In recent decades, digital platforms and tech giants have taken on a central role in contemporary society, revolutionizing how people communicate, consume, and shape their personal identities. However, this shift toward a globally connected digital ecosystem has fueled the emergence of an economic model based on the extraction and commercialization of personal data. Shoshana Zuboff defines this phenomenon as surveillance capitalism (Zuboff, 2019), a paradigm in which users' behaviors are monitored, profiled, and manipulated to optimize corporate profits. Through advanced algorithms, machine learning, and Big Data, platforms build detailed psychographic profiles, anticipate desires, and influence future choices, progressively reducing individual freedom in favor of control and prediction. This analysis focuses on how users are transformed into "products" to be sold to advertisers: every click, search, or digital interaction becomes a useful piece of information to refine targeted advertising and maximize engagement. However, the impact of this system extends beyond commerce: algorithmic content personalization contributes to the creation of filter bubbles and social polarization, reinforcing cognitive biases and narrowing users' informational horizons (Doctorow, 2024). These dynamics threaten self-determination and digital sovereignty, pushing toward an online environment that encourages conformity and standardized behaviors, shrinking the space for critical thinking and democratic debate. The paper explores the ethical and social implications of algorithmic manipulation, highlighting the dangers of concentrated power in the hands of a few global platforms. Regulation emerges as a potential solution: stricter data protection laws, increased algorithmic transparency, and stronger digital rights organizations can serve as essential tools to rebalance the relationship between users and platforms. The thesis also introduces the concept of "digital sovereignty," urging individuals to reclaim control over their data and assert their right to a fairer, more transparent, and ethical digital environment. Ultimately, this work calls for a critical reflection on the future of the digital landscape: How will surveillance capitalism shape future societies? What are the consequences of an economic system built on behavioral manipulation? And most importantly, what tools do we have to resist and defend our freedom in an increasingly pervasive digital world? Addressing these questions is essential for envisioning a future where technology can serve as a tool of empowerment rather than control.
Negli ultimi decenni, le piattaforme digitali e i giganti tecnologici hanno assunto un ruolo centrale nella società contemporanea, rivoluzionando le modalità di comunicazione, consumo e costruzione dell’identità personale. Tuttavia, questa transizione verso un ecosistema digitale connesso globalmente ha favorito l’emergere di un modello economico basato sull’estrazione e la commercializzazione dei dati personali. Shoshana Zuboff definisce questo fenomeno come capitalismo della sorveglianza (Zuboff, 2019), un paradigma in cui il comportamento degli utenti viene monitorato, profilato e manipolato per ottimizzare il profitto aziendale. Attraverso algoritmi avanzati, machine learning e Big Data, le piattaforme sono in grado di costruire profili psicografici dettagliati, anticipare desideri e influenzare scelte future, riducendo progressivamente la libertà individuale a favore di una logica di controllo e predizione. L’analisi si concentra sul modo in cui gli utenti si trasformano in “prodotti” da vendere agli inserzionisti: ogni clic, ricerca o interazione digitale diventa un tassello utile per affinare la pubblicità mirata e massimizzare il coinvolgimento. Tuttavia, l’impatto di questo sistema va ben oltre la sfera commerciale: la personalizzazione algoritmica dei contenuti contribuisce alla creazione di filter bubbles e alla polarizzazione sociale, amplificando i bias cognitivi e restringendo l’orizzonte informativo degli utenti (Doctorow, 2024). Queste dinamiche mettono a rischio l’autodeterminazione e la sovranità digitale, spingendo verso un ambiente online che incentiva conformismo e comportamenti standardizzati, riducendo lo spazio per il pensiero critico e il confronto democratico. Il lavoro analizza in profondità le implicazioni etiche e sociali di questa manipolazione algoritmica, evidenziando i pericoli di un potere sempre più concentrato nelle mani di poche piattaforme globali. La regolamentazione emerge come una possibile via d’uscita: norme più stringenti sulla protezione dei dati, una maggiore trasparenza sugli algoritmi e il rafforzamento delle organizzazioni per i diritti digitali possono rappresentare strumenti fondamentali per riequilibrare il rapporto tra utenti e piattaforme. La tesi propone anche il concetto di “sovranità digitale”, che invita gli individui a riappropriarsi del controllo sui propri dati, rivendicando il diritto a un ambiente digitale più equo, trasparente ed etico. In conclusione, il lavoro invita a riflettere criticamente sul futuro del digitale: in che modo il capitalismo della sorveglianza modellerà le società future? Quali saranno le conseguenze di un sistema economico fondato sulla manipolazione comportamentale? E, soprattutto, quali strumenti abbiamo a disposizione per resistere e difendere la nostra libertà in un panorama digitale sempre più pervasivo? Rispondere a queste domande è cruciale per immaginare un futuro in cui la tecnologia possa essere uno strumento di emancipazione, e non di controllo.
La Manipolazione del Comportamento Attraverso i Dati: Algoritmi, Libertà e Implicazioni Sociali
VALENTINO, ANDREA
2023/2024
Abstract
Negli ultimi decenni, le piattaforme digitali e i giganti tecnologici hanno assunto un ruolo centrale nella società contemporanea, rivoluzionando le modalità di comunicazione, consumo e costruzione dell’identità personale. Tuttavia, questa transizione verso un ecosistema digitale connesso globalmente ha favorito l’emergere di un modello economico basato sull’estrazione e la commercializzazione dei dati personali. Shoshana Zuboff definisce questo fenomeno come capitalismo della sorveglianza (Zuboff, 2019), un paradigma in cui il comportamento degli utenti viene monitorato, profilato e manipolato per ottimizzare il profitto aziendale. Attraverso algoritmi avanzati, machine learning e Big Data, le piattaforme sono in grado di costruire profili psicografici dettagliati, anticipare desideri e influenzare scelte future, riducendo progressivamente la libertà individuale a favore di una logica di controllo e predizione. L’analisi si concentra sul modo in cui gli utenti si trasformano in “prodotti” da vendere agli inserzionisti: ogni clic, ricerca o interazione digitale diventa un tassello utile per affinare la pubblicità mirata e massimizzare il coinvolgimento. Tuttavia, l’impatto di questo sistema va ben oltre la sfera commerciale: la personalizzazione algoritmica dei contenuti contribuisce alla creazione di filter bubbles e alla polarizzazione sociale, amplificando i bias cognitivi e restringendo l’orizzonte informativo degli utenti (Doctorow, 2024). Queste dinamiche mettono a rischio l’autodeterminazione e la sovranità digitale, spingendo verso un ambiente online che incentiva conformismo e comportamenti standardizzati, riducendo lo spazio per il pensiero critico e il confronto democratico. Il lavoro analizza in profondità le implicazioni etiche e sociali di questa manipolazione algoritmica, evidenziando i pericoli di un potere sempre più concentrato nelle mani di poche piattaforme globali. La regolamentazione emerge come una possibile via d’uscita: norme più stringenti sulla protezione dei dati, una maggiore trasparenza sugli algoritmi e il rafforzamento delle organizzazioni per i diritti digitali possono rappresentare strumenti fondamentali per riequilibrare il rapporto tra utenti e piattaforme. La tesi propone anche il concetto di “sovranità digitale”, che invita gli individui a riappropriarsi del controllo sui propri dati, rivendicando il diritto a un ambiente digitale più equo, trasparente ed etico. In conclusione, il lavoro invita a riflettere criticamente sul futuro del digitale: in che modo il capitalismo della sorveglianza modellerà le società future? Quali saranno le conseguenze di un sistema economico fondato sulla manipolazione comportamentale? E, soprattutto, quali strumenti abbiamo a disposizione per resistere e difendere la nostra libertà in un panorama digitale sempre più pervasivo? Rispondere a queste domande è cruciale per immaginare un futuro in cui la tecnologia possa essere uno strumento di emancipazione, e non di controllo.File | Dimensione | Formato | |
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