Posidonia oceanica (L.) Delile is a marine phanerogam endemic to the Mediterranean Sea, characterized by roots, rhizomes, leaves, flowers and fruits. Under favorable environmental conditions, P. oceanica colonizes vast underwater areas, forming extensive meadows. Intense leaf abscission and the action of storm surges lead to the accumulation of plant debris on beaches, producing the "banquettes". Posidonia meadows are one of the most productive ecosystems on Earth and are also an excellent indicator of coastal ecosystem health. This marine plant plays an essential role protecting against coastal erosion and stabilizing sediments. The fibrous plant residues form "egagropili", felt-like spheres capable of trapping microplastics. This makes them good bioindicators of pollution. P. oceanica has been defined "the lung of the Mediterranean" due to its ability to release up to 20 L/day/m2 of O2. Additionally, its capacity to store carbon makes it important for reducing CO₂ levels. However, marine phanerogams, particularly P. oceanica, are globally threatened by multiple factors, in particular due to human activities. Restoration techniques such as transplanting and replanting have been developed to mitigate their decline, including large-scale remediation efforts in the Ligurian Sea. Posidonia meadows provide numerous ecosystem services: they are biodiversity hotspots, hosting a wide variety of organisms, including marine fungi that play a key role in decomposition processes. Climate change and global warming are dangerous for marine ecosystems, including Posidonia meadows. Rising temperatures are causing the bleaching of seagrass meadows and an increase in the number of marine decomposer and saprotrophic fungi. Expanding knowledge of human impact and pollution on ecosystems is essential for developing conservation strategies to preserve the biodiversity of the most fragile habitats.
La Posidonia oceanica (L.) Delile è una fanerogama marina endemica del Mar Mediterraneo, dotata di radici, rizomi, foglie, fiori e frutti. In condizioni ambientali favorevoli la P. oceanica colonizza vaste aree sottomarine, formando estese praterie. L’intensa abscissione fogliare e l’azione delle mareggiate favoriscono l’accumulo di detriti vegetali sulle spiagge, dando origine alle “banquette”. I posidonieti, tra gli ecosistemi più produttivi della Terra, sono ottimi indicatori della salute dell’ecosistema costiero e svolgono un ruolo essenziale nella protezione dell’erosione delle coste e nella stabilizzazione dei sedimenti. Dai residui fibrosi della pianta si formano gli “egagropili”, sfere feltrose capaci di intrappolare microplastiche, rendendoli utili come bioindicatori di inquinamento. La P. oceanica è stata definita come “il polmone del Mediterraneo” in quanto può rilasciare fino a 20 L di ossigeno al giorno per metro quadrato e, grazie alla capacità di stoccare il carbonio, rappresenta un’importante alleata nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Tuttavia, le fanerogame marine, in particolar modo la P. oceanica, sono minacciate a livello globale da molteplici fattori, soprattutto di origine antropica. Per contrastare la loro regressione sono state sviluppate tecniche di ripristino come il trapianto e il reimpianto (ad esempio il risanamento su larga scala nel Mar Ligure). Oltre a fornire numerosi servizi ecosistemici, i posidonieti sono veri e propri hotspot di biodiversità, ospitando una grande varietà di organismi, tra cui, i funghi marini che svolgono un ruolo essenziale nei processi di decomposizione. Attualmente i cambiamenti climatici e il surriscaldamento globale stanno mettendo a repentaglio gli ecosistemi marini, tra cui i posidonieti. In particolare, l’aumento delle temperature sta causando lo sbiancamento delle praterie e portando ad un incremento del numero di funghi marini decompositori e saprotrofi. Ampliare la conoscenza dell’impatto antropico e dell’inquinamento sugli ecosistemi è fondamentale per sviluppare strategie di conservazione volte a preservare la biodiversità e garantire la resilienza degli habitat più fragili.
Posidonia oceanica (L.) Delile: importanza ecologica e biodiversità fungina
PERONATO, SARA
2023/2024
Abstract
La Posidonia oceanica (L.) Delile è una fanerogama marina endemica del Mar Mediterraneo, dotata di radici, rizomi, foglie, fiori e frutti. In condizioni ambientali favorevoli la P. oceanica colonizza vaste aree sottomarine, formando estese praterie. L’intensa abscissione fogliare e l’azione delle mareggiate favoriscono l’accumulo di detriti vegetali sulle spiagge, dando origine alle “banquette”. I posidonieti, tra gli ecosistemi più produttivi della Terra, sono ottimi indicatori della salute dell’ecosistema costiero e svolgono un ruolo essenziale nella protezione dell’erosione delle coste e nella stabilizzazione dei sedimenti. Dai residui fibrosi della pianta si formano gli “egagropili”, sfere feltrose capaci di intrappolare microplastiche, rendendoli utili come bioindicatori di inquinamento. La P. oceanica è stata definita come “il polmone del Mediterraneo” in quanto può rilasciare fino a 20 L di ossigeno al giorno per metro quadrato e, grazie alla capacità di stoccare il carbonio, rappresenta un’importante alleata nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Tuttavia, le fanerogame marine, in particolar modo la P. oceanica, sono minacciate a livello globale da molteplici fattori, soprattutto di origine antropica. Per contrastare la loro regressione sono state sviluppate tecniche di ripristino come il trapianto e il reimpianto (ad esempio il risanamento su larga scala nel Mar Ligure). Oltre a fornire numerosi servizi ecosistemici, i posidonieti sono veri e propri hotspot di biodiversità, ospitando una grande varietà di organismi, tra cui, i funghi marini che svolgono un ruolo essenziale nei processi di decomposizione. Attualmente i cambiamenti climatici e il surriscaldamento globale stanno mettendo a repentaglio gli ecosistemi marini, tra cui i posidonieti. In particolare, l’aumento delle temperature sta causando lo sbiancamento delle praterie e portando ad un incremento del numero di funghi marini decompositori e saprotrofi. Ampliare la conoscenza dell’impatto antropico e dell’inquinamento sugli ecosistemi è fondamentale per sviluppare strategie di conservazione volte a preservare la biodiversità e garantire la resilienza degli habitat più fragili.File | Dimensione | Formato | |
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