Waste has always been considered an impure and controversial element, spatially and morally connoted as ‘other’, something to get rid of or dispose of. They have existed throughout time and in every society, which has taken responsibility for their disposal, generating ecological and social relationships. Today, waste management represents a fundamental challenge, considering that in 2050 we will globally produce 3.8 billion tonnes per year of municipal solid waste, i.e. more than 56% of today's production (an increase of almost 2 billion tonnes). To emphasise the relevance of the topic, it should be mentioned that it also appears among the goals of the 2030 Agenda, including Goal 12 ‘Sustainable Consumption and Production’, which outlines a number of targets for reducing waste through recovery and reuse, halving food waste, and involving businesses and public authorities in the purchase of sustainable products. Given these premises, this thesis aims to analyse the relationship between acceptability and conflict in waste management by examining the case of the Peccioli landfill in Tuscany. Before speaking about Peccioli, we will start analysing the historical relationship between the city and waste, reconstructing the ecological relations that the city has adopted over time to dispose of its waste, and then arriving at the emblem of ‘out of placeness’, the landfill. According to Foucault, this represents one of the heterotopic places, ‘other places’ on the margins of urban and social space, destined for oblivion and at the same time repositories of what society excludes. We will then provide a regulatory framework on waste management in Italy and Europe, referring to recent regulations related to circular economy, the challenges of the 2030 Agenda and the PNRR, and then go into data on waste disposal and management in Italy and Tuscany, useful to understand the context in which the case of Peccioli fits. Peccioli is a singular example because the landfill has not encountered any cases of conflict for the first thirty years of its operation, a peculiarity that goes hand in hand with effective communication and economic strategies aimed at sustainability and the redistribution of dividends from the landfill, which is under mixed public-private management. In spite of this, 2011 saw the start of a number of protests from neighbouring towns concerning the expansion of the landfill, which citizens opposed on the grounds of fear for health and environment. Not even the excellent results achieved by the plant, as evidenced by the ISO and EMAS certifications, could stop the rise of local mobilisation. In this sense, the paper analyses the social perception of the landfill in the current context through five qualitative interviews with privileged witnesses and citizens. The present work also attempts to analyse the framework of resistance in order to understand how it is possible to discourage NIMBY-type opposition to unwelcome but currently necessary works such as landfills. Here the case of Peccioli can provide useful hints both on the front of redistribution of benefits and sustainability, and on the communication strategies deployed to increase consensus around the landfill, the last link in waste management strategies.
I rifiuti sono da sempre considerati un elemento impuro e controverso, connotati spazialmente e moralmente come “altro”, qualcosa di cui liberarsi o disfarsi. Essi sono esistiti in ogni tempo ed in ogni società, che si è fatta carico del loro smaltimento generando vere e proprie relazioni ecologiche e sociali. Ad oggi, la gestione dei rifiuti rappresenta una sfida fondamentale, considerando che è stato calcolato che nel 2050 produrremo globalmente 3,8 miliardi di tonnellate l’anno di rifiuti solidi urbani, ovvero più del 56% della produzione del presente (con un aumento di quasi 2 miliardi di tonnellate). Per sottolineare la rilevanza del tema, va ricordato che esso compare anche tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 tra cui l’obiettivo 12 “Produzione e consumo sostenibili”, in cui si delineano alcuni obiettivi di riduzione dei rifiuti grazie al recupero e al riutilizzo, al dimezzamento dello spreco alimentare e al coinvolgimento di imprese ed enti pubblici nell’acquisto di prodotti sostenibili. In virtù di queste premesse, questo lavoro si propone di analizzare il rapporto tra accettabilità e conflitto nella gestione dei rifiuti prendendo in esame il caso della discarica di Peccioli, in Toscana. Prima di arrivare al caso in questione, si partirà dall’analisi della storica relazione tra città e rifiuti, ricostruendo le relazioni ecologiche che la città ha nel tempo adottato per disfarsi dei propri scarti, per poi arrivare all’emblema dell’“out of placedness”, la discarica. Questa, secondo Foucault, rappresenta uno dei luoghi eterotopici, “luoghi altri” ai margini dello spazio urbano e sociale, destinati all’oblio e al contempo depositari di ciò che la società esclude. Si fornirà poi un quadro normativo sulla gestione dei rifiuti in Italia ed in Europa, facendo riferimento alle recenti normative legate alla circolarità, alle sfide dell’Agenda 2030 e al PNRR, per poi entrare nel merito dei dati sullo smaltimento e gestione dei rifiuti in Italia e in Toscana, utili a capire il contesto in cui si inserisce il caso di Peccioli. Peccioli rappresenta un esempio singolare in quanto nella sua storia la discarica non ha riscontrato casi di conflittualità per i primi trent’anni di operatività, peculiarità che si accompagna ad efficaci strategie comunicative ed economiche improntate alla sostenibilità e alla redistribuzione dei dividendi della discarica, che è a gestione mista pubblico-privata. Nonostante ciò, nel 2011 sono iniziate, da parte dei paesi limitrofi, alcune contestazioni riguardanti gli ampliamenti della discarica, a cui i cittadini si sono opposti con la motivazione della paura per la salute e la salubrità dell’ambiente. Neanche i risultati di eccellenza raggiunti dall’impianto, come testimoniano le certificazioni ISO ed EMAS, hanno potuto fermare il sorgere della mobilitazione locale. In questo senso l’elaborato analizza, attraverso cinque interviste qualitative a testimoni privilegiati e cittadini la percezione sociale della discarica nel contesto attuale. Il presente lavoro cerca di analizzare il quadro delle resistenze anche per capire come è possibile scoraggiare opposizioni di tipo NIMBY a opere sgradite, ma al momento necessarie. Ecco che il caso di Peccioli può fornire spunti utili sia sul fronte della redistribuzione dei benefici e della sostenibilità, sia sulle strategie comunicative deputate ad accrescere il consenso attorno alla discarica, ultimo anello delle strategie di gestione dei rifiuti.
I rifiuti tra accettabilità e conflitto: il caso della discarica di Peccioli.
BILANCIA, CATERINA
2023/2024
Abstract
I rifiuti sono da sempre considerati un elemento impuro e controverso, connotati spazialmente e moralmente come “altro”, qualcosa di cui liberarsi o disfarsi. Essi sono esistiti in ogni tempo ed in ogni società, che si è fatta carico del loro smaltimento generando vere e proprie relazioni ecologiche e sociali. Ad oggi, la gestione dei rifiuti rappresenta una sfida fondamentale, considerando che è stato calcolato che nel 2050 produrremo globalmente 3,8 miliardi di tonnellate l’anno di rifiuti solidi urbani, ovvero più del 56% della produzione del presente (con un aumento di quasi 2 miliardi di tonnellate). Per sottolineare la rilevanza del tema, va ricordato che esso compare anche tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 tra cui l’obiettivo 12 “Produzione e consumo sostenibili”, in cui si delineano alcuni obiettivi di riduzione dei rifiuti grazie al recupero e al riutilizzo, al dimezzamento dello spreco alimentare e al coinvolgimento di imprese ed enti pubblici nell’acquisto di prodotti sostenibili. In virtù di queste premesse, questo lavoro si propone di analizzare il rapporto tra accettabilità e conflitto nella gestione dei rifiuti prendendo in esame il caso della discarica di Peccioli, in Toscana. Prima di arrivare al caso in questione, si partirà dall’analisi della storica relazione tra città e rifiuti, ricostruendo le relazioni ecologiche che la città ha nel tempo adottato per disfarsi dei propri scarti, per poi arrivare all’emblema dell’“out of placedness”, la discarica. Questa, secondo Foucault, rappresenta uno dei luoghi eterotopici, “luoghi altri” ai margini dello spazio urbano e sociale, destinati all’oblio e al contempo depositari di ciò che la società esclude. Si fornirà poi un quadro normativo sulla gestione dei rifiuti in Italia ed in Europa, facendo riferimento alle recenti normative legate alla circolarità, alle sfide dell’Agenda 2030 e al PNRR, per poi entrare nel merito dei dati sullo smaltimento e gestione dei rifiuti in Italia e in Toscana, utili a capire il contesto in cui si inserisce il caso di Peccioli. Peccioli rappresenta un esempio singolare in quanto nella sua storia la discarica non ha riscontrato casi di conflittualità per i primi trent’anni di operatività, peculiarità che si accompagna ad efficaci strategie comunicative ed economiche improntate alla sostenibilità e alla redistribuzione dei dividendi della discarica, che è a gestione mista pubblico-privata. Nonostante ciò, nel 2011 sono iniziate, da parte dei paesi limitrofi, alcune contestazioni riguardanti gli ampliamenti della discarica, a cui i cittadini si sono opposti con la motivazione della paura per la salute e la salubrità dell’ambiente. Neanche i risultati di eccellenza raggiunti dall’impianto, come testimoniano le certificazioni ISO ed EMAS, hanno potuto fermare il sorgere della mobilitazione locale. In questo senso l’elaborato analizza, attraverso cinque interviste qualitative a testimoni privilegiati e cittadini la percezione sociale della discarica nel contesto attuale. Il presente lavoro cerca di analizzare il quadro delle resistenze anche per capire come è possibile scoraggiare opposizioni di tipo NIMBY a opere sgradite, ma al momento necessarie. Ecco che il caso di Peccioli può fornire spunti utili sia sul fronte della redistribuzione dei benefici e della sostenibilità, sia sulle strategie comunicative deputate ad accrescere il consenso attorno alla discarica, ultimo anello delle strategie di gestione dei rifiuti.File | Dimensione | Formato | |
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