Education is a political act that must foster critical thinking and civic awareness. In this context, dissent plays a crucial role—not as mere opposition but as the ability to question reality and promote change. Authors such as Paulo Freire and Hannah Arendt emphasize that education should not be limited to transmitting norms but should instead form autonomous individuals capable of discerning between justice and injustice. Freire criticizes the “banking” model of education, in which the teacher deposits knowledge into students without encouraging reflection. Instead, he proposes a dialogical pedagogy that values students’ active participation so they can develop critical consciousness and become agents of change. Similarly, Arendt highlights the dangers of uncritical adherence to rules, as demonstrated by the case of Adolf Eichmann, the Nazi bureaucrat who obeyed orders without moral questioning. According to Arendt, education means teaching people to think independently, developing their capacity for judgment and the courage to dissent. Legal education is often reduced to the transmission of rules, risking becoming mere training in obedience rather than a path to critical understanding. Respect for laws cannot be considered an absolute value unless accompanied by reflection on their justice. For this reason, teachers and educators must stimulate critical thinking through the analysis of historical and contemporary cases, discussion of moral dilemmas, and the promotion of debate, so that students develop the ability to question norms and evaluate them in light of ethical principles. In a democratic society, dissent is an essential element of the political system, as democracy is based on the plurality of opinions and debate. Freire argues that freedom is achieved through awareness and collective action, while Arendt emphasizes that critical thinking is the antidote to passive submission. Education must therefore promote active participation, teaching students not only to respect rules but also to change them when they are unjust. Educational experiences based on democratic participation and youth activism demonstrate how dissent can drive progress. Democratic schools, civic engagement projects, and dialogical methodologies help young people become aware citizens capable of contributing to societal improvement. Legal education cannot be merely a normative teaching process; it must develop students’ ability to think critically and participate actively in democratic life. Dissent, understood as an expression of critical and responsible awareness, is essential for building a more just society. In this process, the role of teachers and educators is fundamental, as they must guide students toward awareness, responsibility, and freedom.

L’educazione è un atto politico che deve favorire il pensiero critico e la consapevolezza civica. In questo contesto, il dissenso assume un ruolo cruciale, non come semplice opposizione, ma come capacità di interrogare la realtà e promuovere il cambiamento. Autori come Paulo Freire e Hannah Arendt sottolineano come l’educazione non debba limitarsi alla trasmissione di norme, ma debba formare individui autonomi, capaci di discernere tra giustizia e ingiustizia. Freire critica il modello educativo “bancario”, in cui l’insegnante deposita conoscenze senza stimolare la riflessione. Egli propone invece una pedagogia dialogica che valorizzi la partecipazione attiva degli studenti, affinché possano sviluppare una coscienza critica e diventare attori del cambiamento. Parallelamente, Arendt evidenzia i pericoli di un’adesione acritica alle regole, come dimostrato dal caso di Adolf Eichmann, il burocrate nazista che obbedì agli ordini senza porsi questioni morali. Secondo Arendt, educare significa insegnare a pensare in modo autonomo, sviluppando la capacità di giudizio e il coraggio di dissentire. L’educazione alla legalità, spesso ridotta alla trasmissione di norme, rischia di trasformarsi in un addestramento all’obbedienza piuttosto che in un percorso di comprensione critica. Il rispetto delle leggi non può essere considerato un valore assoluto se non viene accompagnato da una riflessione sulla loro giustizia. Per questo, l’insegnante e l’educatore devono stimolare il pensiero critico, attraverso l’analisi di casi storici e attuali, la discussione di dilemmi morali e la promozione del dibattito, affinché gli studenti sviluppino la capacità di interrogarsi sulle norme e di valutarle alla luce dei principi etici. In una società democratica, il dissenso è un elemento essenziale del sistema politico, poiché la democrazia si fonda sulla pluralità delle opinioni e sul confronto. Freire evidenzia che la libertà si conquista attraverso la presa di coscienza e l’azione collettiva, mentre Arendt sottolinea come il pensiero critico sia l’antidoto alla sottomissione passiva. L’educazione deve quindi promuovere la partecipazione attiva, insegnando agli studenti non solo a rispettare le regole, ma anche a cambiarle quando sono ingiuste. Esperienze educative basate sulla partecipazione democratica e sull’attivismo giovanile dimostrano come il dissenso possa essere un motore di crescita. Scuole democratiche, progetti di cittadinanza attiva e metodologie dialogiche aiutano i giovani a diventare cittadini consapevoli, capaci di contribuire al miglioramento della società. L’educazione alla legalità non può essere un semplice insegnamento normativo, ma deve sviluppare negli studenti la capacità di pensare criticamente e di partecipare attivamente alla vita democratica. Il dissenso, inteso come espressione di una coscienza critica e responsabile, è essenziale per la costruzione di una società più giusta. In questo processo, il ruolo dell’insegnante e dell’educatore è fondamentale, poiché essi devono guidare gli studenti verso la consapevolezza, la responsabilità e la libertà.

IL DISSENSO COME ATTO RIVOLUZIONARIO: dalla pedagogia degli oppressi all'implementazione di nuove proposte per un'educazione alla legalità, vista e percepita come pratica di libertà.

VALLE CERAMI, VIVIANA
2023/2024

Abstract

L’educazione è un atto politico che deve favorire il pensiero critico e la consapevolezza civica. In questo contesto, il dissenso assume un ruolo cruciale, non come semplice opposizione, ma come capacità di interrogare la realtà e promuovere il cambiamento. Autori come Paulo Freire e Hannah Arendt sottolineano come l’educazione non debba limitarsi alla trasmissione di norme, ma debba formare individui autonomi, capaci di discernere tra giustizia e ingiustizia. Freire critica il modello educativo “bancario”, in cui l’insegnante deposita conoscenze senza stimolare la riflessione. Egli propone invece una pedagogia dialogica che valorizzi la partecipazione attiva degli studenti, affinché possano sviluppare una coscienza critica e diventare attori del cambiamento. Parallelamente, Arendt evidenzia i pericoli di un’adesione acritica alle regole, come dimostrato dal caso di Adolf Eichmann, il burocrate nazista che obbedì agli ordini senza porsi questioni morali. Secondo Arendt, educare significa insegnare a pensare in modo autonomo, sviluppando la capacità di giudizio e il coraggio di dissentire. L’educazione alla legalità, spesso ridotta alla trasmissione di norme, rischia di trasformarsi in un addestramento all’obbedienza piuttosto che in un percorso di comprensione critica. Il rispetto delle leggi non può essere considerato un valore assoluto se non viene accompagnato da una riflessione sulla loro giustizia. Per questo, l’insegnante e l’educatore devono stimolare il pensiero critico, attraverso l’analisi di casi storici e attuali, la discussione di dilemmi morali e la promozione del dibattito, affinché gli studenti sviluppino la capacità di interrogarsi sulle norme e di valutarle alla luce dei principi etici. In una società democratica, il dissenso è un elemento essenziale del sistema politico, poiché la democrazia si fonda sulla pluralità delle opinioni e sul confronto. Freire evidenzia che la libertà si conquista attraverso la presa di coscienza e l’azione collettiva, mentre Arendt sottolinea come il pensiero critico sia l’antidoto alla sottomissione passiva. L’educazione deve quindi promuovere la partecipazione attiva, insegnando agli studenti non solo a rispettare le regole, ma anche a cambiarle quando sono ingiuste. Esperienze educative basate sulla partecipazione democratica e sull’attivismo giovanile dimostrano come il dissenso possa essere un motore di crescita. Scuole democratiche, progetti di cittadinanza attiva e metodologie dialogiche aiutano i giovani a diventare cittadini consapevoli, capaci di contribuire al miglioramento della società. L’educazione alla legalità non può essere un semplice insegnamento normativo, ma deve sviluppare negli studenti la capacità di pensare criticamente e di partecipare attivamente alla vita democratica. Il dissenso, inteso come espressione di una coscienza critica e responsabile, è essenziale per la costruzione di una società più giusta. In questo processo, il ruolo dell’insegnante e dell’educatore è fondamentale, poiché essi devono guidare gli studenti verso la consapevolezza, la responsabilità e la libertà.
Dissent as a Revolutionary Act: From the Pedagogy of the Oppressed to the Implementation of New Proposals for an Education in Legality, Viewed and Perceived as a Practice of Freedom.
Education is a political act that must foster critical thinking and civic awareness. In this context, dissent plays a crucial role—not as mere opposition but as the ability to question reality and promote change. Authors such as Paulo Freire and Hannah Arendt emphasize that education should not be limited to transmitting norms but should instead form autonomous individuals capable of discerning between justice and injustice. Freire criticizes the “banking” model of education, in which the teacher deposits knowledge into students without encouraging reflection. Instead, he proposes a dialogical pedagogy that values students’ active participation so they can develop critical consciousness and become agents of change. Similarly, Arendt highlights the dangers of uncritical adherence to rules, as demonstrated by the case of Adolf Eichmann, the Nazi bureaucrat who obeyed orders without moral questioning. According to Arendt, education means teaching people to think independently, developing their capacity for judgment and the courage to dissent. Legal education is often reduced to the transmission of rules, risking becoming mere training in obedience rather than a path to critical understanding. Respect for laws cannot be considered an absolute value unless accompanied by reflection on their justice. For this reason, teachers and educators must stimulate critical thinking through the analysis of historical and contemporary cases, discussion of moral dilemmas, and the promotion of debate, so that students develop the ability to question norms and evaluate them in light of ethical principles. In a democratic society, dissent is an essential element of the political system, as democracy is based on the plurality of opinions and debate. Freire argues that freedom is achieved through awareness and collective action, while Arendt emphasizes that critical thinking is the antidote to passive submission. Education must therefore promote active participation, teaching students not only to respect rules but also to change them when they are unjust. Educational experiences based on democratic participation and youth activism demonstrate how dissent can drive progress. Democratic schools, civic engagement projects, and dialogical methodologies help young people become aware citizens capable of contributing to societal improvement. Legal education cannot be merely a normative teaching process; it must develop students’ ability to think critically and participate actively in democratic life. Dissent, understood as an expression of critical and responsible awareness, is essential for building a more just society. In this process, the role of teachers and educators is fundamental, as they must guide students toward awareness, responsibility, and freedom.
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Descrizione: La tesi esplora il tema dell’oppressione, esperita all’interno dei regimi totalitari e di manipolazione, ponendo, in seguito l'attenzione sulla coscientizzazione e liberazione in grado di accompagnare la persona verso il dissenso e l'emancipazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/164042