts by Italian ecomuseum institutions to obtain institutional recognition and advocate for the adoption of a national law on ecomuseums.The research continues with an analysis of Piedmont’s regional legislation, from the first 1995 law to its first amendment introduced by Regional Law 23/1998 of August 17, up to the enactment of the current Regional Law 13/2018. Particular attention is given to the functioning and role of the Rete Ecomusei Piemonte (Piedmont Ecomuseum Network), emphasizing how it is essential in promoting the exchange of best practices and maintaining territorial networks.The third chapter presents the case study of the Ecomuseo del Freidano, which became established in the Piedmontese landscape precisely due to the enactment of Regional Law 31/1995 on ecomuseums. Currently an active member of the Rete Ecomusei Piemonte, the Ecomuseum has developed over the years a series of activities that have made it a reference point for the entire local community and other territorial networks. The research reconstructs the history of the Ecomuseum’s origins and reports on the main studies, projects, and training activities that, from its inauguration in 2003 to 2024, have contributed to consolidating this ecomuseum as one of the most dynamic in the metropolitan area of Turin and the regional territory.
La ricerca presenta l’evoluzione del concetto di ecomuseo, partendo da una ricostruzione storica della nascita del termine, per poi approfondire il quadro normativo italiano e il caso specifico dell’Ecomuseo del Freidano. Nelle prime due sezioni viene esaminata la genesi del concetto di ecomuseo e le difficoltà legate alla sua definizione, spesso soggetta ad interpretazioni improprie. L’analisi evidenzia come questa particolare "forma museale" si sia affermata come un modello eccezionale per la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale pur dovendo affrontare alcuni ostacoli derivati dalla mancanza di un riconoscimento istituzionale uniforme e coerente. Successivamente, la ricerca riporta in ordine cronologico l’evoluzione della normativa sugli ecomusei in Italia, partendo dalla legge pionieristica del Piemonte del 1995, che ha rappresentato il primo tentativo di istituzionalizzare il fenomeno. Tuttavia, gli ecomusei non possono essere considerati esclusivamente all’interno di un contesto nazionale, ma devono essere collocati in un quadro più ampio, che tenga conto delle principali convenzioni internazionali sul patrimonio. A tal proposito, sono stati approfonditi due trattati fondamentali: la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (UNESCO, 2003) e la Convenzione del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società (Faro, 2005). In seguito, vengono esaminati tre testi chiave nel panorama ecomuseale italiano: la Carta di Catania (2007), la Carta di Siena (2014) e il Manifesto Strategico degli Ecomusei (2016). Questi documenti, oltre a recepire le convenzioni internazionali, rappresentano i principali tentativi delle realtà ecomuseali italiane di ottenere un riconoscimento istituzionale e auspicare all’adozione di una legge nazionale sugli ecomusei. La ricerca prosegue con un'analisi della normativa regionale piemontese, dalla prima legge del 1995, per giungere alla prima modifica introdotta dalla legge regionale 23/1998 del 17 agosto, fino all'emanazione della vigente legge regionale 13/2018. Nella sezione è dedicata particolare attenzione al funzionamento e al ruolo della Rete Ecomusei Piemonte, mettendo in evidenza come essa sia essenziale nel favorire lo scambio di buone pratiche e nel mantenimento delle reti territoriali. Il terzo capitolo riporta il caso studio dell’Ecomuseo del Freidano, realtà affermatasi nel panorama piemontese proprio grazie all’emanazione della legge regionale 31/1995 sugli ecomusei. Attualmente membro attivo della Rete Ecomusei Piemonte, l’Ecomuseo ha sviluppato negli anni una serie di attività che lo hanno reso un punto di riferimento per tutta la comunità locale ed altre reti territoriali. La ricerca ricostruisce la storia delle origini dell’Ecomuseo, e riporta le principali ricerche, progetti ed attività di formazione che dal 2003, anno dell'inaugurazione, fino al 2024 hanno contribuito a consolidare questa realtà ecomuseale come una delle più dinamiche dell'area metropolitana torinese e del territorio regionale.
Gli Ecomusei in Italia e in Piemonte. Il caso studio sull'Ecomuseo del Freidano: 20 Anni di attività sul territorio.
GORACCI, CHIARA
2023/2024
Abstract
La ricerca presenta l’evoluzione del concetto di ecomuseo, partendo da una ricostruzione storica della nascita del termine, per poi approfondire il quadro normativo italiano e il caso specifico dell’Ecomuseo del Freidano. Nelle prime due sezioni viene esaminata la genesi del concetto di ecomuseo e le difficoltà legate alla sua definizione, spesso soggetta ad interpretazioni improprie. L’analisi evidenzia come questa particolare "forma museale" si sia affermata come un modello eccezionale per la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale pur dovendo affrontare alcuni ostacoli derivati dalla mancanza di un riconoscimento istituzionale uniforme e coerente. Successivamente, la ricerca riporta in ordine cronologico l’evoluzione della normativa sugli ecomusei in Italia, partendo dalla legge pionieristica del Piemonte del 1995, che ha rappresentato il primo tentativo di istituzionalizzare il fenomeno. Tuttavia, gli ecomusei non possono essere considerati esclusivamente all’interno di un contesto nazionale, ma devono essere collocati in un quadro più ampio, che tenga conto delle principali convenzioni internazionali sul patrimonio. A tal proposito, sono stati approfonditi due trattati fondamentali: la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (UNESCO, 2003) e la Convenzione del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società (Faro, 2005). In seguito, vengono esaminati tre testi chiave nel panorama ecomuseale italiano: la Carta di Catania (2007), la Carta di Siena (2014) e il Manifesto Strategico degli Ecomusei (2016). Questi documenti, oltre a recepire le convenzioni internazionali, rappresentano i principali tentativi delle realtà ecomuseali italiane di ottenere un riconoscimento istituzionale e auspicare all’adozione di una legge nazionale sugli ecomusei. La ricerca prosegue con un'analisi della normativa regionale piemontese, dalla prima legge del 1995, per giungere alla prima modifica introdotta dalla legge regionale 23/1998 del 17 agosto, fino all'emanazione della vigente legge regionale 13/2018. Nella sezione è dedicata particolare attenzione al funzionamento e al ruolo della Rete Ecomusei Piemonte, mettendo in evidenza come essa sia essenziale nel favorire lo scambio di buone pratiche e nel mantenimento delle reti territoriali. Il terzo capitolo riporta il caso studio dell’Ecomuseo del Freidano, realtà affermatasi nel panorama piemontese proprio grazie all’emanazione della legge regionale 31/1995 sugli ecomusei. Attualmente membro attivo della Rete Ecomusei Piemonte, l’Ecomuseo ha sviluppato negli anni una serie di attività che lo hanno reso un punto di riferimento per tutta la comunità locale ed altre reti territoriali. La ricerca ricostruisce la storia delle origini dell’Ecomuseo, e riporta le principali ricerche, progetti ed attività di formazione che dal 2003, anno dell'inaugurazione, fino al 2024 hanno contribuito a consolidare questa realtà ecomuseale come una delle più dinamiche dell'area metropolitana torinese e del territorio regionale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi Ecomusei- Chiara Goracci.pdf
non disponibili
Dimensione
30.16 MB
Formato
Adobe PDF
|
30.16 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/164322