Begun at the same time of the 2007-2008 financial crisis, large-scale land acquisitions became more and more widespread, turning today into a serious issue for many communities. Land grabbing expels farmers and villages from their territory, poisons land and water, causes severe damages to the environment and violates peoples’ human rights, first of all their right to self-determination. A variety of land deals exists: they can range from industrial agriculture to land speculation. The purpose tackled in this work is mining, choosing as an illustrative case the Latin American lithium industry, which takes place mainly in Argentina, Bolivia, Chile. Thanks to lithium’s important role in batteries production for electric vehicles, this case is also suitable to some considerations about Global North’s climate policies and its attempt to pass off as sustainable an energy transition made possible at the expense of the environment and Global South’s peoples.
Iniziata con la crisi finanziaria del 2007-2008, la pratica delle acquisizioni di terra su vasta scala è andata sempre più diffondendosi e aggravandosi, fino a rappresentare una problematica vitale per le moltissime popolazioni che ne sono vittime. Il land grabbing espelle contadini e piccole comunità dai propri territori, avvelena la terra e le acque, arreca gravi danni all’ambiente e ai diritti umani delle popolazioni, che vengono private del diritto di autodeterminarsi. L’accaparramento può avere diversi fini, da un uso della terra volto alla produzione agricola industriale al controllo delle risorse presenti sul territorio. Il fine che verrà preso in esame in questo lavoro è l’estrazione mineraria, scegliendo di trattare come caso esemplificativo la produzione di litio in America Latina, di cui Paesi protagonisti sono Argentina, Bolivia e Cile. Il caso in questione, grazie alla funzione essenziale del litio nella realizzazione delle batterie dei veicoli elettrici, si presta inoltre a delle riflessioni su come il Nord globale possa considerare sostenibile una transizione energetica che si realizza a danno dell’ambiente e delle popolazioni del Sud globale.
Il fenomeno del land grabbing quale forma di neocolonialismo. Un’analisi della corsa alle terre in America Latina per l’estrazione di litio nel contesto della transizione energetica alle fonti rinnovabili.
CASELLA, BENEDETTA
2023/2024
Abstract
Iniziata con la crisi finanziaria del 2007-2008, la pratica delle acquisizioni di terra su vasta scala è andata sempre più diffondendosi e aggravandosi, fino a rappresentare una problematica vitale per le moltissime popolazioni che ne sono vittime. Il land grabbing espelle contadini e piccole comunità dai propri territori, avvelena la terra e le acque, arreca gravi danni all’ambiente e ai diritti umani delle popolazioni, che vengono private del diritto di autodeterminarsi. L’accaparramento può avere diversi fini, da un uso della terra volto alla produzione agricola industriale al controllo delle risorse presenti sul territorio. Il fine che verrà preso in esame in questo lavoro è l’estrazione mineraria, scegliendo di trattare come caso esemplificativo la produzione di litio in America Latina, di cui Paesi protagonisti sono Argentina, Bolivia e Cile. Il caso in questione, grazie alla funzione essenziale del litio nella realizzazione delle batterie dei veicoli elettrici, si presta inoltre a delle riflessioni su come il Nord globale possa considerare sostenibile una transizione energetica che si realizza a danno dell’ambiente e delle popolazioni del Sud globale. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/163532