The human mind operates as a complex system in a surprisingly fascinating way, thanks to its capacity for adaptation and resilience. It combines emotions and reason—reason enables us to understand realities with mathematical precision, while emotions allow us to connect with them, experience them, and make them our own, making us truly "human." In the sports context, these abilities become particularly evident. As the level of competition increases, athletes are required not only to exert greater physical effort but also (and especially) to develop high-level cognitive and psychological skills. Sports practice demands a wide range of cognitive abilities, including planning, problem solving, the capacity to make quick and precise decisions, and the ability to maintain high levels of concentration. Athletes must be capable of analyzing complex situations in fractions of a second, devising strategies, and adapting quickly to changes. Developing and enhancing these components can prove not only crucial for achieving results but, in some cases, can mean the difference between maintaining health or having to retire—especially in particularly traumatic contact sports, such as combat sports or motorsports. Can the cognitive improvements that enhance sports performance be transferred to other areas of daily life? Is it possible to measure these outcomes? And if so, can we interpret the results and devise effective protocols? This thesis aims to investigate whether there is a greater development of cognitive functions in young people who engage in physical activity and sports, hypothesizing an optimal pathway based on a rigorously scientific and tested approach. It emphasizes the importance of promoting both school and extracurricular policies that value physical movement as an educational tool. The study highlights the need for a holistic approach to child development, where physical and cognitive well-being are closely interconnected, and it offers practical recommendations for educators and policymakers. The content used in the thesis was selected from two databases: Google Scholar and Pubmed. The empirical data examined refer to school-age children with typical development. Studies on populations of young adults or children with physical or cognitive disabilities were not considered, with a focus on more recent studies from 2000 to the present.

La mente umana opera come sistema complesso in maniera sorprendentemente affascinante, per le sue capacità di adattamento e di resilienza. Unendo emozioni e ragione. Con quest’ultima che permette di conoscere e capire le realtà con precisione matematica, e le emozioni che permettono di entrare in relazione con esse, viverle, farle proprie, rendendoci "umani". Nel contesto sportivo queste abilità diventano particolarmente evidenti. Infatti man mano che la competizione aumenta di qualità, agli atleti verrà chiesto non solo un maggiore impegno fisico ma anche (e soprattutto) di sviluppare competenze cognitive e psicologiche di altissimo livello. La pratica sportiva richiede un'ampia gamma di abilità cognitive, tra cui la pianificazione, il problem solving, la capacità di prendere decisioni rapide e precise e di mantenere alta la concentrazione. Gli atleti devono saper analizzare situazioni complesse in frazioni di secondo, elaborare strategie e adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Riuscire a sviluppare e migliorare queste componenti può dimostrarsi, non solo una valida scelta ai fini dei risultati, ma ci sono casi in cui queste possono fare la differenza tra salute o ritiro dalla carriera. Come nel caso degli sport da contatto particolarmente traumatici, come sport da combattimento o sport motoristici. Ma i risultati dei processi cognitivi che migliorano le prestazioni sportive, possono essere trasferiti ad altre aree di vita quotidiana? È possibile misurare questi risultati? Se così fosse, è possibile interpretare gli outcome e ideare dei protocolli efficaci? Questa tesi vuole indagare se esiste uno sviluppo maggiore delle funzioni cognitive nei ragazzi che praticano attività fisica e sportiva, ed ipotizza un percorso ottimale con un approccio rigorosamente scientifico e testato. Sottolineando l'importanza di promuovere politiche scolastiche ed extrascolastiche che valorizzino il movimento fisico come strumento educativo. Evidenziando la necessità di un approccio olistico allo sviluppo infantile, in cui il benessere fisico e cognitivo sono strettamente interconnessi, proponendo raccomandazioni pratiche per educatori e policy maker. I contenuti utilizzati nella tesi sono stati selezionati da due database: Google Scholar e Pubmed. Dati empirici presi in esame fanno riferimento a ragazzi in età scolare e sviluppo tipico. Studi su popolazioni di giovani adulti o bambini con disabilità fisica o cognitiva non sono stati presi in considerazione. Con maggiore attenzione ai più recenti, in un intervallo di tempo da 2000 ad oggi.

Il ruolo dell’attività fisica sullo sviluppo delle funzioni esecutive nei giovani

PAOLILLO, ANDREA
2024/2025

Abstract

La mente umana opera come sistema complesso in maniera sorprendentemente affascinante, per le sue capacità di adattamento e di resilienza. Unendo emozioni e ragione. Con quest’ultima che permette di conoscere e capire le realtà con precisione matematica, e le emozioni che permettono di entrare in relazione con esse, viverle, farle proprie, rendendoci "umani". Nel contesto sportivo queste abilità diventano particolarmente evidenti. Infatti man mano che la competizione aumenta di qualità, agli atleti verrà chiesto non solo un maggiore impegno fisico ma anche (e soprattutto) di sviluppare competenze cognitive e psicologiche di altissimo livello. La pratica sportiva richiede un'ampia gamma di abilità cognitive, tra cui la pianificazione, il problem solving, la capacità di prendere decisioni rapide e precise e di mantenere alta la concentrazione. Gli atleti devono saper analizzare situazioni complesse in frazioni di secondo, elaborare strategie e adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Riuscire a sviluppare e migliorare queste componenti può dimostrarsi, non solo una valida scelta ai fini dei risultati, ma ci sono casi in cui queste possono fare la differenza tra salute o ritiro dalla carriera. Come nel caso degli sport da contatto particolarmente traumatici, come sport da combattimento o sport motoristici. Ma i risultati dei processi cognitivi che migliorano le prestazioni sportive, possono essere trasferiti ad altre aree di vita quotidiana? È possibile misurare questi risultati? Se così fosse, è possibile interpretare gli outcome e ideare dei protocolli efficaci? Questa tesi vuole indagare se esiste uno sviluppo maggiore delle funzioni cognitive nei ragazzi che praticano attività fisica e sportiva, ed ipotizza un percorso ottimale con un approccio rigorosamente scientifico e testato. Sottolineando l'importanza di promuovere politiche scolastiche ed extrascolastiche che valorizzino il movimento fisico come strumento educativo. Evidenziando la necessità di un approccio olistico allo sviluppo infantile, in cui il benessere fisico e cognitivo sono strettamente interconnessi, proponendo raccomandazioni pratiche per educatori e policy maker. I contenuti utilizzati nella tesi sono stati selezionati da due database: Google Scholar e Pubmed. Dati empirici presi in esame fanno riferimento a ragazzi in età scolare e sviluppo tipico. Studi su popolazioni di giovani adulti o bambini con disabilità fisica o cognitiva non sono stati presi in considerazione. Con maggiore attenzione ai più recenti, in un intervallo di tempo da 2000 ad oggi.
The role of physical activity on the development of executive functions in young people
The human mind operates as a complex system in a surprisingly fascinating way, thanks to its capacity for adaptation and resilience. It combines emotions and reason—reason enables us to understand realities with mathematical precision, while emotions allow us to connect with them, experience them, and make them our own, making us truly "human." In the sports context, these abilities become particularly evident. As the level of competition increases, athletes are required not only to exert greater physical effort but also (and especially) to develop high-level cognitive and psychological skills. Sports practice demands a wide range of cognitive abilities, including planning, problem solving, the capacity to make quick and precise decisions, and the ability to maintain high levels of concentration. Athletes must be capable of analyzing complex situations in fractions of a second, devising strategies, and adapting quickly to changes. Developing and enhancing these components can prove not only crucial for achieving results but, in some cases, can mean the difference between maintaining health or having to retire—especially in particularly traumatic contact sports, such as combat sports or motorsports. Can the cognitive improvements that enhance sports performance be transferred to other areas of daily life? Is it possible to measure these outcomes? And if so, can we interpret the results and devise effective protocols? This thesis aims to investigate whether there is a greater development of cognitive functions in young people who engage in physical activity and sports, hypothesizing an optimal pathway based on a rigorously scientific and tested approach. It emphasizes the importance of promoting both school and extracurricular policies that value physical movement as an educational tool. The study highlights the need for a holistic approach to child development, where physical and cognitive well-being are closely interconnected, and it offers practical recommendations for educators and policymakers. The content used in the thesis was selected from two databases: Google Scholar and Pubmed. The empirical data examined refer to school-age children with typical development. Studies on populations of young adults or children with physical or cognitive disabilities were not considered, with a focus on more recent studies from 2000 to the present.
MULASSO, ANNA
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/163504